Una campagna elettorale personalistica, giocata sulla promessa dell'Abruzzo al Governo.
Quattro anni da presidente della Regione, col Partito Democratico, il suo, precipitato al 14% dei consensi. Eppure, non c'è alcuna autocritica nel commento di Luciano D'Alfonso al risultato elettorale. Anzi. E' soltanto cambiato il messaggio: da Abruzzo al governo alla ragioni dell'Abruzzo a Roma.
A mezzogiorno, il governatore - eletto senatore della Repubblica in un seggio più che blindato - ha annunciato in conferenza stampa a Pescara che ha deciso di lasciare la presidenza per sedere, "rapido e veloce", a Palazzo Madama. Una decisione anticipata ieri, con un post su Facebook. "Prendiamo atto di un voto che sancisce la sconfitta della proposta di governo del Partito Democratico. Le nostre ragioni sono apparse più deboli di quelle messe in campo dalle opposizioni di ieri. Certo sorprende la vastità del consenso a forze populiste e antieuropee e lascia non poche preoccupazioni lo scenario che si prepara per il Paese nell’incertezza dei numeri in Parlamento che al momento non lascia intravedere la possibilità di formare un Governo".
Senza dubbio - sottolinea D'Alfonso, sulla linea politica tracciata da Renzi - "i vincitori di oggi, in particolare il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini, dovranno farsi carico di questo onere, dimostrando di saper realizzare quanto promesso nella loro efficacissima campagna elettorale".
Per ciò che attiene alla sua elezione, "come sono abituato a fare onorerò il mandato popolare che ho ricevuto per rappresentare le esigenze dell’Abruzzo a Roma", spiega D'Alfonso. "In relazione alla doppia veste di presidente della Giunta regionale e di Senatore della Repubblica eletto, il dato di verità è riconducibile al dettato del costituzionalista Costantino Mortati secondo cui, affinchè intervenga l'incompatibilità per il senatore eletto, c'è bisogno che lo stesso senatore venga proclamato e convalidato", ha aggiunto D'Alfonso. "La convalida degli eletti è un atto dell'ordinamento che si estrinseca attraverso gli organi ausiliari del Senato. Nello specifico - ha proseguito - è un atto della Giunta per le elezioni perché in Italia si parte dal presupposto che le elezioni siano sempre a rischio d'invalidamento. A tal proposito, attenderò la convalida da parte della Giunta per le elezioni e solo da quel momento scatterà il dies a quo. Fino ad allora - ha ribadito D'Alfonso - svolgerò pienamente le funzioni di presidente della Regione. Dopodichè mi adeguerò a quanto prevede l'ordinamento nelle sue articolazioni regolamentari e normative".
Il presidente D'Alfonso ha, quindi, confermato che porterà avanti l'azione di Governo fino all'ultimo giorno utile. "Sto lavorando ad un atto di 365 pagine - ha annunciato - che, per quanto riguarda la mia esperienza di Governo, si chiama passaggio di consegne che determinerà, da parte di chi subentrerà, la presa di contezza di tutta l'attività messa in campo in questi anni di governo dell'Abruzzo. Mi riferisco, in particolare, ai 2 miliardi 750 milioni di euro di risorse che sono in procedura e che dovranno essere presi in carico anche come monitoraggio e controllo. Così come le attività relative alla ZES o quelle riguardanti il potenziamento dell'aeroporto d'Abruzzo e lo sviluppo della rete ferroviaria regionale. Da senatore - ha concluso - cercherò di legare l'agenda nazionale a quella regionale che, sulla base dell'esperienza maturata finora, penso di conoscere meglio di chiunque altro".
L'avevamo anticipato nei giorni scorsi: la speranza del governatore uscente è di arrivare a metà dicembre da presidente, puntando anche sulle difficoltà che ci saranno nella formazione di un nuovo esecutivo, così che si possa andare a scadenza naturale di mandato con la speranza che, nel frattempo, Giovanni Legnini, a scadenza di mandato come vice presidente del Csm, possa sciogliere le riserve e provare a ricostruire una coalizione credibile. "Sono certo che il centrosinistra saprà mettere in campo i candidati migliori e più in grado di meritare il vincente consenso degli Abruzzesi già nel prossimo futuro, e in questo senso l’esempio che ci viene proprio oggi da Zingaretti nel Lazio ci è di non poco incoraggiamento".