Venerdì, 12 Ottobre 2018 15:40

Caserma Rossi, Palumbo e Romano: "Aspettiamo i veri atti deliberativi in Consiglio comunale"

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"Può un sindaco che sottoscrive un’intesa sul futuro urbanistico di un’area della città, quella della Caserma Rossi, il 6 dicembre 2017, ratificandola il 28 di agosto dell’anno successivo, indire una conferenza stampa l’11 di ottobre, cioè a quasi un anno dall’avvio delle procedure, solo per ventilare atti risolutivi sulla vicenda che però nessuno ha la possibilità di verificare e fare paragoni con gli atti prodotti sullo stesso tema dal suo predecessore?".

Se lo chiedono il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano e il capogruppo del Pd Stefano Palumbo, all'indomani della conferenza stampa tenuta dal sindaco Pierluigi Biondi sul destino della Caserma Rossi [qui].

"Il dibattito politico in città può davvero ridursi ai ruggiti del primo cittadino sull’operato di una vecchia maggioranza di fatto quasi totalmente sparita nel nuovo assetto consiliare che se non altro ha il merito di aver gestito con efficacia una fase difficile e delicata della storia cittadina?", incalzano Palumbo e Romano. Che aggiungono: "Già solo questo dovrebbe evidenziare la sua debolezza politica, oltre che i fantasmi che ancora oggi, dopo un anno e mezzo di consiliatura e una candidatura sfumata alla Regione, turbano il suo operato. Il sindaco dovrebbe imparare a presentare atti concreti formali, come si usa nella pubblica amministrazione, attuabili e discutibili nell’Aula consiliare con la sua maggioranza, di fatto vilipesa dal suo protagonismo, benché solo comunicativo, e con la sua opposizione; non può ridursi, un sindaco nell’esercizio delle sue funzioni, a scavare trincee di rancore intorno al suo palazzo, millantando operazioni verità che non apportano alcun beneficio né alla città, né alla sua credibilità, né tanto meno sono verità".

Tra l'altro, "per rivendicare un proprio sigillo su ogni opera che si intende realizzare in città - aggiungono i consiglieri d'opposizione - il sindaco dimentica di ricordare tutti i passaggi formulati dalla precedente amministrazione sulla Caserma Rossi. In primo luogo occorre rilevare che se egli può parlare della questione, lo deve al fatto che qualcuno, prima del suo avvento, ha avuto la lungimiranza e il pregio di averla posta con forza al Governo dell’epoca. La passata Giunta aveva sì redatto un protocollo d’intesa di pochi articoli, ma che poteva vantare la firma di ben sette Ministeri e l’obiettivo di sviluppare studi di fattibilità concreti. Basterebbe rileggersi la delibera di Giunta n. 654 del 30.12.2013 nella quale si sottoscrive un protocollo con l’Università dell’Aquila con il preciso scopo, poi attuato, di sviluppare uno studio di fattibilità esigenziale dell’area della Caserma Rossi, completo anche di una nuova viabilità a servizio del polo scolastico".

E’ strano che tutto questo sia stato omesso da Biondi nella violenta reprimenda alla passata amministrazione. "Quando si annunciano per sicure aliquote della Caserma Rossi pari al 60% per il Comune dell’Aquila e al 40% per l’Agenzia del Demanio, Biondi va in contraddizione proprio con il protocollo da lui ratificato solo qualche settimana fa in Giunta comunale dove possiamo leggere: 'restituire all’Agenzia del Demanio le caserme De Amicis e Rossi per operazioni finalizzate al riordino e alla razionalizzazione degli spazi attualmente in uso alle amministrazioni statali'. In virtù di questo, non capiamo come si potrà addivenire ai futuri accordi attuativi che lui sbandiera solo in conferenza stampa".

Inoltre "nel suo protocollo, alla lettera c)m circa gli impegni in capo al Comune dell’Aquila, si legge che l’Ente dovrà 'assicurare gli oneri finanziari necessari per la riallocazione delle funzioni presenti nella Caserma Rossi'; cosa diversa sarà invece stornare a tal fine, parola del Sindaco, il contributo concesso al Provveditorato alle Opere Pubbliche per ricostruire le ex palazzine dei militari site in Villa Gioia; stanziamenti già assentiti a favore dello stesso Ministero sebbene per attività alloggiative e che oggi, grazie alla passata amministrazione (e non a Biondi) saranno sostituite con quelle a Via Di Vincenzo, finanziate in carico alla ricostruzione privata e al trasferimento dei loro occupanti precedenti nel complesso dei 201 appartamenti di Pettino".

"Aspetteremo comunque i veri atti deliberativi in Consiglio Comunale, ricordando al sindaco che la damnatio memoriae a cui gli Imperatori ricorrevano quando volevano distruggere i propri predecessori sono state stigmatizzate negativamente dalla Storia e, a volte, dagli stessi senatori.

Ultima modifica il Venerdì, 12 Ottobre 2018 16:01

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