Mercoledì, 25 Luglio 2018 15:22

Iper mercati chiusi nelle feste obbligate e in 12 domeniche l'anno. La proposta di Febbo e Sospiri

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Vietare l'apertura degli iper mercati nelle feste comandate e in 12 delle 52 domeniche dell'anno, lasciando tuttavia facoltà ai sindaci di organizzare un calendario delle aperture e di derogare per alcuni casi specifici.

La proposta viene dai consiglieri regionali di Forza Italia Lorenzo Sospiri (capogruppo) e Mauro Febbo.

Il provvedimento, che avrebbe dovuto essere inserito già nel nuovo Testo unico del commercio approvato qualche settimana fa - che ha introdotto la moratoria sull'apertura di nuovi centri commerciali - sarà portato in aula nella prossima seduta del Consiglio e dovrebbe essere votato anche dalle altre forze politiche.

"La norma" spiegano Febbo e Sospiri "riguarda esclusivamente gli iper mercati, ossia quelle piattaforme commerciali dai mille metri quadri in su che superano l'autorizzazione comunale. Sono piattaforme che oggi possono stare aperte tutte le domeniche dell'anno e anche nelle feste comandate, quelle cerchiate di rosso sul calendario. La nostra proposta non tocca in alcun modo i negozi di prossimità o i supermercati cittadini".

Cosa prevede la norma? Di vietare l'apertura degli iper mercati in alcune feste di precetto e in quelle civili - 1° e 6 gennaio, 25 aprile, domenica e lunedì di Pasqua, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 8 dicembre, Natale e S.Stefano; anche se la data del 6 gennaio potrebbe comportare dei problemi, visto che è il primo vero giorno dei saldi - e in dodici domeniche dell'anno.
 
Come detto, i sindaci manterranno la facoltà di organizzare il calendario delle aperture e potranno stabilire delle deroghe in alcuni casi specifici, per esempio momenti di flusso turistico speciali, grandi manifestazioni, sovrapporsi di festività e domeniche, condizioni meterologiche particolari che richiedano l'approvvigionamento di derrate alimentari e via dicendo.

Sospiri e Febbo hanno spiegato che la norma nasce da una doppia spinta: una etica - riportare le famiglie a vivere i centri storici delle città e salvaguardare le piccole attività commerciali, sempre più schiacciate dalla concorrenza (sleale) delle grandi piattaforme, soprattutto quelle dell' e-commerce, che fanno profitti enormi senza pagare le tasse - l'altra riguardante la tutela dei diritti dei lavoratori della grande distribuzione, assunti il più delle volte con contratti capestro e costretti e rispettare condizioni lavorative ai limiti della sfruttamento.

C'è il rischio, hanno spiegato i due consiglieri, che la parziale moratoria sulle aperture nei festivi possa essere impugnata, come successe a un provvedimento simile che presentò a suo tempo la giunta Chiodi e che venne bocciato alla luce del decreto Salva Italia voluto dall'allora governo Monti.

"Questa volta, tuttavia" ha spiegato Sospiri, "confidiamo nel mutato clima politico, nelle novità introdotte dal decreto Dignità e nel fatto che sulla stessa meteria sono sati depositati due disegni di legge congiunti di maggioranza e opposizione sia in Camera che in Senato".

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