Venerdì, 08 Febbraio 2019 20:17

Regionali, l'ultimo sprint di Legnini: "La partita è apertissima"

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“Grazie per i vostri sorrisi”.

Esordisce così Giovanni Legnini prendendo la parola sul piccolo palco allestito nella sala cerimonie dell’hotel Canadian, la location scelta dal suo staff per chiudere la campagna elettorale.

L’allestimento è sobrio, quasi minimale. Niente lustrini, effetti speciali o studiate messe in scena. Quando il candidato presidente della coalizione di centrosinistra inizia il suo intervento - dopo quelli del diciottenne Tommaso Cotelessa, di Federica Benedetti, membro della direzione provinciale della Cgil e dipendente del centro per l’impiego dell’Aquila, e di Massimiliano Mari Fiamma, presidente di Apindustria – la sala è piena.

Seduti in platea e in piedi ci sono i candidati consiglieri e i leader di partito ma anche molti sindaci del comprensorio, esponenti dei sindacati, dell’associazionismo, del mondo delle professioni. E poi, naturalmente, ci sono anche molti cittadini.

In prima fila siedono Stefania Pezzopane, Pierpaolo Pietrucci, Patrizia Masciovecchio, Francesco Di Paolo, il presidente uscente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. C’è anche Franco Marini ed è proprio lui che Legnini va a salutare e ad abbracciare per primo, prima di mettersi in piedi ai lati del palco, vicino a Giovanni Lolli, in attesa che Antonietta Centofanti lo chiami a parlare.

“Vorrei partire dai vostri sorrisi” dice Legnini “dall’energia, la voglia di partecipare, dal desiderio di starci e reagire che avete messo in questa campagna elettorale. E anche dalla volontà di respingere gli attacchi e i tentativi di limitare la consapevolezza dei cittadini attraverso la nuvola propagandistica che abbiamo visto scatenarsi in queste settimane”.

Poco prima, parlando con i giornalisti, Legnini aveva commentato le parole di Enrico Mentana, che, annunciando la maratona televisiva che il suo telegiornale dedicherà domenica notte alle elezioni abruzzesi, aveva scritto sul proprio profilo Facebook: “Vi posso dire - senza violare i vincoli di legge - che la sfida a tre è molto incerta”. “Mi fa molto piacere che ci sia questa attenzione nazionale verso l’Abruzzo” ha osservato Legnini “Se non ci fossimo stati noi ad animare questa campagna elettorale, con un progetto politico nuovo e una rinnovata partecipazione che si è tradotta in una crescita del consenso e della fiducia, il giudizio poteva essere diverso. La partita è apertissima e io sono convinto che la vinceremo”.

L’ultimo endorsement illustre nei confronti di Legnini è arrivato nientemeno che dall’ex consigliere regionale Benigno D’Orazio, uomo di centrodestra: “Ho rinunciato alla candidatura con FdI” ha raccontato D’Orazio “dopo un colloquio con Marco Marsilio tenutosi al Senato il 20 dicembre. A fronte delle difficoltà che lealmente gli prospettavo circa la sua candidatura (solo in minima parte testimoniate dalle cronache dell’epoca), mi rispose di non preoccuparmi, 'tanto ‘n Abruzzo vince pure ‘n manico de scopa del centro destra' Appena tornato in Abruzzo, comunicai al mio segretario provinciale che non mi sarei candidato, rinunciando ad un’opportunità che mi avevano offerto da mesi ma che non potevo più accettare”. 

“Se lo racconta D’Orazio vuol dire che è vero” osserva Legnini “Al di là di questo episodio, è il metodo che il centrodestra ha seguito per scegliere il candidato presidente a essere inaccettabile. Nessuna forza politica o coalizione può dire ‘Io ho già vinto’ e quindi decidere ciò che vuole, anche di candidare una persona nata, cresciuta e formatasi politicamente a Roma, che non conosce l’Abruzzo. Gli abruzzesi non dovranno scegliere tra Salvini e Di Maio ma tra me, Marsilio e Marcozzi. E’ stata una campagna elettorale molto bella” ha concluso Legnini “ricca di occasioni di confronto e ascolto ma anche di critiche, di cui terremo conto se andremo al governo. Se sarò eletto, la prima cosa che farò sarà riformare le istituzioni regionali per far sì che possano tornare a godere della fiducia dei cittadini e poi occuparmi delle sofferenze della nostra comunità. Tutto ciò che ho detto in questa campagna elettorale corrisponde a ciò che penso. L’ultima parola, come in tutte le democrazie, spetterà agli elettori. Accetterò qualunque risultato ma sono fiducioso”.

Ultima modifica il Sabato, 09 Febbraio 2019 19:51

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