“Bisogna smetterla di considerare gli imprenditori come persone che fanno speculazione e che hanno un secondo fine. Gli imprenditori sono felici quando possono assumere i collaboratori. Con il varo delle nuove regole la classe politica ha dimostrato di non capire che cosa significa fare questo mestiere e di come si può stare vicini ad una categoria che sta reggendo l’economia del Paese”.
Così il parlamentare abruzzese Antonio Martino, capogruppo di Forza Italia nella commissione Finanza e Tesoro della Camera dei Deputati, commentando il cosiddetto decreto Dignità approvato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi, su proposta del ministro delle Attività produttive e Lavoro Luigi Di Maio.
“Il governo giallo verde ha varato delle norme che non porteranno alla stabilizzazione dei precari ma alla perdita di migliaia di posti di lavoro – spiega ancora Martino -, infatti, si è riesumato un modello che è stato utile negli anni ’60 quando si era in presenza di poche grandi aziende, a partire dalla Fiat. Oggi il sostrato imprenditoriale più rilevante del Paese è costituito da imprese che hanno fino a 50 o 100 dipendenti, quindi aziende che hanno necessità di elasticità contrattuali e a tutele crescenti. Nella considerazione – chiarisce ancora Martino -, che quando c’è lavoro all’imprenditore non importa la tempistica o la speculazione: assume per produrre ricchezza per sé e per il Paese”.
Martino conclude facendo appello anche agli imprenditori affinché si faccia un’azione comune con i parlamentari coscienti dell’inefficacia del decreto Dignità “per far capire, a questa classe dirigente, che le risposte devono essere adeguate alle improrogabili esigenza imprenditoriali”. Il prossimo 10 luglio in commissione Finanze e Tesoro ci sarà l’audizione del ministro dell’Economia Giovanni Tria. “Rappresenteremo questa insieme ad altre situazioni anche al ministro”.