"La seduta odierna del Consiglio regionale certificherà ancora una volta che questa legislatura di fatto è finita. D'Alfonso non ha più i numeri e neppure una maggioranza politica per governare e amministrare in maniera legittima la Regione Abruzzo".
E' quanto hanno affermato i consiglieri regionali di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo, Paolo Gatti e Emilio Iampieri durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina a L'Aquila prima dell'apertura dei lavori consiliari.
"Ormai" hanno dichiarato gli esponenti azzurri "è palese a tutti come il Presidente D'Alfonso continui illegittimamente a rinviare le sue dimissioni pur essendo in uno stato di incompatibilità conclamata in quanto senatore proclamato. Questo è confermato dall'art. 122 della Costituzione italiana, dalla Legge Regionale numero 51, dal regolamento del Consiglio Regionale e dal comportamento del Partito Democratico nel resto d'Italia dove svolge, come in Abruzzo, azione di governo. Infatti in Emilia-Romagna, Galeazzo Bignami (FI) dopo essere stato 'calorosamente' invitato attraverso una missiva da parte della presidenza della Regione Emilia-Romagna (PD) a rimuovere con urgenza la sua incompatibilità in ossequio all'articolo 122 della Costituzione, che sancisce l'incompatibilità tra un seggio nelle Regioni e uno in Camera o Senato, si è dimesso da Consigliere regionale, optando per la Camera dove è stato eletto lo scorso 4 marzo. Come vedete abbiamo due pesi due misure".
"E' del tutto evidente" ha spiegato spiegato Sospiri "che D'Alfonso continui, nella sua piena illegittimità, ad indire concorsi, effettuare nomine, scegliere Direttori e assunzioni, sottoscrizioni di convenzioni, a pregiudicare il futuro di nuovi assetti, a fare scelte in sanità molto discutibili nonostante la sua incompatibilità, come decretato anche dal Partito Democratico dell'Emilia-Romagna. Quindi chiediamo di rimuovere la sua incompatibilità affinché la Regione ritrovi la sua piena azione amministrativa, legittimità politica e operatività per ultimare in maniera serena e oggettiva questa legislatura. Il senso di responsabilità avrebbe dovuto consigliare al Presidente D'Alfonso di lasciare in maniera ordinata al vice, Giovanni Lolli, la chiusura della legislatura. Invece oggi ci troviamo in una situazione di grandissima difficoltà dove tutto è bloccato".
"La poca serenità del Presidente D'Alfonso" ha continuato Febbo "è del tutto evidente anche nelle ultime sue esternazioni non degne di un ruolo istituzionale dette davanti a dei bambini in occasione dell'inaugurazione della pista ciclopedonale di Ortona. Non è la prima volta che D'Alfonso denigra e offende il mondo agricolo. Un settore già molto penalizzato dal fatto che i fondi del PSR non vengono spesi tanto da essere al terzultimo posto tra le regioni italiane per capacità di spesa e, ahimè, prossimi alla restituzione di milioni di euro alla Comunità Europea. Stesso film si ripete nel FESR e FSE dove abbiamo percentuali ridicole sulla rendicontazione. Un danno enorme per la nostra economia regionale dove si continua a sottoscrivere convenzioni senza aprire un solo cantiere. Per non parlare del settore cultura: anche qui tutto fermo. Il Teatro Marruccino, nonostante i capitoli presenti in bilancio e le garanzie ricevute anche attraverso una precisa missiva, rischia di chiudere definitivamente se non si interviene tempestivamente con le somme ordinarie. Insomma abbiamo una Regione in uno stato comatoso".
"D'Alfonso" sottolineato Iampieri "ha scritto un programma di 135 pagine che ha totalmente disatteso. Non ha portato a termine un solo impegno assunto con gli abruzzesi. Pertanto è urgente dare a questa Regione un governo forte, credibile e fattivo".
"Finalmente l'attualità politica" concluso Gatti "e se venissero confermate le notizie di elezioni anticipare, potranno risolvere finalmente a D'Alfonso il suo conflitto interiore. Invito il presidente a dimettersi da senatore così da risolvere questo suo enigma esistenziale per tornare a dedicarsi completamente alla Regione. In questo modo D'Alfonso avrà un altro anno di tempo per decidere le sue sorti politiche. In sei mesi questo Consiglio regionale, con la seduta di oggi, si è riunito solo due volte. Credo che solo questo indichi plasticamente il grave stato di stallo e confusione in cui vive la Regione Abruzzo".