"Basta con questo atteggiamento dilatorio, basta tirare a campare. Chiediamo che si torni al voto tra l'11 e il 25 novembre e comunque non oltre il 2 dicembre. Qualunque data oltre quel limite sarà da noi impugnata davanti al Tar".
E' categorico il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che ha tenuto una conferenza stampa insieme agli altri due consiglieri azzurri Paolo Gatti e Mauro Febbo, per chiedere al presidente vicario Giovanni Lolli di "prendere una decisione e di indicare al più presto una data, smettendo di scaricare tutto sulla presidente della Corte d'Appello, Fabrizia Francabandera. La legge elettorale dice che si deve andare a votare entro 90 giorni dalle dimissioni di D'Alfonso. Spetta a Lolli, sentito il presidente del Consiglio regionale, proporre una data. La presidente della Corte d'Appello può solo controllare che questa sia regolare dal punto di vista normativo".
Secondo Forza Italia, la legge elettorale abruzzese parla chiaro: in caso di scioglimento anticipato del Consiglio, si deve andare a votare entro tre mesi dal fatto che"nel caso in seame" scrivono i coinsiglieri azzurri in una diffida inviata a Lolli e Di Pangrazio, "decorre dalla data delle dimissioni del presidente della Regione rassegnate il 10 agosto. Pertanto le elezioni per iol rinnovo del Consiglio devono tenersi entro e non oltre una data tra l'11 e il 25 di novembre".
"Siamo disposti" ha precisato Sospiri "a concedere a Lolli anche qualche giorno in più ma non tollereremo slittamenti oltre il 2 dicembre. Qualsiasi data fissata oltre quella cadenza sarà da noi impugnata al Tar".
Febbo e Gatti hanno sottolineato come siano da respingere anche le altre due motivazioni tirate in ballo in questi giorni come possibili cause di ulteriori rinvii, ossia quella dei costi e quella dei termini per la rimozione delle cause di ineleggibilità.
Quanto a quest'ultimo punto, "la scelta di consentire lo svolgimento delle eelzioni tra l'11 e il 25 novembre non si pone in contrasto con il diritto di elettorato passivo riconosciuto ai soggetti che versino nelle condizioni di ineleggibilità previste dall'articolo 2 della legge 51 2004". Articolo che è stato recentemente modificato dal Consiglio regionale che ha spostato da 7 a 45 giorni il limite entro il quale un soggetto portatore di una causa di ineleggibilità deve dimettersi dall'incarico (la cosiddetta norma Legnini).
Anche quello della spesa che la Regione dovrebbe sostenere per far svolgere le elezioni, secondo Febbo, è un falso problema: "I soldi a copertura delle spese ci sono, li abbiamo messi nel bilancio pluriennale che abbiamo votato insieme a quello del 2018. Lì, per le elezioni, abbiamo messo 6 milioni, stanziati nel 2019. Si tratterebbe solo di fare un'anticipazione di cassa rispetto a una previsione di competenza. Non serve nemmeno un atto deliberativo. Inoltre" ha precisato sempre Febbo "se il voto dovesse slittare a febbraio o marzo, in questi sei mesi di inattività si dovrebbero comunque continuare a pagare le spese di funzionamento della struttura del Consiglio, che, anche se fermo, costa comunque 465mila euro al mese, e gli stipendi di noi consiglieri, che saremmo pagati per non fare nulla". In totale, stimano i consiglieri di Forza Italia, l'esborso per le casse regionali, e dunque in definitiva per le tasche degi cittadini abruzzesi, sarebbe di circa 10 milioni di euro.
"Ai costi economici vanno sommati i costi politici" ha affermato Paolo Gatti "le mancate decisioni su questioni importantissime per le quali gli abruzzesi attendono risposte".
Secondo Gatti sono inapropriati i paragoni tra la situazione attuale e quella che si venne a creare nel 2013/2014, quando la giunta Chiodi rimase in carica sei mesi oltre la scadenza naturale del mandato per consentire l'accorpamento le elezioni regionali e elezioni europee: "Sono due situazioni completamente diverse: in quel caso c'erano un presidente, una giunta e un consiglio, che continuarono a esistere nelle loro piene funzioni. Oggi invece c'è una giunta che può operare solo per l'ordinaria amministrazione e un Pd che vuole tirarla per le lunghe nella speranza che il clima politico cambi".
"Sappiamo che Lolli ha incontrato la Presidente della Corte d'Appello pochi giorni fa" ha concluso Sospiri "Vogliamo sapere cosa si sono detti e se c'è una data per le elezioni regionali. In caso contrario mobiliteremo sindaci e territori contro questo continuo gioco dello scarica barile".
I tre esponenti di Forza Italia al termine della conferenza stampa - alla quale hanno partecipato anche i sindaci di Tortoreto, Colledara, Nereto, Penne S. Andrea, Notaresco, Castel Castagna, Corropoli, Ancarano, l'ex sindaco di Atri Gabriele Astolfi, e l'assessore comunale Amelide Francia di Isola del Gran Sasso - hanno "occupato" simbolicamente la sala del Consiglio regionale, dove hanno promesso di rimanere a oltranza, fino a quando Lolli non avrà comunicato una data.
Lolli: "La data soltanto dopo l'incontro con la Presidente della Corte d'Appello"
"La correttezza istituzionale e l'impegno assunto nei confronti del Presidente della Corte d'Appello, Fabrizia Ida Francabandera, vincolano rigorosissimamente, in questa delicata fase istituzionale, il mio comportamento nelle vesti di Presidente vicario della Regione Abruzzo".
Così Giovanni Lolli risponde ai consiglieri regionali Lorenzo Sospiri, Paolo Gatti e Mauro Febbo, che stamani, in conferenza stampa, hanno chiesto al Presidente vicario una data certa delle elezioni regionali. "In attesa dell'incontro previsto per la prossima settimana e a seguito della richiesta della dott.ssa Francabandera di esaminare attentamente la documentazione e i pareri che la Regione le ha consegnato", prosegue Lolli, "come Presidente non devo, non posso e non voglio violare in alcun modo la procedura avviata, anticipando o confidando a chicchessia informazioni, date o comunicazioni di sorta, prima che il confronto con la Presidente della Corte d'Appello si sia concluso".
Il Presidente vicario, spiega poi che le norme prevedono una procedura rigorosa e in questa fase "riservata al confronto tra gli organi istituzionali competenti". "Non è prevista alcuna condivisione con partiti, gruppi politici, sindaci, enti, associazioni o singoli cittadini; tantoppiù se una sollecitazione o addirittura una 'pretesa' viene avanzata da un luogo istituzionale provocatoriamente occupato".
"Riterrei gravissimo e offensivo, verso le prerogative della dott.ssa Francabandera e mie, condividere informazioni o 'sapere cosa ci siamo detti' in un incontro che è stato doverosamente riservato come sempre è successo in casi del genere. Naturalmente", conclude Giovanni Lolli, "la data delle elezioni verrà fissata a breve e in quel preciso istante a tutti gli abruzzesi ne verrà data comunicazione".