Massimo Cialente ha ufficialmente presentato al segretario generale del Comune le dimissioni annunciate ieri in conferenza a stampa. A nulla sono valse le telefonate e gli attestati di solidarietà ricevuti dal presidente del consiglio Enrico Letta, da suo zio Gianni, e da mezzo establishment del partito democratico (da Fabrizio Barca a Vasco Errani fino a Luciano D'Alfonso).
Il sindaco è passato questa mattina presto in Comune per firmare l'atto che formalizza la decisione presa ieri ma non si è fermato al vertice di maggioranza convocato dai partiti che finora hanno sostenuto la sua giunta.
Una riunione molto partecipato, al quale sono intervenuti anche Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli, da molti indicato, a questo punto, come il nuovo candidato in pectore del centro sinistra alle elezioni che, dopo il periodo di commissariamento, si terranno a maggio.
Il giorno dopo l'amaro abbandono di Cialente, la maggioranza fa quadrato intorno al sindaco e lo invita a un ripensamento. Perché, dicono tutti, non è indagato e perché la città non può rimanere senza guida in un momento importante come quello attuale, mentre sono in corso le trattative con il Governo per ottenere i fondi della ricostruzione necessari per il 2014.
"Questa città non merita di essere abbandonata dal suo sindaco perché una campagna stampa vergognosa l'ha voluto in qualche modo colpire. Mi viene da pensare al metodo Boffo" ha affermato Stefania Pezzopane, che, come molti altri, è convinta che, contro Cialente, si sia armata ad arte una macchina del fango che ha voluto colpirlo, oltre che politicamente, anche a livello personale.
Il riferimento è ad alcuni articoli usciti ieri (sabato) sulla stampa locale e a due servizi trasmessi, a ora di pranzo, da due tg nazionali (il Tg1 e il Tg5); nonché a una notizia, falsa, riportata dal televideo Mediaset, che dava Cialente come indagato nell'inchiesta "Do ut des".
"Credo" ha detto la Pezzopane "che da una parte il sindaco abbia fatto bene ad ammettere uno smacco e una responsabilità rispetto al fatto che alcuni suoi collaboratori sono stati investiti da un'inchiesta così importante ma al tempo stesso non possiamo dimenticare che su di lui non c'è alcun capo di imputazione, alcuna indagine in corso. Ed è stravagante che i cittadini possano esultare per un sindaco che si dimette senza avere nessuna responsabilità penale o giudiziaria ma solo perché c'è stato un pesante attacco mediatico nei suoi confronti".
La senatrice ne ha anche per il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, anch'egli del Pd: "Il ministro ha dimostrato di essere un incompetente perché ha sulla ricostruzione ha fornito delle cifre sbagliate e ha parlato di cose che non conosce. Trigilia farebbe bene ad andarsene o comunque a non occuparsi più della ricostruzione e questo a prescindere dalla vicenda che sta interessando Massimo Cialente. Abbiamo bisogno di un ministro che si occupi veramente dell'Aquila e che non occupi il suo tempo a istituire gruppi di lavoro ben retribuiti per fare cose che già hanno fatto altri in questi 4 anni".
"Temo le mani sulla città" ha concluso in modo piuttosto sibillino la senatrice "Temo che dietro questa campagna mediatica ci possano essere degli interessi".