Sabato, 11 Gennaio 2014 10:15

Tangenti e puntellamenti: il "sistema" del Comune e il muro di omertà dei partiti

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Di Marco SignoriAnche se vi credete assolti sarete per sempre coinvolti era impresso su uno striscione col quale un gruppo di giovani attivisti di sinistra accolse l’amministrazione comunale all’uscita da Palazzo Margherita per il corteo storico della Perdonanza.

Erano gli anni Duemila. I versi di Fabrizio De Andrè per puntare l’indice su una gestione dissennata dell’evento celestiniano. Responsabilità politiche evidenti, a prescindere dagli esiti giudiziari. Ieri come oggi.

I contestatori erano molti di meno di quelli - pochissimi - che l’altra sera, dopo l’esplosione dell’inchiesta che ha coinvolto la giunta Cialente, si sono radunati fuori Villa Gioia. Ma quel che avevano da dire aveva un peso a prescindere da quanti fossero a dirlo.

Tra i destinatari della contestazione di allora un sornione Pierluigi Tancredi, assessore col centrodestra. Volto pacioccone indifferente a qualsiasi rimostranza.

La stessa reazione - di insolente indifferenza - che gli amministratori di oggi hanno di fronte a qualcosa di clamorosamente più grave. Ed a tutte le critiche che piovono qua e là.

L’inchiesta della magistratura di fatto formalizza soltanto l’esistenza di un sistema che tutti conoscono, di cui tutti parlano, che molti subiscono. Da anni. Con qualsiasi amministrazione. Quasi a rompere un tabù.

Già. Perché ancora oggi, dopo quello che il Gip ha scritto nelle 70 e passa pagine di ordinanza, il personale politico di quel sottobosco partitico che si nutre alle spalle della collettività, tende a erigere un muro di moralità e omertà. Ancora.

I responsabili, sembrano quasi diventati quei cittadini onesti la cui unica colpa è quella di non aver mai denunciato, ma di essersi sempre piegati alle prepotenze dei potenti, magari per mandare avanti la propria pratica, piuttosto che per non farsi mettere i bastoni tra le ruote per l‘avvio di un‘attività.

Provate a chiedere al commerciante, all’artigiano, all’imprenditore più o meno piccolo, se sanno come funziona all’interno del Comune.

Un “sistema” - “eclatante” e “sconvolgente” come lo definiscono i magistrati - di cui, a questo punto, sembrava ignorarne l’esistenza solo il sindaco Massimo Cialente. Lui, e pochi altri. Come la senatrice Pezzopane, il presidente Benedetti.

Poi c’è chi lo ha sempre saputo, ma che ad oggi può consolarsi con un misero “ve lo avevamo detto”, come Rifondazione che fa parte di maggioranza e giunta.

Non è semplice stabilire cosa sia peggio: ipotizzare che il sindaco sapesse e fosse connivente; oppure credere alla sua buona fede, della serie: non c’ero, e se c’ero dormivo. Dimissioni? Forse non è la soluzione a tutti i mali.

Ma basterebbe pensare quale sarebbe stata la reazione della sinistra se sindaco fosse stato un Biagio Tempesta, per diventare piccoli piccoli e fare una parola di meno!

In ogni caso, volendo credere alla versione “svegliamammocci” di Cialente, questi dovrebbe almeno procedere con la rotazione di tutti i dirigenti, cosa che avrebbe dovuto fare il giorno dell’insediamento del primo mandato. E la smettano di metterci a credere che la legge lo impedisce.

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