A farla breve, stamane Forza Italia e L’Aquila futura hanno rigettato ipotesi di spaccature in seno alla maggioranza – “siamo convintissimi della bontà dell’azione amministrativa, e vicinissimi al sindaco Pierluigi Biondi” ha tenuto a sottolineare il vice sindaco Guido Quintino Liris – aprendo ad un “confronto con le altre forze di maggioranza, ci fossero equivoci di fondo da chiarire affinché non vi siano incomprensioni”.
Intorno al tavolo, col vice sindaco erano seduti l’assessore al sociale Francesco Cristiano Bignotti, il capogruppo di Forza Italia Roberto Junior Silveri coi consiglieri Giancarlo Della Pelle e Vito Colonna, e il capogruppo di L’Aquila futura Roberto Santangelo con Luca Rocci.
Forzisti e futuristi hanno voluto chiarire la posizione assunta venerdì in Consiglio comunale, col voto favorevole all’ordine del giorno sull’allargamento del progetto Sprar ai minori non accompagnati presentato dalla minoranza; un voto – hanno sottolineato – “in perfetta continuità con l’azione amministrativa: a dicembre, in Giunta abbiamo votato la proroga dello Sprar fino a giugno 2018 e, meno di un mese fa, abbiamo stanziato circa un milione e mezzo per i minori non accompagnati”, ha ribadito Guido Quintino Liris. Che ha difeso la bontà del progetto Sprar, “introdotto – ha tenuto a sottolineare maliziosamente – dalla legge Bossi/Fini: è l’unico mezzo di cui un’amministrazione dispone per governare, e non subire, il fenomeno migratorio. Vorrei fosse chiaro che L’Aquila già era in regime Sprar, a seguito dell’accordo col Ministero dell’Interno: si è semplicemente allargato il progetto ai minori non accompagnati”. D’altra parte, “non si sta parlando di migranti economici – ha aggiunto Roberto Santangelo – ma di richiedenti asilo e rifugiati politici, con status riconosciuto da un giudice”.
A rivendicare la coerenza dell’azione amministrativa è stato l’assessore Francesco Bignotti che, sottolineando la sua provenienza cattolica - “la dimensione solidaristica è parte della nostra matrice identitaria”, le sue parole - e ribadendo la “perfetta sintonia col sindaco Pierluigi Biondi”, ha spiegato come l’adesione al progetto Sprar, in realtà, svincoli somme ascritte in bilancio per l’accoglienza da destinare “alle famiglie aquilane, la vera priorità delle politiche sociali della Giunta”. In sostanza, ha chiarito Bignotti, al momento i minori non accompagnati presenti in città sono una novantina: lo Stato riconosce al Comune un contributo di 45 euro al giorno, ma l’Ente ne arriva a spendere anche 90; con lo Sprar – del programma entrerebbero a far parte un massimo di 36 minori - i costi verranno sostenuti dal Ministero, con un risparmio calcolato per il Comune tra i 113mila e i 200mila euro l’anno. Non solo. Aderendo al progetto Sprar, il Comune dell’Aquila ha ottenuto la definizione di un tetto massimo di richiedenti asilo e rifugiati da accogliere, 294 gli adulti e, dunque, “si è tutelato così da eventuali colpi di mano dello Stato centrale che, considerato il gran numero di edifici vuoti, avrebbe potuto autorizzare altri Cas attraverso la Prefettura, centri d’accoglienza straordinari come quello che insisteva in via Roma per intenderci, sottoposti a vincoli meno stringenti, che non passano dal controllo del Comune e che, tra l’altro, non hanno numeri stabiliti come gli Sprar che, al contrario, possono ospitare un massimo di 6 richiedenti asilo o rifugiati per centro d’accoglienza”.
Il “problema” c’è, e non si può nascondere la “testa sotto la sabbia” ha aggiunto Roberto Jr Silveri; “essendo maggioranza, abbiamo il dovere morale e politico di governarlo, e non di subirlo”; tra l’altro, “i bambini non si toccano, vanno difesi” – ha proseguito Giancarlo Della Pelle – che aveva proposto in dicembre l’ordine del giorno sui presepi in ogni sede comunale, “a significare proprio la capacità dell’Ente d’accogliere chi ne ha più bisogno; in questo senso, è mia intenzione parlare col sindaco – le parole del consigliere forzista – per aprire un ufficio destinato ai cittadini stranieri che chiedano informazioni per ottenere la cittadinanza: un Comune civile dovrebbe garantire un servizio di questo tipo”.
Questa, la spiegazione di merito; resta, poi, la questione politica, con il voto contrario all’ordine del giorno del partito del sindaco, Fratelli d’Italia, e della Lega che ha manifestato pubblicamente il suo mal di pancia. L’assessore e onorevole Luigi D’Eramo ha parlato di “atteggiamento irresponsabile di Forza Italia che ha deciso di mettere in grande imbarazzo il sindaco e la maggioranza”, venendo meno all’accordo che imponeva di non votare a favore di iniziative dell’opposizione senza un preliminare accordo collegiale. Sul punto, Liris ha replicato che – in assenza del sindaco – “è l’assessore competente a dettare la linea e Bignotti era intervenuto in aula per spiegare come l’ordine del giorno fosse, appunto, in perfetta continuità con l’azione amministrativa. E’ come se domani decidessi di mettermi di traverso avverso la linea dell’assessore all’urbanistica sulla legge 40”, le parole di Liris. Che ha aggiunto: “in maniera furba, parte dell’opposizione si è messa a ruota su un tema già affrontato in maggioranza, forse confidando proprio in una reazione della Lega”.
D’altra parte, ha tenuto a ribadire di nuovo il vice sindaco, “non era necessario un confronto preliminare tra le forze di maggioranza, considerato che l’ordine del giorno era in linea con l’azione di governo”.
A seguire il ragionamento del vice sindaco verrebbe da chiedersi: Lega e Fratelli d’Italia non hanno capito cosa stavano votando in Giunta, la proroga dello Sprar al giugno 2018 e l’appostamento in bilancio di un milione e mezzo per l’accoglienza dei minori non accompagnati, oppure hanno alimentato una polemica strumentale per destabilizzare la maggioranza. Tertium non datur. C’è da attendersi una replica, evidentemente.
Resta il punto: la proposta era stata depositata da tempo, era noto sarebbe stata inserita all’ordine del giorno del Consiglio comunale, come è possibile che la maggioranza di centrodestra si sia spaccata così platealmente? Come è possibile che non si sia discusso il provvedimento prima del Consiglio, per arrivare in aula con una posizione condivisa? E ancora: se davvero l’intenzione della Giunta, e dell’assessorato delegato in particolare, era di procedere con l’allargamento dello Sprar ai minori, come mai la maggioranza non ha portato in discussione il provvedimento facendosi dettare l’agenda dalle opposizioni? Un’ultima considerazione, la più importante, guardando al futuro: come possono governare insieme forze politiche che hanno visioni così inconciliabili rispetto ad alcune tematiche pure importanti?