Martedì, 27 Febbraio 2018 12:42

Elezioni, Fabiani (LeU): "Emergenza lavoro si risolve con la leva fiscale"

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“La vera emergenza del nostro territorio è il lavoro: lo spopolamento delle aree interne è dovuto, anche e soprattutto, alla necessità di cercare fortuna altrove; vale per i piccoli centri montani, e così per le città: negli ultimi anni, in provincia dell’Aquila sono andati persi 17mila posti di lavoro”.

Luigi Fabiani, tributarista, candidato di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati sul collegio uninominale L’Aquila/Marsica/Alto Sangro, è convinto che il mercato del lavoro possa rimettersi in moto soltanto “sbloccando i cantieri delle opere pubbliche – negli anni ’70, era una sorta di ammortizzatore sociale per rimettere in moto l’economia delle aree depresse – e investendo seriamente sulla green economy e il turismo, in un territorio che ha naturalmente la possibilità di uno sviluppo in questi settori”.

La leva che non può che essere quella fiscale, però, “soltanto così si riesce a fare una programmazione vera degli interventi sul territorio”, sottolinea Fabiani.

A proposito di tasse, il tributarista è assolutamente contrario alla proposta di flat tax delle forze politiche di centrodestra: “ciascuno deve concorrere alle spese dello Stato in proporzione alle sue possibilità – ribadisce – chi ha di più deve pagare di più. Sostanzialmente, le imposte sono di tre tipi: la prima è sui consumi, l’Iva, ed è inutile argomentare considerato che a decidere è l’Europa: è una tassa che colpisce tutti, indistintamente, ed è chiaro che l’aumento dell’imposta significa una minore capacità di spesa delle classi sociali meno abbienti; la seconda è la tassa sul reddito, e questa sì, deve essere proporzionale, addirittura aumentando gli scaglioni, rendendoli più progressivi: chi ha la fortuna di avere un certo reddito, per coscienza morale, direi quasi cristiana, deve concorrere alle spese comuni in misura maggiore. E poi la terza, l’imposta patrimoniale – così l’abbiamo definita nel nostro programma – che dovrebbe sostituire l’Imu e le varie altre tasse, con una salvaguardia per la così detta prima casa”.

Fabiani si sofferma anche sulla spada di Damocle che pende sulle imprese del cratere, chiamate a restituire i tributi non versati nel post terremoto: “la restituzione può essere alleggerita, persino evitata, se si riuscisse a spostare il concetto di perizia del danno subito dalle singole imprese al cratere, al danno di sistema. Ne ho parlato col nostro parlamentare europeo, Massimo Paolucci, spero ci sia ancora tempo per intervenire: detto questo, i politici locali – sulla vicenda – si sono un poco assopiti, in questi anni”.

Anche la sospensione delle tasse poteva essere gestita diversamente se il paese si fosse dotato di una legge organica sulla ricostruzione dei territori colpiti da calamità; argomento al centro dell’agenda politica dei candidati del centrodestra nei collegi dell’Abruzzo interno, Gaetano Quagliariello ha presentato nei giorni scorsi un disegno di legge, e Fabiani non nasconde una certa amarezza: “l’avevamo scritta una legge, qui a L’Aquila, e d'iniziativa popolare – ricorda – ero tra gli estensori e il primo firmatario; piaceva a tutti, l’abbiamo depositata in Commissione Ambiente e il presidente, esponente della Lega, l’aveva trovata ineccepibile tant’è vero che il provvedimento era stato calendarizzato in Aula”. E poi? “E’ cambiato il governo ed alcuni che pure volevano la legge con forza, tanto da metterci a disposizione gli strumenti per redigerla, considerando l’esecutivo ‘amico’ preferirono la via breve, la filiera politica corta, piuttosto che una legge che, tuttavia, avrebbe consentito ai terremotati di Campotosto o di Amatrice di avere lo stesso trattamento ricevuto dagli sfollati del cratere 2009”.

Non è andata così, evidentemente; e ci ritroviamo con due crateri, in Abruzzo, che si stanno ricostruendo con normative diverse. Un paradosso.

Pensando al terremoto del 2009, Fabiani sottolinea come ci siano ancora questioni da mettere a punto: in particolare, è stata sottostimata la quantità di pratiche depositate al Genio civile, la vera strozzatura della filiera”; dunque, la proposta: “se è vero come è vero che negli altri territori d’Italia l’edilizia vive un momento di crisi, altri geni civili potrebbero istruire le nostre pratiche”.

In conclusione d’intervista, il candidato di Liberi e Uguali si è soffermato sulla costruzione, necessaria, di un partito di sinistra: “la mia è una storia politica parlamentarista: sono stato iscritto alla Fgci, poi al Pci e lì sono rimasto, a seguito della dissoluzione del partito. Tant’è vero che al momento della costituzione di Articolo 1 ho detto ai compagni d’avventura, ‘bentornati, vi stavo aspettando’. Costituire un partito in tempi elettorali è difficile: sono convinto, però, che dal 5 marzo LeU comincerà seriamente a strutturarsi sui territori”.

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