Sabato, 15 Dicembre 2018 15:16

Caos centrodestra, Albano e Palumbo (PD): "Tre domande al sindaco Biondi"

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"Assistiamo sgomenti allo spettacolo che il centrodestra al governo della città sta offrendo agli aquilani. Da sempre le schermaglie politiche accompagnano le esperienze amministrative, ma mai si era toccato un punto così basso. Insulti, minacce, ricatti, epurazioni, questo è ormai diventato il dibattito politico nella maggioranza la quale, lontana dall'occuparsi delle questioni cruciali della città, è ormai concentrata esclusivamente sugli obiettivi personali e sulle carriere dei singoli esponenti del centrodestra. Così però la città muore".

L'affondo è di Stefano Palumbo, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, e Stefano Albano, consigliere e segretario cittadino dem.

"Dovrebbe capirlo innanzitutto Biondi sulle cui spalle, in primis, grava la responsabilità di una comunità che andrebbe governata nel pieno esercizio del ruolo nobile di primo cittadino e non, come sta facendo, in veste di commissario provinciale del suo partito col solo scopo di ottenere la supremazia interna al centrodestra. La triste conferma arriva dalle parole del consigliere Leonardo Scimia secondo cui lo svuotamento del gruppo consiliare di Forza Italia in favore della costituzione di un nuovo gruppo vicino a Fratelli d’Italia avesse come regista proprio il Sindaco".

Questo clima da “House of cards”, di intrighi del potere, "crea grande sconcerto e impone alcune domande che, nell’interesse della città, intendiamo rivolgere al sindaco Biondi. 

A partire dal livello nazionale: "Possibile che sui tavoli romani, attorno ai quali più volte ci si è seduti per perorare istanze elettorali, non ci sia spazio anche per battere i pugni in difesa delle rivendicazioni dei cittadini? Tra la durezza degli scontri inscenati per strappare candidature alle elezioni, prima al parlamento e ora alla regione, e la morbidezza utilizzata di fronte a problemi quali la restituzione tasse, la paralisi della ricostruzione, o il tentato scippo dei fondi destinati all'Aquila dal bando delle periferie, il contrasto è forte, troppo per trovare una valida giustificazione".

Al livello regionale, il ruolo dell’Aquila è stato, in questo anno e mezzo di governo cittadino, "tirato in ballo solo strumentalmente alla polemica politica, mai per affermare un sano protagonismo di cui tanto ci sarebbe bisogno. Svanita la possibilità, cercata con ogni mezzo, di ottenere per se una candidatura alla presidenza della Regione, ci sarà spazio nella campagna elettorale alle porte per mettere al centro del dibattito regionale i problemi della città, o ci si limiterà, pancia a terra, a sostenere le candidature di Liris e Marsilio?".

Infine, il livello comunale: "sul rimpasto di giunta, invocato ripetutamente dalla sua stessa maggioranza, cosa intende fare? Condurlo secondo criteri di merito, guardando al bene della città rispetto ai risultati raggiunti sul campo e ai nodi ancora da sciogliere, e non di tattica politica come finora avvenuto, è chiedere troppo? Defenestrata l'assessore Di Stefano, non per l'inerzia dimostrata in merito all’azione di riscossione dei debiti del Progetto Case con un’esposizione del Comune per oltre 13 milioni di euro, bensì per aver banalmente partecipato, senza prendere parola, ad una conferenza stampa indigesta al sindaco, cosa si intende fare sulle altre deleghe? Dal 4 marzo non abbiamo più, di fatto, un assessore alla Pianificazione e all’Urbanistica. Sarebbe già grave fare a meno dell’esercizio di funzioni così importanti in un contesto di normalità, è un vero e proprio disastro in una città come la nostra. Ebbene, la pianificazione urbana, il nuovo PRG, i piani strategici avviati della passata amministrazione e da portare a compimento valgono meno dei buoni rapporti che i precari equlibri in seno alla maggioranza impongono di tenere con la Lega? Luigi D’Eramo deve essere sostituito, subito. Il fallimento dell’Aquila Calcio e L’Aquila rugby, L’Aquila maglia nera nell’indagine del quotidiano Il Sole 24 Ore sulle città a dimensione di sport, la chiusura del complesso sportivo di Santa Barbara, attività commerciali del centro storico abbondonate al loro destino, non sono elementi sufficienti a mettere in discussione l’operato dell’assessore Alessandro Piccinini? Dalla sua, certo, ha prerogative che altri assessori non hanno: l’amicizia di vecchia data con Biondi e l’appartenenza allo stesso partito. Intoccabile per lo stesso motivo è Carla Mannetti, con buona pace dei consiglieri di maggioranza che, insoddisfatti del suo operato, hanno tentato di sfiduciarla in tutti i modi. Venuto meno, definitivamente, l’alibi del ricorso sull’anatra zoppa appare del tutto evidente come sia indispensabile un cambio repentino nelle modalità di gestione politico amministrativa della città".

Dunque, l'affondo: "E’ giunto il momento di mettere da parte le vostre ambizioni ed occuparvi, finalmente, dei bisogni degli aquilani".

Ultima modifica il Sabato, 15 Dicembre 2018 15:36

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