Sabato, 08 Settembre 2018 21:57

Centrodestra, prove d'unità: candidato presidente potrebbe andare a FI

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Dopo le fibrillazioni che l’hanno percorso in estate, il centrodestra abruzzese sembra aver ritrovato, almeno apparentemente, l’unità.

E’ servita soprattutto a questo, a inviare un messaggio di riconquistata armonia, la manifestazione, svoltasi all’Aquila davanti Palazzo dell’Emiciclo, convocata dalla Lega ma sottoscritta anche da tutti gli altri partiti e forze civiche - da Forza Italia a Fratelli d’Italia, passando per Udc e Azione politica - per chiedere la fine dei traccheggiamenti e l’indizione immediata di nuove elezioni.

“Pensare di tenere altri cinque o sei mesi l’Abruzzo in queste condizioni è una vergogna” attacca il parlamentare e coordinatore regionale del Carroccio, Giuseppe Bellachioma “Da parte di chi deve decidere” afferma Bellachioma - ovvero la presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, e i vertici della Regione Abruzzo che ne hanno facoltà,  ovvero Giovanni Lolli, presidente vicario, e Giuseppe Di Pangrazio, presidente del consiglio regionale  “ci aspettiamo un atteggiamento di coerenza e responsabilità”.

Alle urne subito!” è il refrain che si è sollevato un po’ da tutta la piazza, non particolarmente gremita a dire il vero (un centinaio i partecipanti accorsi, per lo più militanti). La richiesta è quella di andare a votare tra il 20 di novembre – giorno in cui scadono i 90 giorni che devono, per legge, passare tra la data di scioglimento del consiglio regionale (avvenuto il 20 agosto) e le nuove consultazioni – e la metà di dicembre, evitando di finire troppo a ridosso delle vacanze di Natale.

manifestazioe lega 2

Ma è tutt’altro che pacifico che le cose andranno in questo modo. Secondo un’altra interpretazione, che tutela, oltre che i diritti dell’elettorato attivo, anche quelli dell’elettorato passivo, cioè di coloro che vogliono candidarsi - compresi i tanti amministratori locali che per farlo, però, devono prima dimettersi - i temi potrebbero dilatarsi ulteriormente e a quel punto non è escluso che si scavalli al 2019.

Oltre a Bellachioma, in piazza erano presenti anche il collega di partito e parlamentare Luigi D’Eramo; l'assessore del comune dell'Aquila Emaniele Imprudente; il sindaco di Chieti Umberto Di Primio; il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi; l’ex vice sindaco di Pescara Berardino Fiorilli, fresco di adesione a Azione politica; il consigliere regionale Emilio Iampieri e gli ex Riccardo Chiavaroli e Giuseppe Tagliente; gli esponenti di Forza Italia Daniele D’Amario (coordinatore provinciale Chieti), Stefano Morelli (coordinatore comunale L’Aquila), Emilia Di Matteo (delegata comunale di Chieti).

Assenti, invece, ma tutti giustificati, gli altri big: Nazario Pagano, coordinatore regionale azzurro, e Lorenzo Sospiri, capogruppo in consiglio regionale, erano entrambi impegnati a Giovinazzo, in Puglia, alla festa dei giovani di Forza Italia mentre Mauro Febbo e Antonio Martino non hanno potuto partecipare per motivi personali. E sempre per ragioni private ha dovuto rinunciare anche colui che era forse l’ospite più atteso, ovvero Fabrizio Di Stefano, da settimane indicato come il candidato governatore in pectore proprio della Lega.

Benché Bellachioma e la Lega continuino a ripetere che - anche e soprattutto in virtù di sondaggi che danno il Carroccio oltre il 30% a livello nazionale e in una forchetta tra il 26 e il 29% a livello locale - la scelta spetti a loro, sembrerebbe che il nome di Di Stefano sia stato già bruciato da accordi romani.

A farlo intuire è lo stesso Bellachioma, che ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti: “Quello di Fabrizio Di Stefano è un nome assolutamente spendibile ma ho la netta sensazione che la sintesi si farà a Roma”.

L’intesa, in vero, sarebbe già stata raggiunta: l’Abruzzo sarebbe stato inserito in una partita più ampia, che riguardava anche le elezioni in Piemonte e Basilicata e le nomine ai vertici delle aziende nazionali.

Alla fine alla Lega dovrebbero andare Piemonte e presidenza Rai (non a caso nei giorni scorsi è tornato prepotentemente in ballo il nome di Marcello Foa, affossato due mesi da da Forza Italia) mentre a Forza Italia Basilicata e Abruzzo.

C’è ancora incertezza, invece, su chi sarà il candidato.

Finora gli unici ad aver gettato la maschera, dichiarando la propria disponibilità, sono stati Di Primio e Febbo ma il partito di Silvio Berlusconi ha intenzione di affidarsi, per la scelta, a un sondaggio, che sarà allargato anche ad altri nomi, quelli di Antonella Di Nino, attuale sindaco di Pratola Peligna, e di Paolo Gatti, il consigiere regionale di Teramo recordman di preferenze alle elezioni del 2014.

Ultima modifica il Domenica, 09 Settembre 2018 22:45

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