“In molti parlano di elezioni anticipate che costerebbero 300 milioni di euro con grande leggerezza: però l'Italia non può permettersi il lusso di perdere un anno, il 2018, non dobbiamo dimenticare che con questa lunga crisi istituzionale non si corre solo il rischio di aggressione dei mercati finanziari ma anche la mancata soluzione e la pericolosa impasse delle problematiche sul tappeto nei vari territori. Per esempio, nel mio collegio, quelle legate ai terremoti dell’Aquila del 2009 e del centro Italia nel 2016 e nel 2017”. Così il deputato abruzzese di Forza Italia Antonio Martino, eletto nel collegio della provincia dell’Aquila, sulla crisi istituzionale in cui è sfociato il Paese dopo le elezioni dello scorso 4 marzo.
“Credo che bisogna smetterla di giocare: bisogna assumersi la responsabilità di formare un governo per dare stabilità al Paese. Tra l’altro, le elezioni costano circa 300 milioni e tutti le evocano con facilità – continua il parlamentare -. Se i 300 milioni non sono un problema, non capisco perché lo sono i 70 che da anni la provincia dell’Aquila chiude allo Stato per evitare un salasso a imprese e professionisti che sono stati chiamati dall’Europa a risarcire le tasse sospese dopo il terremoto dell’Aquila dopo che la commissione li ha considerati, in maniera assurda, aiuti di Stato”.
Secondo Martino, “La gente si è espressa e votare dopo quattro mesi non può cambiare nulla, tocca a noi la responsabilità di fare un governo. Non possiamo bloccare il Paese, non si può fare per imprese, associazioni, per coloro che soffrono, dobbiamo dimostrare di essere classe dirigente all’altezza e dobbiamo reagire dando all’Italia stabilità e futuro” – spiega ancora il parlamentare abruzzese che glissa sul merito della crisi istituzionale in corso.
Martino chiarisce però un aspetto importante: “Il mio intervento non è dettato dall’interesse personale: sono al primo mandato parlamentare, sono stato eletto in un collegio con gravi problemi vincendo nettamente nel maggioritario nei confronti del candidato del Movimento cinque stelle, ma sono un imprenditore con un gruppo industriale solido e posso tornare a lavorare senza problemi. Oltre a potermi ricandidare visto che in questi mesi, pur con il parlamento a mezzo servizio, i miei territori non li ho mai abbandonati continuando ad ascoltarli come in campagna elettorale” – conclude.