Inizia la prima settimana da presidente della Giunta regionale per Giovanni Lolli che dovrà traghettare l’Abruzzo verso le prossime elezioni.
Sul tavolo ci sono dossier che l’ex parlamentare conosce approfonditamente: “innanzitutto, sul bilancio dell’Ente; abbiamo dovuto procedere col riaccertamento del disavanzo degli anni passati: alcune regioni virtuose l’hanno sempre fatto, non l’Abruzzo, e ora è diventato obbligatorio per legge. Dunque, abbiamo accertato 713 milioni di euro di disavanzo che dovremmo restituire: se aggiungete che siamo in piano di rientro sulla sanità, potete immaginare come siamo combinati”, spiega Lolli, ospite stamane di Radio Popolare. Poi, ci sono i fondi comunitari: “anche qui, siamo partiti già in forte ritardo sulla programmazione 2007-2013 e siamo stati costretti a ‘rincorrere’: bisogna evitare si possa andare in disavanzo”. Dossier cui “dobbiamo prestare massima attenzione in questi ultimi mesi di legislatura – ribadisce Lolli – “per non creare danni agli abruzzesi e per consentire alla giunta che verrà di poter operare al meglio, con i conti in ordine”. Senza dimenticare “i problemi reali, quotidiani che vivono i cittadini della Regione: in questi anni, mi sono occupato di attività produttive e crisi aziendali; ho gestito 111 crisi in quattro anni e mezzo, alcune non sono ancora risolte. Intendo continuare ad occuparmi col massimo scrupolo di queste vicende. In più, vorrei non si dimenticasse che l’Abruzzo sta affrontando ben due eventi sismici, il primo, quello del 2009 nell’aquilano, e l’altro, a cavallo tra il 2016 e il 2017, e ci sono ancora diverse criticità da risolvere”.
Lolli non si sbilancia sulla data delle elezioni: “ci vedremo presto col presidente del Consiglio regionale e col presidente della Corte d’Appello; studieremo a fondo la legge, che è piuttosto complessa, e insieme sceglieremo la data giusta per permettere la massima partecipazione ai cittadini abruzzesi”. Intanto, “debbo lavorare per tenere i conti in ordine – ripete – sperando che il centrosinistra possa presentarsi all’appuntamento elettorale con un campo forte e ancora più largo che in passato, proiettato verso la società e l’impegno civico; quasi la metà dei sindaci dei 308 comuni abruzzesi è espressione di liste civiche: dobbiamo capire che la società si sta organizzando per conto proprio, non trovando più in nessuno dei partiti tradizionali luoghi dove si senta sufficientemente rappresentata e accolta”.
Lolli è consapevole che per il centrosinistra non sarà facile confermarsi alla guida della Regione, d’altra parte “chi governa un ente locale si trova alle prese con problemi complessi: chi sta all’opposizione, di solito, ha la tendenza a descriverli come semplici, di facile ed immediata soluzione, salvo poi scoprire, una volta al governo, che problemi semplici non ce sono di questi tempi”; tuttavia, prova a suggerire una ‘ricetta’ per la campagna elettorale che verrà: “continuo a pensare, forse perché provengo da una vecchia scuola politica, che bisogna tenere un atteggiamento serio, dire la verità, spiegando ai cittadini ciò che si può fare e ciò che non si può fare, nei limiti che le norme e i bilanci consentono”.
Il presidente della Giunta regionale, pur riconoscendo che sono stati commessi degli errori in questi anni, rivendica l’azione del governo di centrosinistra, “le iniziative che avranno effetti sul lungo periodo, in particolare l’enorme ricerca e raccolta di fondi in un momento in cui di risorse pubbliche ce ne sono poche, a vantaggio di infrastrutture che permetteranno il rilancio della Regione”; e poi, sottolinea l’importanza della Carta di Pescara, “una delle 10 migliori pratiche premiate a livello europeo per la gestione dei fondi comunitari; è la carta della sostenibilità: essendo la nostra una delle regioni col più esteso territorio protetto d’Europa, ed una delle regioni maggiormente industrializzate, col sistema delle imprese abbiamo deciso di puntare sullo sviluppo sostenibile, ed oggi abbiamo 200 realtà produttive che si sono impegnate ad investire in questo senso, per dare un segno chiaro all’Abruzzo”.
Anche su questo si giocherà la prossima campagna elettorale, e non è un mistero che il centrosinistra punti forte sulla discesa in campo di Giovanni Legnini, l’attuale ex vice presidente del Csm: “Non nascondo che la mia personale opinione, e propensione, è di chiedere a lui di candidarsi; tuttavia, in questo momento non è possibile porre il tema sul tavolo: Legnini ci manderebbe giustamente a 'quel paese'. Scaduto il suo mandato al Csm, ne parleremo: proverò a convincerlo, posso dirlo sinceramente, e molti altri sono della mia opinione, ma al momento ogni discorso è assolutamente prematuro per una questione di rispetto istituzionale”. Certo è che “vorrei vincere le elezioni – chiarisce Lolli – e mi batterò per riuscirci”.
Una sua candidatura, però, non è all’ordine del giorno: “Non sono più giovanissimo, ma fisicamente sono ancora una belva”, scherza ai microfoni di Radio Popolare; “arrampico, pratico lo sci alpinismo e, dunque, a scadenza del mandato mi dedicherò con grandissima soddisfazione a queste attività”.