Tutelare le migliaia di persone che lavorano nei call center situati nel comune dell'Aquila attraverso il mantenimento dei posti di lavoro e il reperimento di nuove commesse, in un momento, quello attuale, segnato in negativo da una doppia crisi, quella economica congiunturale e quella scaturita in seguito al terremoto.
Sono gli obiettivi di una mozione congiunta presentata da Stefano Palumbo e da Pierpaolo Pietrucci, rispettivamente consigliere comunale e provinciale, entrambi del Partito democratico.
La mozione, che sarà discussa in consiglio comunale domani e che approderà invece nell'assise provinciale la prossima settimana, impegna il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e il presidente della provincia Antonio Del Corvo ad “attivare presso i competenti Ministeri dello Sviluppo economico e della Attività produttive, anche mediante il coinvolgimento dei sindaci del comprensorio, ogni azione utile al reperimento di nuove commesse a beneficio del call center cittadini, onde scongiurare la perdita di quote di mercato dagli stessi conquistate negli anni, evitando un possibile depauperamento del complesso sistema creatosi e che sino ad oggi ha originato positive e importanti ricadute a livello occupazione e sociale”.
Quello dei call center, hanno ricordato i due consiglieri citando alcuni dati forniti dalla Cgil, è un comparto dove attualmente, in tutta la provincia, lavorano circa 4 mila persone, di cui 2500 nel comune dell'Aquila.
Si tratta di lavoratori inquadrati e assunti con varie tipologie contrattuali, dal tempo pieno al part-time, dal tempo indeterminato ai contratti di apprendistato.
In mancanza di opportunità di lavoro e in tempi di difficoltà economiche e di tassi di disoccupazione a due cifre, questo settore – negli ultimi anni assurto, nell'immaginario collettivo, a simbolo di sfruttamento e precariato (anche successivamente alla pubblicazione di alcuni libri e di film come Tutta la vita davanti di Paolo Virzì) – è diventato un'àncora di salvezza per migliaia di famiglie.
In alcune zone depresse come la nostra, inoltre, per esigenze di flessibilità e per evitare i rischi di dover lavorare in nero, senza alcuna garanzia, il call center è un’opzione valida per molti. Non solo giovani, come si è abituati a pensare: secondo alcune ricerche, infatti, sono in costante aumento i 40-50enni che hanno perso il lavoro e ne cercano uno nei call center.
“Questa mozione” ha detto Pietrucci “è un modo per focalizzare l'attenzione della politica sulle vicende occupazionali e lavorative di questo territorio. Abbiamo deciso di partire dai call center perché danno lavoro a migliaia di persone, non solo giovani ma spesso madri e padri di famiglia che hanno un'età per la quale sarebbero difficilmente ricollocabili altrove".
"Nel nostro territorio” ha ricordato poi Pietrucci “i call center operano da circa 15 anni. All'Aquila sono 4 le aziende presenti, tutte con commesse importanti. Aziende che, dopo il terremoto, hanno fatto l'impossibile, aiutate dalle istituzioni locali, per rimanere qui all'Aquila, garantendo anche una tenuta del tessuto sociale che altrimenti non ci sarebbe stata. Ecco, noi vogliamo evitare che, nel futuro, queste imprese possano perdere quote di mercato. In genere sulle situazioni occupazionali si interviene sempre dopo, quando la crisi si è già aperta. Il nostro intento, invece, è quello di intervenire da subito, mantenendo quello che abbiamo per cercare di dare una prospettiva alle persone che lavorano in queste strutture”.
“Si tratta di una situazione che vogliamo affrontare prima che qualcosa possa cambiare a danno del nostro territorio" ha ribadito Stefano Palumbo “Pur non essendoci al momento preoccupazioni riguardo al futuro dei nostri call center, è tuttavia necessario muoversi congiuntamente affinché si possano incrementare le commesse e garantire la continuità di un sistema che, ad oggi, garantisce lavoro a 2500 persone.”