Resa dei conti in seno al PD d'Abruzzo.
A seguito della batosta elettorale, con i dem che, in Regione, sono andati persino sotto la pur deludente media nazionale, il segretario regionale Marco Rapino ha rimesso il suo mandato nelle mani della comunità democratica, invitando i segretari provinciali a fare lo stesso in vista dell'attesa direzione di venerdì.
Francesco Piacente però, da qualche mese alla guida del partito in provincia dell'Aquila, non solo ha incassato la fiducia dell'assemblea provinciale riunita martedì dal presidente Pietro Di Stefano ad Avezzano, ma ha messo all'angolo, di fatto, il segretario regionale, sottolineando come "sulla scelta delle candidature e la strategia per le elezioni politiche", la federazione provinciale dell'Aquila avesse proposto al partito regionale "uno schema alternativo. Eravamo tra coloro che sconsigliavano la discesa in campo alle elezioni politiche del governo regionale", l'affondo di Piacente; "allo stesso modo, avevamo lavorato affinché ci fosse una composizione nelle candidature di appartenenza, sensibilità, rinnovamento ed esperienza. Su entrambe le questioni non siamo stati ascoltati; anche per questo oggi la nostra comunità politica esige un cambio di passo del partito regionale: rifiutiamo logiche da 'capro espiatorio' in cui c'è uno che paga per tutti, ma dobbiamo assolutamente aprire una fase nuova, secondo tempi e modalità che ci indicaheràil partito nazionale".
Insomma, Piacente ha invocato "un segnale chiaro di discontinuità che apra ad una gestione collegiale garante di più ampi spazi di agibilità politica. Dobbiamo lavorare a una rinnovata unità per aiutare la fase finale della legislatura regionale e preparare l'appuntamento delle prossime elezioni. Il partito provinciale farà la sua parte, come richiesto dal segretario reggente Maurizio Martina. Ripartiremo dai nostri amministratori locali e dalla base per ricostruire un'agenda politica di priorità per il nostro territorio e la definizione di un profilo chiaro della nostra presenza nelle comunità locali".
Non è un mistero che Piacente sia molto vicino a Michele Fina e che abbia trovato in Americo Di Benedetto una sponda preziosa a L'Aquila, proprio coloro che, alla vigilia delle elezioni, avevano messo sul piatto la candidatura invocando rinnovamento e discontinuità e che sono si sono ritrovati a subire, invece, le decisioni calate dall'alto da Luciano D'Alfonso col sostegno pieno della segreteria regionale.
All'assemblea provinciale hanno partecipato, tra gli altri, militanti e dirigenti presenti, segretari di circolo, sindaci e amministratori insieme ai Consiglieri regionali Lorenzo Berardinetti e Pierpaolo Pietrucci, al vice presidente Giovanni Lolli, al Presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio e all'onorevole Stefania Pezzopane. "Siamo alle prese con una sconfitta epocale - ha sottolineato Piacente nella sua relazione, approvata all'unanimità - un risultato elettorale che impone una seria riflessione su cosa è accaduto nel profondo della società italiana prima ancora che nelle urne. Un risultato che si inserisce nel contesto di un generale arretramento delle forze politiche riformiste, socialiste e progressiste in Europa e nel mondo. Avremo bisogno di molto tempo e di molto lavoro per ricostruire, con umiltà, una linea politica sulle principali sfide della contemporaneità: il lavoro anzitutto, l'accoglienza, la difesa dei più deboli, la comunicazione".
Sul dibattito del partito nazionale, "abbiamo bisogno di celebrare un congresso vero - ha concluso - discutendo di idee e programmi prima che delle leadership. Personalizzare questo dibattito danneggerebbe, ancora una volta, il confronto interno e pregiudicherebbe la generosità delle personalità che hanno già dato la propria disponibilità a scendere in campo per il futuro del PD. Dobbiamo impegnarci a cambiare le regole per svolgere un congresso nazionale che torni a valorizzare appartenenza e militanza".