Mercoledì, 14 Febbraio 2018 15:59

Elezioni, le interviste. Pezzopane: "PD unica forza che può governare"

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“Il PD ha fatto un investimento su di me: le segreterie nazionali e regionali hanno ritenuto di darmi la possibilità di continuare il mio lavoro in Parlamento, portando avanti le prerogative, le necessità, i bisogni, i desideri di questo territorio, più e più volte colpito da tragedie. E’ evidente che il PD ha avuto rispetto per la classe dirigente locale: tutti e tre i capilista sono abruzzesi, con me ci sono Camillo D’Alessandro e Luciano D’Alfonso, un riconoscimento forte per chi ha messo la faccia sui problemi del nostro territorio”.

Senatrice uscente, capolista sul collegio proporzionale L’Aquila/Teramo per la Camera dei Deputati, Stefania Pezzopane ha voluto sottolineare così la territorialità delle candidature espresse dai dem in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, evidenziando come non sia accaduto lo stesso negli altri partiti: “abbiamo bisogno di rappresentanti locali in Parlamento: purtroppo, non ci sono molti candidati del territorio in posizione eleggibile. Liberi e Uguali, nei collegi dove poteva eleggere, ha scelto un dirigente del Molise e una parlamentare uscente di territori ben distanti dai nostri, e gli aquilani sono in posizione ineleggibile. Per non parlare dei partiti di destra: non c’è un candidato che possa essere eletto. Chiederanno i voti per far eleggere persone che, il giorno dopo, non vedremo più. Ma il nostro è un territorio speciale, con problemi speciali, va rappresentato con energia in Parlamento come ho fatto in questi anni”.

Nell’intervista a news-town, Pezzopane ha rivendicato i risultati ottenuti nella passata legislatura. “L’impegno principale l’ho rivolto ai temi della ricostruzione: porto a casa i 6 miliardi per la ricostruzione materiale, il 4% destinato alle attività produttive con legge Pezzopane che ha consentito la ripartenza occupazionale di alcune aziende, e penso ad Accord Phoenix; porto a casa la titolarità di università e un fondo permanente per il GSSI, ottenuto nell’ultima legge di bilancio – finanziamento ad una scuola superiore universitaria che una forza politica [il Movimento 5 Stelle, ndr] ha ritenuto una mia marchetta ad una scuola di formazione privata, a dire della loro consistenza e serietà – la sede distaccata del Maxxi che aprirà a L’Aquila entro l’anno. C’è poi il lavoro svolto per la stabilizzazione del personale della ricostruzione, per l’inserimento nei processi di ricostruzione delle parti comuni degli edifici. Mi sono interessata dell’altro terremoto, che ha coinvolto il teramano e l’alta Valle dell’Aterno; tante le proposte presentate e accolte: penso alla ricostruzione al 100%, alle zone franche, ai contributi una tantum di 5mila euro per gli imprenditori agricoli. Ma mi sono occupata anche di infrastrutture, il blocco delle tariffe autostradali per tre anni fu è stato il frutto della battaglia combattuta con gli enti locali, mi sono impegnata per salvaguardare i tribunali minori, con la proroga della chiusura che potrà consentire una migliore organizzazione della giustizia in Abruzzo. E mi sono spesa anche per la costa adriatica: sono stata relatrice del disegno di legge sulla direttiva Bolkestein, con la riorganizzazione del demanio marittimo”.

C’è ancora da fare, però. “Il mio obiettivo è ricostruzione al 100% e lavoro al 100%. Bisogna investire sulle nuove generazioni, con un 4% rivisto e destinato proprio all’occupazione. In questo senso, ho già lavorato alle norme approntate in questi anni dal governo: penso alla misura ‘Resto al sud’, in cui l’Abruzzo rientra a pieno titolo e che consente ai giovani tra i 19 e i 32 anni di poter accedere ad un contributo diretto pari al 35% dell’investimento sostenuto; erano anni che non veniva approvata una misura che garantisse un contributo effettivo e non in conto capitale”.

Pezzopane non nasconde come la campagna elettorale sia particolarmente delicata per i dem, alle prese con sondaggi che tengono la coalizione di centrosinistra assai distante dal centrodestra, col PD a battagliare con il Movimento 5 Stelle per essere primo partito del Paese. “In questi anni, il bombardamento sull’antipolitica alimentato dai 5 Stelle ha contribuito ad indebolire l’immagine delle istituzioni e della politica stessa; se non fosse che il movimento tende a volerle occupare ovunque, le istituzioni, con effetti devastanti – si pensi alle città che amministrano – e contraddizioni spaventose, è di queste ore la vicenda dei mancati rimborsi. D’altra parte, abbiamo un centrodestra che soffia sulle questioni dell’immigrazione: va detto che gli immigrati che arrivano in Italia stanno diminuendo, nella quotidianità non incontri il problema, lo diventa in campagna elettorale. E’ accaduto anche a L’Aquila: in questa città, non ci sono mai stati problemi di contrasto, c’è sempre stato equilibrio, e invece si fomenta la gente contro l’accattonaggio, soltanto per fare un esempio. Per quel che mi riguarda, sto facendo una campagna elettorale casa per casa: faccio leva sul mio ottimismo e la mia tenacia per convincere le persone. Parlando con i cittadini, infatti, è possibile spiegare cose che evidentemente non siamo riusciti a far capire in questi anni, e me ne dispiaccio ovviamente”.

C’è poi il tema della scissione, e Stefania Pezzopane è molto dura col “pezzo di gruppo dirigente storico” che ha deciso di uscire dal Pd per dare vita al progetto politico di Liberi e Uguali; “un pezzo di gruppo dirigente che ha governato, in questi anni: ricordo che Pier Luigi Bersani è stato il segretario di partito che ci ha portato al governissimo con Forza Italia ad inizio di legislatura, e per me è stata una fatica enorme accettare quell’indirizzo politico. Oggi guida Liberi e Uguali insieme a Massimo D’Alema, il presidente del Consiglio delle privatizzazioni. Sono usciti dal PD per costruire un’altra forza politica fuori dal centrosinistra, fuori dalla coalizione, chiedendo un voto ai cittadini che sarà utile per eleggere qualche parlamentare ma inutile ai fini della costruzione di una vera alternativa alla destra o ai 5S, indebolendo l’unica aggregazione seria, quella di centrosinistra, con i suoi limiti e le sue contraddizioni, ma che è l’unica capace di governare”.

Pezzopane ha voluto rispondere anche agli esponenti di LeU che hanno definito il PD un partito oramai di centro che guarda a destra. “Parole che non hanno ragione d’essere”, ha ribadito; “comprendo che dirigenti politici che, fino a 5 mesi fa, sedevano in Parlamento col PD, che ne hanno votato riforme e provvedimenti, alcuni persino anticipandoli nei governi precedenti – D’Alema ruppe con la Cgil perché voleva avviare una riforma del lavoro ben più impattante del Jobs Act – abbiano difficoltà a motivare la scelta della scissione, ma mi chiedo: il biotestamento è un provvedimento di destra o di sinistra? Le unioni civili, la legge contro il caporalato, il reddito d’inclusione non sono forse incardinate in una politica di centrosinistra? Vale lo stesso per la legge sulle politiche sociali e per la riforma del Terzo settore. E a proposito di Jobs Act – rivendica la candidata dem alla Camera dei Deputati – ha riorganizzato il mondo del lavoro, producendo un milione di occupati in più e arginando il fenomeno del precariato. Certo, la riforma va rivista e lo faremo nella prossima legislatura: demonizzarla come di destra, però, pur avendo creato occasioni di lavoro, pur avendo esteso il diritto alla maternità alle lavoratrici autonome è inaccettabile”.

Su cosa accadrà il 5 marzo, sugli scenari che potrebbero aprirsi qualora non ci fosse una maggioranza consolidata in Parlamento, la capolista del PD sul collegio L'Aquila/Teramo per la Camera non intende avventurarsi in supposizioni: “e’ molto importante che il PD sia il partito più votato – ribadisce – e stiamo lavorando per questo, oltre che per avvicinare il più possibile la coalizione di centrosinistra al tetto difficile, ma ancora raggiungibile, della governabilità. Ci sono ancora un 30% di incedici: se il 10% tra loro decidesse di andare a votare determinerebbe l’esito delle elezioni. Di nuovo, D’Alema parla di governo del presidente: si è fatta una scissione per poi invocare un governo del presidente. Mi domando: non era più utile stare dentro la coalizione e rafforzarla, chiedendo il voto per dar vita ad un governo di centrosinistra? Io non voglio un governo del presidente, chiedo il voto perché si possa dar vita ad un esecutivo di centrosinistra".

Ultima modifica il Venerdì, 16 Febbraio 2018 21:13

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