Giovedì, 09 Agosto 2018 00:01

D'Alfonso lascia Regione Abruzzo: "Ecco i risultati dell'attività svolta in 50 mesi di governo". Non si sbilancia sulla data del voto e lancia le primarie per la scelta del candidato presidente di centrosinistra

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Un ultimo schiaffo a L'Aquila capoluogo, che pure sarebbe la sede della Giunta regionale: Luciano D'Alfonso ha scelto Pescara per annunciare le sue dimissioni da presidente, con qualche mese d'anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, a seguito dell'accelerazione imposta dalla Giunta per le elezioni del Senato che l'ha obbligato ad optare tra lo scranno in Senato e la poltrona di governatore; verranno protocollate in giornata, ha chiarito

Fino alle prossime elezioni, a guidare la Regione sarà Giovanni Lolli.

Con una conferenza stampa trasmessa in diretta streaming sui canali della Regione, D'Alfonso ha inteso rivendicare l'attività svolta nei 50 mesi di legislatura. 

Una celebrazione di sè stesso; il presidente uscente è arrivato a dire che, se si dovesse certificare una maggiore capacità d'elaborazione amministrativa di un'altra Giunta regionale insediata in Abruzzo, sarebbe pronto a restituire gli emolumenti incassati nei 1500 giorni di governo.

E via con l'elenco dei risultati conseguiti: "Abbiamo messo in campo la norma ‘salva Abruzzo’ che ha permesso di allungare i tempi della restituzione dei debiti ereditati, garantendo i livelli essenziali d’erogazione dei servizi; siamo riusciti ad ottenere l'ingresso nella zonizzazione delle ‘zone economiche speciali’ e, così, dentro la copertura del ‘masterplan’, 1 miliardo e mezzo di euro per 377 interventi, negoziato dal punto di vista di un dialogo competitivo con Palazzo Chigi. Tra le poche regioni del centro sud, abbiamo determinato la semplificazione e l’univocità della società dei trasporti; abbiamo fatto produrre una norma nazionale per il salvataggio degli aeroporti minori e, dunque, della connettività aerea della Regione. Abbiamo raccolto l’invito di Sergio Marchionne a fare in modo che il distretto automotive fosse dotato della copertura elettrica necessaria per qualità e quantità, di idonea copertura di banda larga e ultra larga, attivando, altresì, il pensiero, il progetto e la copertura finanziaria della fondo valle Sangro, opera attesa da 40 anni".

E ancora: "Col contratto di programma tra Rfi e Mit, abbiamo ottenuto 1miliardo e 566 milioni per il potenziamento della velocità e della comodità della tratta su ferro tra Pescara e Roma, conseguendo, tra l’altro, una posizione unitaria del parlamento europeo sulla copertura delle reti TnT in Abruzzo, Molise e nell’alta Puglia. Abbiamo stanziato 100milioni per i porti, tutti proceduralizzati. Non avendo obblighi e doveri, per solidarietà istituzionale, abbiamo messo a disposizione delle Province 56 milioni per la manutenzione straordinaria: in questo senso, siamo la regione che, più di altre, ha determinato trasferimento di strade provinciali ad Anas, 550 km per una spesa annua, a carico dello Stato, di 28 milioni di euro. Abbiamo stanziato 172 milioni per l’edilizia scolastica, immaginato l’acquisto di invenduto per dare ricovero alle famiglie terremotate, evitando ulteriore consumo di suolo e, così, i problemi di manutenzione futuri di Sae e casette, garantendo, tra l’altro, che il patrimonio immobiliare, passata l’emergenza, entri nel bilancio patrimoniale e consolidato dell'Ater. Abbiamo fatto in modo che la gestione commissariale del terremoto non conoscesse identica sorte di quella precedente, allorquando non si fece contabilità rendicontata. Ci sono 300 milioni di euro cantierizzati per i depuratori abruzzesi; ulteriori 300 milioni per sanare le oltre mille frane ereditate. Per la prima volta, Campotosto ha avuto un documento d’emergenza e sicurezza in caso d’evacuazione. Abbiamo finanziato e completato la diga di Chiauci, opera che si attendeva da 35 anni, abbiamo attivato la norma che ha portato alla morte giuridica di Ombrina di ferro, approvato il piano integrato del ciclo dei rifiuti con l’energia circolare, tolto il pericolo esondativo del fiume Pescara con 57 milioni di euro in vasche di laminazione, garantito 135 milioni ai comuni per la banda larga e ultra larga, 50 milioni per la capacità idrica del Fucino".

D'Alfonso ha sfogliato le 941 pagine di risultati per l'Abruzzo, con l'ultimo capitolo scritto qualche ora fa, in Consiglio regionale, con l'approvazione delle leggi 'L'Aquila capoluogo' e 'Nuova Pescara'. "Abbiamo attivato il prestito di personale della Regione in favore dei tribunali, allorquando la norma ancora non c’era, caso unico in Europa, legittimato, in seguito, da una circolare del Ministero di Grazia e Giustizia. Inoltre, siamo stati la prima regione ad uscire dal commissariamento della sanità".

Ci sono stati obiettivi non raggiunti, D’Alfonso nella celebrazione del suo Governo pure lo riconosce: in particolare, "sono dispiaciuto che non sia stata realizzata una sede unica di Regione Abruzzo a Pescara, che consentisse razionalizzazione dei tempi e d’insediare una tradizione amministrativa: purtroppo, la City è oggetto di giuridicizzazione. E sono rammaricato che Palazzo Centi, a L’Aquila, sia rimasto imbrigliato in procedimenti giuridici che, per la mia posizione, hanno portato ad un encomio della Procura sull'attività svolta. Mi dispiace che la Regione non abbia determinato contabilità analitica e mi rammarico, soprattutto, che le liste d’attesa non abbiano conosciuto una vera e propria rivoluzione".

Detto ciò, "abbiamo messo in campo la migliore esperienza sui contratti di sviluppo, oltre 250 milioni alle imprese per progetti di responsabilità sociale; inoltre, abbiamo razionalizzato i costi del personale, con un aumento delle capacità di prestazione. E siamo la prima legislatura che si chiude non avendo conosciuto distruzione giudiziaria per condotte discusse e discutibili riferibili, in particolare, alla sanità. E non sto citando il lavoro dell’assessorato alla cultura della passata amministrazione regionale. Velocità, determinazione, assunzione piena delle responsabilità – le caratteristiche che qualificano il mio agire politico – al momento hanno avuto la piena validazione degli organi di controllo".

Sebbene ci siano ancora procedimenti in corso, il più pesante attiene alla tragedia di Rigopiano.

"Sono stati giuridicizzato 53 volte da una filiera di contrattualizzati dello Stato accecati dalla voglia d’encomi - alcuni sono legittimi, altri progettualmente costruiti – e ad ogni ordine e grado ho avuto la piena validazione della mia condotta che pure è stata coraggiosa, intraprendente, imprenditiva, sia da sindaco che da presidente di Regione. Sono convinto, d’altra parte, che essere eletti significa assumere responsabilità. Per questo, non mi ha mai impressionato l’accertamento: piuttosto, mi ha stupito la iper rubricazione giornalistica; su Palazzo Centi, ad esempio, un facinoroso ha riprodotto il vero e il non vero, ma si è tenuto bene alla larga dal pubblicare i motivi della mia archiviazione, la condotta degna d’encomio riconosciuta dalla Procura".

D'Alfonso ha consegnato alla stampa la comunicazione con cui ha dichiarato conclusa "l'esperienza di governo alla guida della Regione Abruzzo, attivando la dedizione esclusiva quale Senatore della Repubblica" e la delibera di Giunta regionale con cui si sancisce il passaggio di consegne. "Per la prima volta - ha rivendicato - chi subentra potrà conoscere i gangli dai cui ripartire; si potrà disporre di un istituto che fa parte dell’interna corporis degli Enti, una consistenza documentale e conoscitiva, racchiusa in 3 faldoni, che consentirà a chi verrà d'assumere subito la guida dell’Ente".

Da oggi, dunque, verranno avviate le procedure istituzionali che dovranno portare l'Abruzzo alle urne; sulla data del voto, D'Alfonso non ha voluto sbilanciarsi: "a determinarla, attività di procedura amministrativa complessa, saranno il presidente della Giunta regionale facente funzione, il presidente del Consiglio regionale e il presidente della Corte d’appello, nel rispetto della legge regionale, della legge nazionale e dello statuto. Facendo composizione di lettura, credo si comincerà a potere votare in dicembre, magari sarà il 23 dicembre o l’8, il 9 di gennaio; personalmente, mi tengo fuori dalla scelta della data".

Sul candidato che dovrà guidare la coalizione di centrosinistra nel tentativo, difficilissimo, di confermare le forze progressiste alla guida della Regione, D'Alfonso, invece, qualcosa in più lo dice. Innanzitutto, non spalanca le porte a Giovanni Legnini - "non so se sarà in campo, so invece che è una riserva della Repubblica per incarichi rilevantissimi" - e poi lancia le primarie: "di certo, il candidato del centrosinistra guiderà una coalizione con Pd, altri soggetti partitici, e con almeno 3 liste civiche, derivanti dalle esperienze delle amministrazioni locali. E da statuto, il candidato dovrà essere scelto con le primarie: sono diverse le figure di valore che potranno insorgere".

Per ciò che lo riguarda, "lavorerò come ho sempre fatto, stavolta non da candidato, stimolando molte candidature. Va costruito un voto d’opinione, certo, ma soprattutto un voto fortemente territoriale di preferenza. Sono convinto che avremo una competizione tra 4 candidati presidenti: vincerà chi prenderà il 30%. Significa strappare 200mila voti: ebbene, vanno schierati 200 candidati capaci di prendere voti".

D'Alfonso ha lasciato in coda i saluti, "ai dipendenti, ai funzionari e alla mia maggioranza, in particolare nella parte resiliente - la stoccata - che non ha avuto, cioè, esofagiti mensili: c’è chi ha sofferto di esofagiti ma ci sta, in corrispondenza di una immaturità culturale, che significa incapacità riflessiva".

Ultima modifica il Giovedì, 09 Agosto 2018 15:37

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