Martedì, 21 Gennaio 2014 13:37

De Matteis rompe il silenzio: "Se Cialente torna, dimissioni da consiglieri"

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"Le dimissioni di Massimo Cialente hanno sorpreso la città, non hanno sorpreso di certo l'opposizione di centrodestra".

Inizia così l'attesa conferenza stampa di Giorgio De Matteis. Spezza un silenzio che aveva lasciato molti dubbi. Sin da sabato 11 gennaio, sin dal clamoroso annuncio del primo cittadino, in molti si sono chiesti come mai il centrodestra locale - se non per le parole del capogruppo di Forza Italia, Guido Quintino Liris - fosse rimasto zitto dinanzi alla bufera che rischiava di travolgere l'amministrazione.

Prova a spiegarlo oggi, De Matteis. A qualche ora dalla conferenza stampa che, a meno di altre sorprese, sancirà il ritorno del sindaco dimissionario. Domani, a mezzodì. "Abbiamo parlato per più di quattro anni. Abbiamo chiesto più di una volta le dimissioni di Cialente. Cosa avrei dovuto commentare, in questi giorni, gli arresti? Avevamo intenzione di arrivare in Consiglio comunale con le dimissioni da consiglieri d'opposizione. Poi, il sindaco ha deciso di lasciare. Sono rimasto silente, per capire se eravamo dinanzi alla solita pantomina o se, stavolta, il primo cittadino avesse assunto una responsabilità politica, dimostrando dignità. Evidentemente, è l'ennesima sceneggiata. E di sceneggiate, la città, ne ha piene le tasche".

Domani, Cialente recederà dalla volontà di dimettersi: "Nel prossimo consiglio comunale - attacca De Matteis - sarà dunque l'opposizione a dare un segnale di dignità. Presenteremo le dimissioni. E nel consesso giusto, la casa della città, non certo in piazza, capiremo chi intende ancora sostere politicamente una amministrazione che ha fallito".

Per dovere di cronaca: l'articolo 141, comma 1, lettera b n. 3 del Tuel, il Testo Unico degli enti locali, stabilisce che il Consiglio comunale decade per le dimissioni della metà più uno dei consiglieri comunali, dimissioni che devono essere contestuali altrimenti opera la surroga. Ad oggi, non ci sarebbero i numeri. La maggioranza di centrosinistra, infatti, pare compatta nel sostegno al sindaco Cialente. Difficile sgretolare il muro costruito in queste ore.

Tra l'altro, l'opposizione di centrodestra non è affatto compatta. Accanto a De Matteis, stamane, c'erano i fedelissimi Vito Colonna, Emanuele Imprudente e Daniele Ferella. Oltre al coordinatore della lista 'L'Aquila città aperta', Corrado Ruggeri. Impossibile non notare l'assenza di Raffaele Daniele (Udc), a cui De Matteis - a margine della conferenza stampa - ha spedito una frecciata neppure troppo velata: a domanda sul perché non avesse partecipato ad una recente riunione dell'Udc, ha risposto che aveva altri impegni e che, comunque, aveva mandato il suo 'erede', che vuol tanto fare il sindaco. Non c'erano neanche i 'giovani', Luigi D'Eramo, Alessandro Piccinini e Guido Quintino Liris. E non c'era Roberto Tinari.

Saremo in tanti a presentarci con le dimissioni in mano, assicura comunque De Matteis. "Chiediamo a Cialente di mantere la sua posizione, di non recedere dalla volontà espressa. Per rispetto della città e della sua dignità. Aveva sottolineato come fosse stato il Governo a dimetterlo: ci chiediamo, cosa è cambiato negli ultimi giorni? Avevano chiesto la rimozione di Carlo Trigilia, espressione del loro partito in un Governo a forte identità Pd. Al contrario, il ministro è ancora al suo posto. Avevano chiesto all'esecutivo 1miliardo per la ricostruzione, degli ipotetici 5miliardi che dovrebbero rientrare in Italia dalla Svizzera. E non c'è stata alcuna rassicurazione. Anzi, il Governo non ha detto neanche una parola. Come giustificherebbe, Cialente, il passo indietro rispetto alla volontà di dimettersi?"

Siamo ad un punto di non ritorno, incalza De Matteis: "La città è stata costretta a subire attacchi pesantissimi, che non meritava. E per di più dalla stampa di centrosinistra: Il Fatto Quotidiano, L'Espresso, La Repubblica. Sono arrivati commenti durissimi all'azione dell'amministrazione, che ha compiuto degli errori impossibili da nascondere, che ha politicamente fallito. Invece di decidere l'azzeramento della Giunta, come suggerito anche da alcuni esponenti del suo partito, e di aprire le porte alle forze migliori della città facendo finalmente un po' di autocritica, il sindaco Cialente è però fuggito dalle sue responsabilità. Ha rassegnato le dimissioni e ha inscenato sgangherate teorie complottarde. Come se i giornalisti del Corriere della Sera, di Repubblica, del Fatto Quotidiano e di altri quotidiani fossero lì a tramare contro il sindaco dell'Aquila. Umiliando la città e isolandola ancor di più. Ora, pensa di poter tornare indietro. Come se nulla fosse accaduto. Cosa è cambiato? Di quale sostegno si sta parlando? Forse del migliaio di persone che hanno partecipato alla manifestazione di venerdi, al Parco del Castello? E della maggioranza silente della città, non importa a nessuno? E dei giovani che stanno decidendo di andar via, privati di qualsiasi speranza per il futuro, non importa a nessuno? E dei tantissimi che sono già scappati, non importa a nessuno?".

De Matteis non risparmia attacchi anche alla senatrice Stefania Pezzopane: "Consiglierei di prendere qualche goccia di Valium prima di andare in mezzo all'arena. Ricordi, la senatrice, che per prima - visto il ruolo che ricopre - dovrebbe dare una immagine di serietà, compostezza e consapevolezza del momento. Prenda qualche giorno di vacanza e vada in Svizzera, a cercare il miliardo che dovrebbe arrivare a L'Aquila".

Chiaro il riferimento allo "sterminiamoli" urlato dalla senatrice al popolo del centrosinistra, al momento di lanciare la sfida alle destre in vista delle prossime elezioni regionali. "Sterminiamoli che, qualche giorno dopo, come soltanto un altro politico è capace di fare, dicendo di tutto e poi ritrattando (parlerà di Berlusconi?, ndr), diventa un ben più elegante 'asfaltiamoli'".

De Matteis è un fiume in piena: "A Cialente abbiamo chiesto spesso di lavorare insieme. Abbiamo ricevuto soltanto insulti. Abbiamo chiesto di intervenire, in maniera concertata, sui tavoli del Ministero dell'Economia, dello Sviluppo Economico, nelle Direzione Generali. Non ci hanno mai ascoltato. Hanno gestito e inteso la ricostruzione come un affare tutto interno al loro partito. Organizzando incontri con Legnini, Fassina, Lolli e Pezzopane. L'isolamento di queste settimane è voluto e cercato. E la responsabilità politica di quanto sta accadendo, dunque, è del sindaco Cialente e del suo partito. Non certo della città. E non è giusto che L'Aquila paghi scelte sbagliate dell'amministrazione. Dunque, ribadiamo a Cialente l'invito a non recedere dalle dimissioni. E' stato il Governo del suo partito a licenziarlo. Da tempo. Con il ministro Barca, la ricostruzione è stata commissariata. L'abbiamo detto spesso: è nelle mani di un commissario, Paolo Aielli, l'unico interlocutore riconosciuto dal Governo. Che ha scavalcato il primo cittadino persino nello stanziamento del 5% dei fondi destinati alle attività produttive. E che ha scavalcato di nuovo l'amministrazione al momento di istituire un tavolo tecnico capace di disegnare un futuro per la città".

Le dimissioni, conclude De Matteis, sono l'unica risposta politica che possiamo dare al paese. Per dimostrare la dignità, la forza e la consapevolezza della città, in un momento difficilissimo. Per dare spazio ad una nuova classe dirigente: "e non è detto che se ne debba far parte necessariamente. Un passo indietro per farne dieci in avanti".

Ultima modifica il Martedì, 21 Gennaio 2014 23:09

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