Martedì, 23 Ottobre 2018 13:46

Decreto Genova, poche luci e molte ombre sul cratere 2009

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E dunque, come era stato anticipato ieri dal presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, questa notte – nel corso della maratona in commissione a Montecitorio per la conversione in legge del cosiddetto ‘decreto Genova’ – è stato approvato l’emendamento presentato dal Governo che, di fatto, riconoscendo l’errore del Ministero delle Infrastrutture, ha corretto la norma prevedendo che i lavori di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 vengano avviati con l’anticipazione dei fondi dal Piano operativo nazionale del Mit e non dal così detto Masterplan per l’Abruzzo e il Lazio.

"Si tratta di una vittoria dell’Abruzzo e – lasciatemelo dire – di chi si è battuto tenacemente avverso il provvedimento previsto nel Decreto”, ha sottolineato stamane Lolli. Che ha aggiunto: “il risultato è arrivato a valle di una corretta interlocuzione col Governo, o meglio, con un ministero, il dicastero per il Sud di Barbara Lezzi, che ringraziamo ancora. Da parte nostra, confermiamo la volontà di fare la nostra parte, lasciando slittare alcune opere previste nel Po Mit per l’Abruzzo così da garantire le risorse necessarie, a patto, però, che ci venga chiesto in modo serio e sui tavoli adeguati".

Dunque, Lolli non ha mancato una stoccata al ministro delle infrastrutture Toninelli: "Ad oggi, e nonostante le sollecitazioni, non ha ritenuto ancora di riceverci, nonostante fino alle prossime elezioni sia io l'unico costituzionalmente deputato a interloquire con lui a nome della Regione. La sicurezza per noi è al primo posto nella scala di priorità, ma continuiamo a essere basiti dalla continua ridda di dichiarazioni del Ministro e del concessionario, che creano solo confusione. Voglio ricordare, nel caso se ne fossero dimenticati, che dalla funzionalità di quelle arterie dipende anche una grande fetta dell'economia regionale ed è per questo che servono risposte chiare e soluzioni condivise ai problemi, evitando dichiarazioni propagandistiche che creano solo danni al nostro tessuto sociale ed economico".

Assai meno diplomatico il commento del segretario regionale dem, Renzo Di Sabatino. "La messa in sicurezza della A24 e della A25 non sarà finanziata con le risorse già assegnate all’Abruzzo, bensì sarà a carico del Fsc del Ministero dei Trasporti, così come chiedevamo e per cui ci siamo battuti. Il risultato è stato ottenuto e, per questo, ringraziamo il presidente Lolli e tutti i sindaci che si sono mobilitati per evitare questo scippo e per tutelare gli interessi degli abruzzesi. È triste, invece, dover segnalare la totale assenza dei parlamentari abruzzesi del M5S e della Lega nel percorso che ci ha portato a questo risultato. E dispiace dover constatare che la candidata alla presidenza della Regione Abruzzo per il Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, abbia bollato il Pd e gli organi di informazione che hanno seguito la vicenda come fabbricatori di fake news. La stessa maggioranza giallo-verde l’ha smentita, ieri notte, approvando l’emendamento all’articolo 16 sui fondi per la messa in sicurezza di Autostrada dei Parchi. Adesso gli abruzzesi sanno chi li stava tradendo".

Alla fine hanno dovuto cedere, ha aggiunto la deputata Stefania Pezzopane. "Grazie alla nostra determinazione si è risolta positivamente la vicenda dei 200 milioni per la messa in sicurezza de viadotti della Autostrada dei Parchi. E grazie ai sindaci e alla Regione che hanno reagito insieme a noi e con decisione allo scippo. I nostri emendamenti – ha tenuto a sottolineare Pezzopane - sono stati praticamente copiati dai relatori della maggioranza e, quindi, assorbiti. E' una vittoria che premia l’impegno di chi ha rappresentato le giuste istanze dei cittadini dei nostri territori. Istanze ignorate dai deputati della maggioranza che hanno assistito silenti alla nostra battaglia, difendendo anche in commissione l'indifendibile. Un’autentica figuraccia dopo la netta retromarcia in Commissione. Ora il ministro Toninelli si sbrighi a fare i decreti affinché i lavori possano rapidamente riprendere".

Nel decreto Genova, erano attese anche risposte che sciogliessero alcuni nodi sulla ricostruzione dell’Aquila e del cratere 2009.

Ebbene, è arrivata una buona notizia per i dipendenti Ripam in servizio presso i comuni e che hanno finalmente una certezza per il proprio futuro; è stato dato il via libera all'emendamento che vede come primo firmatario Carlo Giacometto di Fratelli d'Italia che ha raccolto le diverse proposte formulate, tra cui quella del deputato aquilano Luigi D'Eramo, prevedendo che il personale assunto a seguito del 'concorsone' sarà inserito stabilmente all'interno delle dotazioni organiche dei comuni e, di conseguenza, scompare la scadenza del 2023, data oltre la quale si sarebbe potuta verificare una condizioni di sovrannumero e, quindi, di assoluta indeterminatezza circa il destino lavorativo. "È una vittoria innanzitutto per i lavoratori - hanno tenuto a sottolineare lo stesso D'Eramo e il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi - ma soprattutto per la città e per il territorio. Negli anni passati c'è stata una costante emorragia di queste risorse umane che, pur di non subire l'aleatorietà della norma, hanno preferito trasferirsi in altri enti o presso i ministeri non appena ne hanno avuto la possibilità. Sin dall'inizio del mandato avevamo preso un impegno preciso: dare stabilità e continuità ai lavoratori assunti a seguito del sisma e abbiamo perseguito l'obiettivo con serietà e determinazione, anche istituendo un gruppo di approfondimento specifico. Stiamo mantenendo la promessa, lavorando in silenzio e senza far annunci, come è consuetudine di questa amministrazione". Adesso l'obiettivo - hanno aggiunto Biondi e D'Eramo - è di individuare la strada anche per i tempi determinati. "Anche su questo tema c'è un confronto serrato tra uffici comunali e governo per dare, dopo tanti anni, un assetto definitivo alle strutture impegnate nella ricostruzione".

Altra buona notizia era arrivata dal Cipe che ha rifinanziato le spese per l'assistenza tecnica garantendo, dunque, le risorse per il rinnovo dei precari in scadenza al 31 dicembre 2018, sebbene i tempi potrebbero essere troppo stretti per consentirgli di tornare al lavoro dai primi di gennaio 2019, considerate le lungaggini burocratiche. 

Ed ora, le - tante - ombre. Sono stati bocciati entrambi gli emendamenti presentati dalla deputata Stefania Pezzopane che tentavano di dare una soluzione alla richiesta restituzione delle tasse non versate a seguito del sisma. Il primo, chiedeve che la soglia del de minimis venisse innalzata a 500 mila euro, vigendo, all'epoca della sospensione, il così detto 'temporary framework'; il secondo, riguardava invece la modifica della norma italiana sugli aiuti di Stato. A questo punto, non è chiaro come andrà a finire: al 31 dicembre prossimo scade la proroga per l'avvio della riscossione concessa dal governo giallo-verde e, dunque, l'unica ipotesi plausibile è un ulteriore slittamento dei tempi per provare a trovare una soluzione. Altrimenti, circa 120 imprese e persone fisiche saranno chiamate a restituire un lordo stimato di oltre 75 milioni di euro. Sarebbe una vera e propria mazzata sul tessuto economico del cratere.

Bocciato anche l'emendamento che proponeva la reintroduzione del Durc di congruità anche nel cratere 2009, come previsto per i territori del centro Italia, e così la proposta di stanziamento di 10 milioni per il Comune dell'Aquila e 2 milioni per i comuni del cratere a compensazione delle minori entrate e delle maggiori uscite, fondi garantiti ogni anno agli Enti locali che, diversamente, rischierebbero il dissesto finanziario. L'ultimo 'treno' per ottenere le risorse è la Legge di Bilancio.

Per questi motivi, il presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli ha convocato per venerdì, a L'Aquila, un tavolo in Regione con i parlamentari abruzzesi: "Siamo in un vicolo cieco", ha ribadito; "il 31 ottobre prossimo scade l'incarico a Raniero Fabrizi, titolare dell'Usra e, ad interim, dell'Usrc: dunque, gli uffici per la ricostruzione resteranno privi di guida. Non solo. Scade anche il mandato, prorogato per un solo mese, di Giampiero Marchesi alla Struttura tecnica di missione. Inoltre, non abbiamo ancora un sottosegretario con delega alla ricostruzione e neppure un commissario per il cratere 2009".

Pezzopane: "Per L'Aquila, un bottino magro ed amaro"

"E' un magro e amaro bottino quello che M5s-Lega destina a L'Aquila per la ricostruzione dopo il terremoto del 2009. Il decreto Genova/emergenze nel testo iniziale non aveva nulla ed aveva totalmente ignorato la nostra situazione, nonostante gli appelli delle istituzioni e delle categorie produttive. Gli aquilani sono stati sostanzialmente abbandonati dal governo. Fra tutti gli orrori spicca la gravissima bocciatura dell'emendamento da me presentato sulle tasse sospese per le aziende e che ci chiedono di restituire al 100%. La questione del de minimis, secondo la giusta interpretazione della norma italiana, è andata nuovamente nel dimenticatoio. Intanto i mesi della proroga scorrono inesorabilmente. La maggioranza aveva inizialmente accantonato l'emendamento impegnandosi a trattare l'argomento, poi, stamattina alle ore 5, lo hanno respinto. Bocciato insieme a tutti gli altri che puntavano al sostegno per le minori entrate e maggiori spese dei comuni dell'Aquila e del cratere: in questo modo vengono scippati ben 12 milioni, 10 all'Aquila e 2 agli altri comuni".

Così Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera. "Bocciato persino un emendamento richiesto dall'Ance - aggiunge Stefania Pezzopane - che intendeva accelerare sulle procedure attraverso l'istituzione di una conferenza permanente. Magro e amaro bottino, dunque. L'unico emendamento approvato è quello del deputato di Fi Giacometto, e da me sottoscritto, che mette insieme tutti gli emendamenti presentati sui tempi indeterminati Ripam e le piante organiche dei comuni. Intanto - conclude la deputata Dem - continuiamo ad essere ignorati ed il sottosegretario alla Ricostruzione, dopo 5 mesi di attesa, è ancora una chimera".

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Ottobre 2018 16:24

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