“L'area Renzi si era riservata di scegliere i componenti delle liste sentito il partito locale. La lista è stata definita in questa forma e a volte bisogna prendere atto delle soluzioni che si adottano perché sono decisioni prese sulla base delle necessità e di esigenze di visibilità nazionale legate al momento particolare. Rinnovamento? Nessuno di noi, né io né Peppe, era in assemblea nazionale”.
Insomma, alla fine a trionfare è sempre la ragion di stato partitica, il vecchio concetto amendoliano della primazia del partito, della sua funzione “autonoma e dirigente”.
Gli ex bersaniani neoconvertiti al verbo renziano Stefania Pezzopane e Peppe Di Pangrazio liquidano così le fibrillazioni scatenatesi in seno al Pd locale in seguito alla decisione del quartier generale del sindaco di Firenze di mettere entrambi ai primi posti della lista che, alle primarie dell'8 dicembre, appoggerà, in provincia dell'Aquila, la mozione congressuale del Rottamatore.
Una decisione che aveva mandato su tutte le furie Americo Di Benedetto, presidente provinciale del partito, renziano della prima ora e sostenitore di un rinnovamento radicale.
Intervistato da Abruzzo Web, Di Benedetto, venerdì scorso, e cioè il giorno dopo la chiusura delle liste, aveva sbottato: "La mia esperienza con Renzi e i renziani è finita. È stata tradita la volontà di rinnovamento, si è consumato un atto gravissimo, chi parlava di nuovo oggi si ritrova già cotto. Sono stati utilizzati vecchi metodi verticistici, senza partecipazione né condivisione".
Parole durissime, che però, nella conferenza stampa che Pezzopane e Di Pangrazio hanno tenuto ieri mattina per presentare la lista pro Renzi, sono state minimizzate e sbrigativamente archiviate come “incomprensioni”: “Chicco Di Benedetto” ha detto Stefania Pezzopane “è un membro importantissimo del Pd aquilano, e spero che continuerà a farne parte. Mi dispiace che ci siano state incomprensioni ma noi andiamo avanti”.
Oltre a Stefania Pezzopane e a Peppe Di Pangrazio, nella lista ci sono anche Alfio Di Battista, di Capistrello (uomo considerato molto vicino a Luigi Lusi), e Maria Ciampaglione, giovane consigliere comunale di Sulmona.
La senatrice e il consigliere regionale democrat hanno illustrato le ragioni che li hanno portati a sostenere la mozione del sindaco di Firenze, scelta da molti giudicata opportunistica, considerando che solo un anno fa entrambi avevano appoggiato con convinzione la candidatura di Bersani.
“Ho scelto di sostenere Renzi” ha spiegato la Pezzopane “dopo un ragionamento abbastanza complesso. La decisione è maturata lavorando insieme ad altri colleghi parlamentari che già avevano aderito all'area renziana. Con loro mi sono trovata molto bene a fare alcune battaglie politiche, da quella sulla presidenza della Repubblica a quella sulla giunta per le elezioni fino alla legge di Stabilità”.
“Ho ritenuto” ha continuato la Pezzopane “di sostenere Renzi perché è l'unico davvero in grado di dare lo scossone di cui il partito necessita e di produrre quel cambiamento che in questi anni si è molto declamato ma mai praticato. E' vero, prima sostenevo Bersani, ma del resto anche Pippo Civati l'anno scorso era pro Bersani e adesso si è candidato con un'altra area, la sua. Cuperlo? E' una persona di qualità, che conosco bene anche perché abbiamo lavorato insieme nella Figc. Trovo però che in questo momento il Pd debba essere guidato da persone coraggiose, che devono avere un profilo autonomo, una capacità autonoma di giudizio e anche una certa esperienza. Renzi, anche in virtù della sua esperienza come sindaco di una grande e importante città, ha tutte queste caratteristiche. Cuperlo è parlamentare già da molto tempo, è una figura molto legata a Massimo D'Alema ma non ha svolto specifiche battaglie politiche né specifici ruoli da cui avremmo potuto percepire una linea politica precisa”.
Sulla stessa linea anche Peppe Di Pangrazio: “Anch'io ho appoggiato Bersani ma poi ho visto quel progetto frantumarsi. A dimostrare il fallimento ci sono i numeri: nel 2009 il nostro partito aveva 800 mila iscritti, oggi siamo arrivati a 250 mila. Questo vuol dire che la fiducia riposta non ha premiato nemmeno l'organizzazione. Avevamo circa 12 milioni di voti, ne abbiamo persi più 2 milioni. Il programma di Renzi si propone di cambiare verso non solo al partito ma all'Italia. Sicuramente Renzi darà un supporto forte in termini di velocizzazione delle decisioni e ammodernamento del governo Letta, non lo metterà in difficoltà”.
“Il pregio di Matteo Renzi” ha chiosato la Pezzopane “è che quello che dice può anche non essere condiviso ma almeno è molto netto. Non usa perifrasi per arrivare in maniera contorta a un pensiero. Sul governo ha detto chiaramente che ritiene necessario arrivare al 2015 però ritiene anche che il Pd, come ha fatto il Pdl sull'Imu portando a casa il risultato dell'abroigazione della tassa, debba spingere fortemente su alcuni punti, tra cui quello della riforma della legge elettorale”.
Il consigliere provinciale Fabrizio D'Alesandro, anch'egli sostenitore della candidatura di Renzi, ha ricordato le regole e gli aspetti logistici del voto: “Si voterà nei 108 comuni della provincia dell'Aquila. Abbiamo allestito circa 90 seggi su tutta la provincia. All'Aquila ci saranno 5 seggi più quelli delle frazioni di Sassa, Arischia e Paganica. Si potrà votare indifferentemente in qualsiasi seggio del comune di residenza. Possono votare tutti i cittadini italiani con più di 16 anni e anche gli stranieri residenti. Per questi ultimi e per i minorenni verranno allestiti dei seggi ad hoc. Potranno votare anche i fuori sede previa registrazione sul sito delle primarie entro il 6 dicembre. Per votare i non iscritti dovranno versare 2 euro per le spese di organizzazione”.