A un anno dall'insediamento dell'amministrazione Biondi, alcune delle società partecipate del Comune dell'Aquila, organi fondamentali per i servizi essenziali ai cittadini e alle cittadine, non hanno ancora una guida. "Le nomine ratificate in queste ore dal Sindaco sono preda della lottizzazione partitica della maggioranza di destra alla guida della città. Nomi che giravano da tempo, espressione esclusivamente della spartizione tra le liste che hanno sostenuto Biondi alle elezioni dello scorso anno", l'affondo della Coalizione sociale che esprime Carla Cimoroni in Consiglio comunale.
La poltrona all'Azienda farmaceutica municipalizzata Spa è stata "assegnata" alla lista L'Aquila Futura, riferimento dell'ex consigliere comunale, politico e già vice presidente della Gran Sasso Acqua, Salvatore Santangelo. "Sua sorella, Alessandra, è la nuova amministratrice dell'azienda. Mentre suo fratello, Roberto, siede in Consiglio comunale. E proprio Roberto Santangelo, quando si è trattato di votare in Consiglio il nostro emendamento che estendeva anche ai parenti stretti dei consiglieri comunali l'impossibilità di essere nominati ai vertici delle aziende partecipate dal Comune, è uscito dall'aula", sottolinea la Coalizione sociale. "Un emendamento che è stato bocciato dalla maggioranza, senza una sola motivazione. Oggi è chiaro alle aquilane e agli aquilani il perché. Ricordiamo che il Consiglio comunale, in quanto 'proprietario' delle Società partecipate, esercita attività di controllo sulle stesse attraverso, per esempio, il confronto nelle Commissioni. Cosa farà il consigliere Santangelo quando l'amministratrice Santangelo verrà a riferire in Consiglio o nelle Commissioni? Sarà obiettivo nelle proprie valutazioni? Continuerà ad assentarsi, confermando di fatto l'imbarazzo e l'inopportunità di tale nomina?".
Dunque, la Coalizione sociale invita "tutte e tutti a verificare le competenze dei nuovi nominati, a confrontarle con quelle degli altri candidati [i cui curriculum sono pubblicati su coalizionesociale.it], a valutare se per guidare per esempio il Sed potrebbe essere opportuno avere qualche esperienza o competenza nel settore dei big data o magari del cosiddetto 'diritto digitale alla città', cioè in sostanza il diritto nell'accesso ai dati e al loro utilizzo per garantire alle cittadine a ai cittadini di prendere parte attiva alle trasformazioni in atto e non semplicemente subirle. Oppure se l'importante sia nominare chi, alla fine dell'esercizio faccia solamente quadrare i conti della partecipata di turno, anche a discapito del servizio offerto alla città".
Chi ha vinto le elezioni facendo facile demagogia sui meccanismi da rompere, "sta perpetrando esattamente gli stessi malati comportamenti del passato: lottizzazione partitica delle poltrone e favoreggiamento di amici e parenti - anziché il giudizio prioritario in base alle competenze - a discapito dei servizi pubblici essenziali per i cittadini e le cittadine.