“E’ stato un grande successo aver raccolto più del doppio delle firme necessarie a presentare la lista di Potere al Popolo, movimento che nasce dalle ‘ceneri’ del Brancaccio, un’esperienza che abbiamo vissuto in modo positivo ma che purtroppo non è finita bene, con la fuoriuscita dei vari Grasso e D’Alema che volevano impedire la reale partecipazione dei movimenti alla costruzione di una proposta politica di sinistra”.
A dirlo è Silvia Frezza, capolista di Potere al Popolo sul collegio proporzionale L’Aquila/Teramo per la Camera dei Deputati.
Ospite di news-town, Frezza ha sottolineato come “le forze tradizionali abbiano tradito la vocazione propria della sinistra: ebbene, con Potere al Popolo vogliamo ricominciare ad intendere la politica con quegli ideali, a partire dal rispetto e dalla dignità. Così abbiamo elaborato e scritto il nostro programma che si incentra su 15 punti a sostegno della società civile. Uno dei primi è il rispetto, appunto, della dignità umana, a partire dal lavoro: le persone si sentono tranquille, propositive, partecipi se hanno un lavoro certo che conferisce loro dignità, liberandoli da ricatti, discriminazioni, da qualsiasi condizione di precarietà”.
Le candidature di Potere al Popolo sono venute dal “riconoscimento dell’agire politico di persone che, in questi anni, si sono adoperate per il bene comune, con il territorio e per il territorio. Le varie associazioni, i vari comitati, uomini e donne, ragazzi e ragazze che hanno collaborato per anni, insieme, si sono riconosciuti reciprocamente. Per questo, le nostre sono candidature fortemente territoriali, determinate nel valore dell’opera che ciascuno di noi ha portato avanti fino ad oggi. Nel mio caso, penso si sia tenuto conto del percorso di una vita spesa nel sociale: ero ragazzetta quando camminavo al fianco dei ragazzi e delle ragazze della Fgci, poi delle donne del Partito Comunista; ancora, sono stata impegnata con la Biblioteca della donna, dopo il terremoto con TerreMutate, negli ultimi anni con Appello per L’Aquila e Coalizione sociale; penso si sia tenuto conto, anche e soprattutto, dell’impegno portato avanti con la commissione Oltre il Musp per la ricostruzione delle scuole dell’Aquila. Era stato il primo impegno della passata amministrazione comunale, è stato fortemente disatteso: nei confronti delle giovani generazioni tutti spendono paroloni - sono i cittadini del futuro, si dice - in realtà, sono i cittadini di oggi, e su di loro bisogna lavorare ogni giorno. In questo senso, la buona scuola passa soprattutto attraverso le strutture scolastiche”.
Insegnante di professione, Silvia Frezza è molto critica sulla riforma della Buona Scuola voluta dal governo Renzi; “una riforma inadeguata”, lo ribadisce. “A parte i fondi tagliati all’edilizia scolastica, la famosa ‘alternanza scuola – lavoro’ è stata un’idea pessima: i ragazzi e le ragazze, a quell’età, debbono andare a scuola per studiare, imparare e formarsi, non lavorare. Spendono tempo che dovrebbero dedicare allo studio per essere sfruttati gratuitamente, con ripercussioni sui lavoratori precari: sfruttando i ragazzi, si precarizza il precariato. Non solo. Va restituita dignità al corpo docente: il contratto nazionale era fermo dal 2009, recentemente - e guarda caso in campagna elettorale - il contratto si è finalmente sbloccato con i famosi 80 euro lordi. E’ questa la dignità che si pensa di riconoscere alla nostra scuola”.
Il programma di Potere al Popolo “nasce dalla Costituzione Italiana” ha spiegato la candidata alla Camera dei Deputati; “d’altra parte, la Carta stabilisce all’articolo 1 che la sovranità appartiene proprio al popolo. Per questo vorremmo un’Europa più vicina, ad esempio, con tutele particolari per le sovranità dei popoli: vogliamo restare in Europa, pensiamo sia utile, ma non ad esclusivo beneficio delle nazioni più ricche ed a discapito dei Paesi che hanno bisogno d’incrementare la spesa pubblica per lo sviluppo della società civile”. In questo senso, il progetto politico di PaP è chiarissimo: cancellazione della Buona scuola, come detto, ripristino dell’articolo 18, abolizione della legge Fornero e del Jobs Act. E i soldi, dove si trovano? “Dalla cancellazione delle spese militari, innanzitutto. Ci viene imposto l’acquisto di F35 per miliardi di euro: a cosa ci servono? Gli stessi soldi possiamo usarli per la scuola pubblica, la sanità pubblica, per i centri antiviolenza, per un reale sostegno all’imprenditoria giovanile e così via. Riconvertiamo l’industria bellica, si può fare. E poi, altre risorse potrebbero arrivare dalla lotta all’evasione fiscale, dal taglio di stipendi e pensioni d’oro, per non parlare delle liquidazioni milionarie a manager che, magari, hanno fatto pure fallire le imprese, lasciando a casa i lavoratori”.
Che il 4 marzo Potere al Popolo superi la soglia di sbarramento del 3% oppure no, “andremo avanti sui nostri percorsi - ha assicurato Silvia Frezza - che in questo momento storico sono confluiti in PaP ma che dopo le elezioni proseguiranno anche e soprattutto nell’impegno quotidiano sui territori”. Senza inciuci: “rivendichiamo autonomia da tutte le altre forze di pseudo-sinistra”, l’affondo.
“Come possiamo soltanto pensare di tornare a discutere con chi ha minacciato di sospendere la manifestazione di Macerata, di non autorizzarla, chiedendo di abbassare i toni che, tra l’altro, non si erano affatto alzati. Attualmente, non ci sono spiragli per stare insieme al Pd e così alle altre forze che si sono dimostrate un pochino vacillanti in questi giorni. Bisognava agire con determinazione – come abbiamo fatto – rispondere all’attentato terrorista di Macerata. Era doverosa una ferma e decisa presa di posizione della società civile, pacifica: così è andata”.