E’ stata deliberata dalla Giunta regionale dell’Abruzzo la proroga di 21 contratti per altrettanti dirigenti. Lo spostamento dei termini è stato adottato per assicurare la continuità amministrativa.
I 21 dirigenti prorogati resteranno in carica per la durata di un anno.
La nota della giunta spiega che “esiste un’esigenza di continuità amministrativa, poiché sono in corso programmi e progetti dei quali è necessario assicurare il completamento per il raggiungimento di obiettivi di indirizzo e gestione”.
La scadenza è dei contratti è prevista per il 19 luglio 2019. La delibera n. 503 del 16 luglio scorso aveva prorogato tutti gli incarichi in scadenza, ma solo per un periodo di 40 giorni, sempre per necessità di continuità nelle funzioni degli uffici e delle strutture regionali. Prima dell’approvazione in giunta, il presidente vicario Giovanni Lolli ha avuto un confronto con le organizzazioni sindacali territoriali sul contenuto della deliberazione e quindi, su come l’Amministrazione intenda procedere.
Tuttavia, la decisione ha messo i dirigenti sul piede di guerra: denunciano, infatti, come la proroga sia illegittima, prevedendo le norme che disciplinano il pubblico impiego il rinnovo di almeno tre anni. Per questo, il sindacato Direr ha già annunciato la volontà di dare battaglia. D'altra parte, i dirigenti lamentano una disparità di trattamento rispetto ad altri colleghi che hanno già avuto il rinnovo di tre anni in primavera, come alcuni capi-dipartimento.
Lolli: "Una scelta responsabile"
"La proroga dei dirigenti fino al 16 luglio 2019, stabilita dalla Giunta regionale, è un atto legittimo, lungamente ponderato e soprattutto di grande responsabilità istituzionale".
Così il presidente vicario Giovanni Lolli in merito alla delibera con la quale sono stati prorogati i contratti ai dirigenti regionali. "Non è sembrato opportuno a questo esecutivo rinnovare per tre anni il contratto di 22 dirigenti, pari a un terzo del totale, in prossimità della scadenza del mandato e in presenza di una necessità da tutti condivisa di riorganizzare la macrostruttura regionale. Sarebbe stato semplice accontentare 22 figure apicali assecondandone le richieste a fine legislatura: si sarebbe sicuramente guadagnato il loro consenso. Invece abbiamo preferito avere riguardo per l’interesse generale e rispetto per coloro che governeranno la Regione Abruzzo nel prossimo futuro; si tratta quindi di un atto di garbo istituzionale. Va ricordato che l'adozione della delibera è stata preceduta da un incontro con i sindacati, nel quale sono emersi i tanti risultati raggiunti negli ultimi due anni in materia di gestione delle risorse umane".
Febbo: "Giunta regionale tra il grottesto e l'illecito"
"Apprendiamo da una nota della Regione Abruzzo, ma attendiamo di leggere il documento ufficiale non ancora pubblicato, che la Giunta Regionale ha deliberato la proroga per un solo anno, anziché i 3 richiesti dalla legge, del ruolo dirigenziale per 22 dirigenti, ovvero un terzo del totale. Decisione che meglio aiuta a caratterizzare e dimostrare quanto sia grottesca l'azione di governo di questo esecutivo regionale".
Questo il commento di Mauro Febbo, consigliere regionale di Forza Italia. "Se buffa e bizzarra sembra la decisione, lo è ancor di più la motivazione, ovvero l'esistenza di 'un'esigenza di continuità amministrativa poichè sono in corso programmi e progetti dei quali è necessario assicurare il completamento per il raggiungimento di obiettivi di indirizzo e gestione'. Una motivazione che strappa sorrisi amari ed incredulità considerando che arriva dopo aver accumulato ritardi su ritardi nella gestione e nella spesa dei fondi comunitari FSE, FESR e FEASR, tanto da portare all'immobilismo una intera Regione fanalino di coda per spesa ed indici di efficienza, dopo aver attuato il 19 luglio scorso una mini proroga per soli 40 giorni degli stessi contratti per la stessa motivazione, dopo che il capo-dipartimento Risorse e organizzazione, Fabrizio Bernardini, aveva predisposto l'avviso a cui i 22 dirigenti hanno dovuto rispondere con le loro candidature, con una conseguente distrazione di risorse umane, accentuazione della burocrazia e perdita di tempo".
Anziché recuperare tempo la Giunta di centrosinistra ha preferito farne perdere di ulteriore ai dirigenti che non hanno visto riconosciuto neppure un loro diritto, l'affondo del consigliere regionale di Forza Italia. "E' la prova evidente che non vi sia né una programmazione né una strategia. E' la certificazione di un fallimento dell'azione amministrativa di un esecutivo incapace persino di programmare il fabbisogno di personale a soli 3 anni. Ancor più allarmante e preoccupante appare la decisione assunta da questa giunta, ormai e per fortuna ai titoli di coda, riflettendo sul fatto che sembra manchino le valutazioni di merito nel rispetto dell'anticorruzione, dell'incompatibilità e degli obblighi di rotazione, ovvero rispetto a quanto stabilito dalle norme che disciplinano il pubblico impiego, compresa la recente riforma Madia".
Non da ultimo – conclude Febbo - va sottolineata una diversità di trattamento per altri dirigenti, "cui è stato conferito l'incarico per 3 anni, con investitura arrivata a fine aprile. Chissà cosa abbiano fatto loro per maritarsi un trattamento diverso e particolareggiato. Se per i più l'incarico cesserà con la fine del mandato in quanto dipendenti interni della Regione, ciò non sarà per il Direttore Generale della Regione Abruzzo, Vincenzo Rivera. Il cosiddetto 'duchino', premiato oltremodo per la sua 'appartenenza' al PD, che secondo una recente sentenza pronunciata dal Giudice del Lavoro de L'Aquila parrebbe abbia ricevuto incarichi senza requisiti, tanto da far condannare la Regione Abruzzo ad un maxi risarcimento, continuerà ad avere un rapporto lavorativo con la Regione Abruzzo anche oltre. Questa è solo una, se non la minore, delle eredità che purtroppo costeranno carissimo, lasciate da D'Alfonso & C. agli abruzzesi".