Venerdì, 06 Aprile 2018 23:41

Delibera sul parco di Lanciano: indagati D'Alfonso e alcuni assessori regionali

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Falsità ideologica.

E' l'ipotesi di reato formulata dalla Procura della Repubblica di Pescara che ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini al presidente della Giunta regionale e neo senatore Luciano D'Alfonso, agli assessori regionali Dino Pepe, Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Donato Di Matteo, oltre che al segretario di giunta Fabrizio Bernardini e all'ex capo segreteria della presidenza Claudio Ruffini che avrebbero attestato il falso, con volontà e consapevolezza, in un documento pubblico e pure importante, una delibera di Giunta regionale, la numero 367 del 3 giugno 2016, finalizzata al progetto di riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano (Chieti).

Nell'ambito di uno dei procedimenti stralcio della maxi inchiesta sugli appalti pubblici gestiti da Regione Abruzzo, la Procura avrebbe ravvisato come la riunione di Giunta straordinaria non fosse riunita secondo i dettami di legge, e dunque non si sarebbe potuta approvare la delibera, essendo assenti i vertici titolati a presiederla, e cioé il presidente Luciano D'Alfonso e il vice presidente Giovanni Lolli; al contrario, nei documenti sarebbe stata attestata falsamente la presenza del governatore, con tanto di firma apposta successivamente. E sarebbe stato proprio D'Alfonso a 'convincere' i membri della giunta a procedere: tra le carte dell'inchiesta ci sarebbe una conversazione con Ruffini che dimostrerebbe l'assunto della Procura. 

L'appalto sul parco di Lanciano non ancora realizzato ha un valore di 1.5 milioni di euro, 1.2 assicurati dalla Regione Abruzzo e 300 mila stanziati dall'amministrazione comunale; la delibera ha posto le basi per la riqualificazione di un'area di 60 mila metri quadrati già usata per fiere e feste popolari, dotata perfino di un ippodromo, col Comune che vorrebbe demolire e ricostruire le tribune, realizzare un campo di calcio, piste pedonali e ciclabili.

A seguito della notifica di conclusione delle indagini, gli indagati potranno presentare memorie o richiedere di essere interrogati per fornire nuove prove o nuove versioni sui fatti entro 20 giorni.

A dare la notizia in serata è stato proprio D'Alfonso che ha inteso ribadire "l'assoluta correttezza e liceità delle attività svolte dal sottoscritto, dai componenti della Giunta e dai collaboratori interessati dal procedimento". In queste ore, "ho avuto contezza di un procedimento da parte della Procura della Repubblica di Pescara riguardante un atto della Giunta regionale, la delibera 367 del 3 giugno 2016, con il quale si dava indirizzo alla struttura tecnica della Regione di esplorare le possibilità di individuare risorse da destinare alla riqualificazione di un bene pubblico di grande valore culturale e ambientale quale quello di Villa delle Rose a Lanciano". L'assunzione di quell'atto - sottolinea il governatore e senatore - "è avvenuta, come si dimostrerà per tabulas, in una giornata di intenso lavoro coincidente con la responsabilità istituzionale che mi vedeva impegnato nel corso della mattinata a Roma, a Palazzo Chigi e presso l'ambasciata americana, nel primissimo pomeriggio in un impegno elettorale a Collecorvino e, a seguire, lo svolgimento istituzionale della Giunta regionale per l'approvazione della delibera citata, per poi riprendere un percorso politico-istituzionale incontrando amministratori e cittadini a Francavilla, Lanciano e Manoppello".

Stando a D'Alfonso "la rilettura dell'azione politica e degli atti della Pubblica amministrazione da parte di un giudice terzo è un dato di fatto positivo che certifica alla fine del suo percorso la correttezza e la compiutezza dell'impegno istituzionale a cui chi ha responsabilità guarda senza timore. L'ipotesi di lavoro della Procura pescarese pertanto mi vedrà impegnato a favorire e far acquisire ogni utile informazione e documentazione che permetta alla magistratura di pervenire alla verità incontrastata certificante". 

Ultima modifica il Sabato, 07 Aprile 2018 00:12

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