Fare dell'Aquila e del suo comprensorio un distretto digitale puntando sulla realizzazione di data center, i centri di elaborazione dati (Ced) che costituiscono l'infrastruttura informatica di base usata da aziende private e enti pubblici.
E' la proposta contenuta in un disegno di legge depositato dal deputato di Forza Italia (eletto in Abruzzo) Antonio Martino, che dà concretezza, ampliandola, a un'idea lanciata dallo stesso Martino qualche mese fa in campagna elettorale.
"Entro i primi 100 giorni dall'inizio della nuova legislatura" aveva detto l'esponente azzurro "presenterò una proposta di legge per fare del'Aquila la capitale dei big data della sanità".
La bozza di ddl illustrata da Martino insieme alla rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi, al professor Fabio Graziosi (Dipartimento di Ingegneria e scienze dell'informazione e matematica) e al vice sindaco Guido Liris, va oltre e lancia un progetto molto più ambizioso: trasformare L'Aquila in una sorta di piccola Silicon Valley appenninica.
I data center sono spazi, più o meno grandi, che ospitano al propio interno server, sistemi di archiviazione dati, sistemi informatici, infrastrutture di telecomunicazione e vari accessori ad essi collegati. In tempi di hosting, cloud e outsourcing sempre più spinti, in cui i Big Data si stanno trasformando nel "petrolio" del nuovo millennio, la scelta di ospitare uno o più data center può rappresentare un investimento strategico per il futuro di un territorio.
L'idea di impiantare nel capoluogo abruzzese un data center, a dire il vero, non è del tutto nuova: negli anni scorsi altri soggetti - pubblici, privati e appartenenti all'area dell'attivismo civico - avevano presentato proposte simili, puntando molto su alcuni requisiti di cui il comprensorio aquilano è già in possesso: la presenza di due università (Univaq e GSSI), dei Laboratori del Gran Sasso, di aziende come Telespazio e, in generale, di un ecosistema culturale favorevole; la disponibilità di fibra ottica; la sperimentazione sul 5G. Nonché di un clima particolarmente propizio: i data center, infatti, generano grandi quantità di calore e le basse temperature aiutano l'abbattimento dei costi per quanto riguarda i sistemi di raffreddamento.
L'elemento innovativo sul quale fa leva la proposta di Martino è costituito da un insieme di incentivi e sgravi fiscali per quelle imprese digitali e ad alta innovazione tecnologica che si insedieranno all'Aquila o in uno dei comuni del cratere del 2009 nel triennio 2019-2021: dall'abbattimento dei costi dell'energia elettrica per dieci anni all'argamento del perimetro di applicazione degli iperammortamenti previsti dal Piano d'impresa 4.0; dalla proroga del credito di imposta Formazione 4.0 (in scadenza a fine 2018) ad agevolazioni per interventi di efficientamento energetico, ambientale e antisismico su edifici e impianti.
La proposta di legge, ha spiegato Martino, ha, come obiettivo finale, quello di creare nuova occupazione ed evitare lo spopolamento a cui il territorio aquilano andrà incontro - e che in parte è già iniziato - se, oltre a rifare le case, non si penserà anche a dare ai giovani opportunità lavorative.
“Un progetto ambizioso" ha affermato il deputato "in cui sarà fondamentale la collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila, che metterà la propria conoscenza e i propri studia a disposizione della città e dei cittadini, in una visione di sviluppo futuro dell’intero territorio”.
“Siamo sempre favorevoli a collaborare con le altre istituzioni" ha commentato Paola Inverardi "quando si tratta di realizzare progetti e idee che hanno una vocazione tecnologica e innovativa, che si inseriscono nel contesto della ricostruzione avanzata della città. La proposta di Martino sistematizza una serie di tentativi fatti in passato che per vari motivi non si erano concretizzati".