“Ho fatto un intervento chiaro e chiarificatore in Consiglio regionale: ho precisato che porterò a termine i 4-5 obiettivi che devo ancora conseguire come Regione Abruzzo, e mi servono alcune settimane, dopo di che scatterà l’opzione e l’opzione riguarderà il Senato”.
Ce ne fosse ancora bisogno, il governatore Luciano D’Alfonso ha tenuto a ribadire stamane che lascerà l’Emiciclo per vestire i panni di senatore. “Quanto è stato scritto, e da parte mia è stato detto, sul fatto che stava cessando la materia del contendere, era perché si scriveva da Roma che la legislatura potesse morire prima di nascere. In quel caso, sarei rimasto ovviamente decisore e legislatore regionale; poiché mi sembra di capire che la legislatura stia partendo, però, mi dedicherò alla legislatura nazionale volendo aiutare anche da lì, con i banconi della norma nazionale, le questioni abruzzesi”.
Insomma, considerato che in queste ore potrebbe arrivare il via libera del Capo dello Stato all’esecutivo M5S – Lega, coi tempi per il giuramento e la fiducia in Parlamento che potrebbe essere molto veloci, e dato per scontato che verranno subito istituite le Commissioni, e dunque la Giunta per le elezioni del Senato che sancirà – nel giro di qualche settimana - l’incompatibilità di Luciano D’Alfonso, è lecito pensare che il governatore lascerà l’Emiciclo prima dell’estate e che si tornerà alle urne tra ottobre e novembre.
Tra gli obiettivi da ‘centrare’ in queste ultime settimane da governatore, D’Alfonso ha citato il “miglioramento della ferroviarizzazione abruzzese: su questo risultato – ha spiegato - mi serve ancora un poco di tempo per il quale ho chiesto al Consiglio regionale, che mi ha dato consenso, e al popolo abruzzese, di potere continuare a lavorare per raggiungere l’obiettivo”.
Intanto, D’Alfonso è già al lavoro come senatore della Repubblica: “La prima iniziativa assunta ha riguardato la questione della defiscalizzazione delle imprese aquilane colpite dal terremoto”, ha chiarito; “sono intervenuto sui vertici competenti della pubblica amministrazione italiana affinché tengano da conto che questa è una sciagura, al di là del contenzioso innanzi alla giustizia amministrativa. Inoltre, voglio lavorare per fare in modo che il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico si accorgano che la Val di Sangro è una vallata capace di assicurare reddito e ricchezza a patto che non conosca impoverimento, desertificazione industriale, indebolimento di presenza: ci vogliono nuove misure, nuove politiche e ulteriore attenzione. Per questo motivo, il centro della zes – la zona economica speciale - sarà la Val di Sangro, in relazione alla portualità che abbiamo e ai progetti di nuova vita imprenditoriale”.