Emergono nuovi dettagli sul rapporto tra l'ex assessore regionale alla Cultura in Abruzzo, Luigi De Fanis, e la sua segretaria, coinvolti nell'inchiesta denominata "Il Vate" che il 12 novembre ha portato all'esecuzione di quattro misure cautelari, due ai domiciliari e due agli obblighi di dimora, che hanno interessato proprio De Fanis, la segretaria e due dipendenti della Regione Abruzzo.
Tra i documenti finiti all'attenzione degli inquirenti un contratto sessuale tra l'ex assessore e la sua segretaria, un accordo cioe' tra le parti, che prevedeva rapporti sessuali in cambio di denaro. Il documento sarebbe finito nelle mani degli investigatori durante una perquisizione a casa della donna.
I reati contestati nell'ambito di questa inchiesta (pm Giuseppe Bellelli, gip Maria Carla Sacco) sono concussione, truffa aggravata e peculato. Nel mirino della Procura le modalità di erogazione dei contributi in base alla legge regionale 43/73 che disciplina organizzazione, adesione e partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali.
Le indagini, portate avanti dal Corpo forestale dello Stato, sono cominciate dopo la denuncia di un imprenditore della provincia di Chieti che avrebbe ricevuto richieste di denaro dall'assessore in cambio delle erogazione di fondi per eventi celebrativi nel 150esimo anniversario della nascita di Gabriele d'Annunzio. De Fanis si e' dimesso dopo l'arresto.
L'avvocato difensore di De Fanis: "Solo scherzi amorosi"
"Scherzi amorosi come ce ne possono essere in un rapporto tra amanti, non sappiamo cosa abbia detto la Zingariello ma siamo pronti ad agire nelle sedi opportune".
Lo dichiara all'AGI uno dei legali dell'ex assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Domenico Frattura, a proposito delle dichiarazioni che Lucia Zingariello, la ex segreteria di De Fanis, avrebbe rilasciato nel corso di un interrogatorio al pm di Pescara raccontando di un 'contratto' che la obbligava ad avere rapporti sessuali con il suo datore di lavoro e amante.
"Tra De Fanis e la Zingariello è noto che intercorreva un rapporto che andava ben oltre quello meramente lavorativo e il presunto foglio che sarebbe stato ritrovato non è che da ricondurre alla relazione sentimentale tra due persone adulte e consenzienti - spiega l'avvocato Frattura, del foro di Lanciano - non so questo documento in che cosa consista perché non c'era nel fascicolo che ho potuto consultare e non so che cosa ha detto la Zingariello in un interrogatorio che tra l'altro dovrebbe essere secretato: evidentemente la segretezza vale solo per alcuni, di certo vale per noi".
"Se la Zingariello dovesse aver fatto dichiarazioni di questo tipo ne risponderà nelle sedi opportune: non creda che per alleviare o alleggerire la sua posizione, possa gettare discredito su De Fanis. E' evidente anche dalle intercettazioni che tra la signora Zingariello e l'ex assessore De Fanis c'era un rapporto che andava oltre il rapporto lavorativo: nell'ambito di questo rapporto sicuramente tra i due ci sono stati messaggi, sms, lettere con dei contenuti che si possono scrivere per gioco e non certo per costringere nessuno ad avere rapporti sessuali".
"Non c'era nessun tipo di pretesa di natura sessuale a fronte di promessa di denaro, era un rapporto consenziente tra adulti", conclude il legale di De Fanis. La Zingariello e De Fanis erano stati arrestati lo scorso 12 novembre con l'accusa di concussione, peculato e truffa aggravata nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara denominata "il Vate".
Stefania Pezzopane: "Vicenda segretaria De Fanis getta altra ombra su giunta Chiodi"
Sui nuovi dettagli emersi nell'inchiesta che riguarda l'ex assessore De Fanis e la sua ex segretaria, si è espressa, con una nota, anche la senatrice del Pd Stefania Pezzopane: "Questa sconcertante, drammatica e vergognosa vicenda del presunto contratto con cui l'assessore alla Cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis avrebbe vincolato la sua segretaria personale all'obbligo di prestazioni sessuali" scrive la Pezzopane "getta un'ulteriore ombra oscura su una Giunta regionale da rispedire a casa con le elezioni e che si è invece autoprorogata oltre ogni limite, fino alle consultazioni europee".
"L'inchiesta è in corso e l'assessore, agli arresti domiciliari, si è dimesso, ma è chiaro che una Regione come l'Abruzzo, che deve affrontare la ricostruzione post terremoto egli effetti violenti della crisi economica, avrebbe assoluto bisogno di una giunta 'sana', nel pieno dei suoi poteri. Da donna aggiungo che un ricatto sessuale di questa natura, se confermato, nei confronti di una lavoratrice dipendente lascia senza parole, per la sua volgare gravità. Né sarebbe molto diverso se tra i due, come sostiene la difesa, ci fosse una relazione".
"E' questo l'esempio che continuano a dare, in Italia, alcuni degli uomini della destra che detengono un po' di potere. Il Presidente pro tempore della Regione Chiodi farebbe bene a condannare senza se e senza ma il comportamento del suo assessore e a ripudiare il relativo modello di potere maschile e maschilista. E farebbe bene a chiedere scusa agli abruzzesi e alle italiane,visto che a scegliere e nominare quell'assessore è stato lui".