"Che fine ha fatto la sede unica comunale, con 35 milioni chiusi nel cassetto?".
A chiederselo è il consigliere comunale del gruppo dell'Italia dei valori - Cambiare insieme Lelio De Santis.
"Ad un anno dell'insediamento della giunta Biondi" scrive in una nota De Santis "l'agenda amministrativa non prevede la realizzazione della sede unica comunale, che ha una dotazione finanziaria di 35 milioni di fondi Cipe, in Bilancio già da cinque anni. La precedente giunta comunale aveva avviato l'iter progettuale per realizzarla nell'area dell'ex Autoparco, vicino alla stazione ferroviaria, dopo aver preso in considerazione anche altre aree, come quella di Collemaggio. Oggi, a nove anni dal sisma, gli uffici comunali continuano ad essere distribuiti in diverse sedi, creando oggettive difficoltà ai cittadini-utenti, costretti a girovagare da un posto all'altro per ottenere certificati o servizi. Ancora più grave è il fatto che il Comune sia costretto a sostenere il costo dei fitti delle diverse sedi, per oltre 1 milione 200mila euro l'anno, coperto con fondi di bilancio e, pertanto, dalla tassazione generale".
"Ritengo" continua De Santis "che non sia corretto sul piano morale né giustificabile sul piano finanziario che si continui a sperperare danaro pubblico per fitti passivi, in presenza di una disponibilità di 35 milioni per realizzare la sede unica, scelta che avrebbe fatto risparmiare al Comune, in questi anni, fior di milioni".
"Si rischia, invece" prosegue la nota "di dover continuare a pagare per anni fitti passivi per le diverse sedi, se non si procede nella realizzazione della sede unica o nell'individuazione di altra idonea soluzione per gli uffici comunali".
"Al riguardo" conclude De Santis "ho presentato un'interrogazione al sindaco Pierluigi Biondi, al fine di conoscere l'intenzione dell'amministrazione comunale e di stimolare l'esecutivo ad assumere deliberazioni urgenti su un problema serio, che rischia di attirare anche l'attenzione della Corte dei Conti".