Lunedì, 17 Settembre 2018 20:00

Elezioni regionali, si vota il 10 febbraio. Sospiri (FI): "Ricorreremo al Tar"

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Il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ha sciolto la riserva sulla data delle nuove elezioni regionali: si andrà a votare il 10 febbraio 2019. Lo stesso Lolli, che la scorsa settimana aveva incontrato, insieme al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, la presidente della corte d'Appello dell'Aquila Fabrizia Francabandera, lo ha comunicato alla conferenza dei capigruppo tenutasi nel tardo pomeriggio a palazzo Silone, all'Aquila. 

Una decisione attesa: come avevamo anticipato nei giorni scorsi, il parere degli uffici regionali, in effetti, andava nella direzione di indire le elezioni a 120 giorni dalle dimissioni del governatore Luciano D'Alfonso. Parere fatto proprio dalla presidente della Corte d'Appello che ha voluto analizzare attentamente la documentazione che la Regione aveva consegnato. Stante l'interpretazione condivisa, la prima domenica utile sarebbe stata il 23 dicembre. Impraticabile. E considerato che in gennaio non si può votare, per le particolari condizioni orografiche di Regione Abruzzo, le prime date plausibili erano, appunto, il 10 o il 17 febbraio. 

Ma Forza Italia, tramite il capogruppo Lorenzo Sospiri,  non ci sta e, come aveva annunciato venerdì scorso, comunica di non essere d'accordo e di voler ricorrere al Tar. "Il Presidente Lolli, con il garbo che lo contraddistingue" scrive Sospiri sul proprio profilo Facebook "mi ha comunicato che intende indire le elezioni regionali per il 10 febbraio, tralaltro giorno del ricordo delle vittime delle Foibe. L’ho ringraziato per la cortesia ed ho salutato. Ho già chiamato i nostri legali per impugnare tale folle scelta al Tar, come già avvenuto in altre Regioni. È scelta non condivisibile, non corretta, contraria al bene dell’Abruzzo, con evidente sperpero di denaro pubblico. La contrasteremo in ogni sede possibile".

Dura anche la reazione del Movimento 5 Stelle. "E' inaccettabile la scelta del PD di tornare alle urne nel 2019, a un anno dall'incompatibilità e a sei mesi dalle dimissioni del Presidente D'Alfonso", l'affondo della candidata presidente Sara Marcozzi; "lo statuto e le leggi regionali in combinato disposto prevedono che, in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, il ritorno al voto debba essere garantito entro tre mesi dalle dimissioni del Presidente della Giunta regionale. Il PD ha, come al solito, 'stirato' le leggi al solo fine di allontanare quanto più possibile la sicura debacle che li attende alle urne. Attendiamo la pubblicazione del decreto, sarà interessante capire le motivazioni che hanno ispirato i decisori su tale scelta e anticipiamo che valuteremo insieme ai nostri legali se siano stati rispettati tutti i dettami normativi".

D'altra parte, la decisione "espone a un pericolo enorme l'economia della nostra regione. La legge, infatti, stabilisce che possano essere approvati solo atti 'indifferibili' e 'urgenti'. Il bilancio è certamente un atto indifferibile ma solo relativamente alla parte ordinaria, vale a dire l'approvazione di quella parte di bilancio che riguarda le spese correnti o quelle obbligatorie. A nostro avviso, non sarà possibile approvare nessuna misura straordinaria, penso ad esempio al settore della cultura o a interventi sulle società partecipate, che vede proprio nella sessione di bilancio l'approvazione di provvedimenti attraverso progetti di legge o emendamenti. Una sciagura per la già delicata situazione che vive Regione Abruzzo in tema di bilanci, per cui vale la pena ricordare che l'ultimo bilancio parificato dalla Corte dei Conti risale al 2012".

"Se finora il 10 febbraio era noto come il Giorno del Ricordo, d'ora in poi diventerà anche il giorno della vergogna dell'Abruzzo", le parole durissime di Fabrizio Di Stefano. "Non esistono altri termini per definire, infatti, la scelta effettuata per individuare la data del voto per le elezioni regionali. Non ci sono considerazioni giuridiche univoche che sostengano tale decisione ed è bene essere chiari: si tratta di una scelta politica grave, che prolungherà di fatto l'agonia dell'Abruzzo, che prima è stato malgovernato e poi è stato abbandonato da D'Alfonso. La scelta di fondo da compiere era semplice, ossia tra la politica con la P maiuscola, e quindi voto il 10 novembre, perché l'Abruzzo non può restare paralizzato e senza governo, o - come pare stia prendendo forma - la politica con la p minuscola che ha avuto un ultimo, inutile senso di autoconservazione e di salvaguardia della poltrona per qualche settimana in più a danno dei cittadini. Tuttavia nemmeno questa decisione antipopolare cambierà il corso degli eventi: restiamo e resto in azione e proseguirò con ancora maggiore determinazione il mio cammino per restituire alla nostra Regione e agli abruzzesi forza, dignità e un governo capace e autorevole".

"Ritengo assurda, se confermata, la scelta del 10 febbraio come data del voto per le elezioni regionali in Abruzzo", ha aggiunto il Coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Etelwardo Sigismondi. "Assurda perché l'Abruzzo dovrebbe aspettare ancora altri cinque mesi prima di avere un Governo Regionale nel pieno delle sue funzioni, in grado di dare risposte alle tante problematiche della nostra regione; assurda perché non rispetta quanto previsto dalla legge elettorale regionale che stabilisce, in caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, che le elezioni si svolgano entro tre mesi dallo scioglimento del medesimo; assurda perché costringerebbe a una campagna elettorale in mesi in cui è difficile garantire partecipazione, coinvolgimento e adeguata informazione agli elettori in quanto a programmi e idee. L'Abruzzo non può più permettersi di perdere tempo: mettiamo gli abruzzesi il prima possibile in condizione di scegliere da chi farsi governare. Elezioni subito ed entro il 2018".

Anche la presidenre di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, è intervenuta sull'argomento. L'ex ministro, in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, definisce "vergognosa la scelta di fissare per il 10 febbraio 2019 le elezioni regionali in Abruzzo. Gli abruzzesi non possono essere ancora ostaggio del Pd e hanno il diritto di scegliere da chi essere governati. La posizione di Fratelli d'ItaIia è elezioni subito".

Di Sabatino (Pd): "Scomposte e sgangherate le esternazioni di centrodestra e M5S"

"La data del voto è stata scelta all'esito di un lavoro svolto in un clima di grande serenità tra il Presidente Lolli, d'intesa con il Presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio, e la Presidente della Corte di Appello, che hanno mostrato assoluto scrupolo nel rispettare le norme e la giusta tempistica".

Con queste parole il Segretario reggente del Pd Abruzzo Renzo Di Sabatino interviene per placare le polemiche scatenate dlle forze di opposizione circa la data del voto delle prossime elezioni regionali. "Le scomposte e sgangherate esternazioni di alcuni esponenti del centrodestra e del M5S – continua Di Sabatino - precedono addirittura la conoscenza delle motivazioni che hanno portato a tale decisione. Bene comunque il loro annuncio di rivolgersi a dei legali, che sono certo spiegheranno loro l'inutilità di un ricorso in sede giudiziaria. Continua a stupire con quanta veemenza alcuni esponenti di Lega e Forza Italia abbiano reagito all'annuncio della data delle elezioni abruzzesi, dato che, ed è sempre utile ricordarlo, il centrodestra solo cinque anni fa approvò una norma che consentì di andare al voto addirittura oltre la metà di marzo, di fatto per allungare la legislatura Chiodi di ben sei mesi. Ed infatti si votò a fine maggio, mentre adesso, al netto delle polemiche si voterà il 10 febbraio".

Ultima modifica il Martedì, 18 Settembre 2018 15:27

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