Lunedì, 11 Febbraio 2019 22:39

Elezioni regionali, le reazioni dei candidati aquilani. Chi vince e chi perde

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Chi ha vinto e chi ha perso, tra i candidati aquilani, in queste elezioni regionali, anche al di là di quello che dicono i numeri e le nude cifre?

Tra coloro che possono esultare c’è sicuramente Guido Quintino Liris. E non solo per le oltre 6mila preferenze ottenute, ma anche per la prova di forza condotta nei confronti del suo ex partito, Forza Italia, dal quale era uscito sbattendo la porta. Gli azzurri, in provincia dell’Aquila, non riescono a far eleggere nemmeno un consigliere.

“Non voglio fare polemica” dichiara Liris “In queste settimane non ho mai alzato i toni proprio perché non volevo creare tensione e perché l’unico obiettivo che mi interessava era la vittoria del centrodestra e di Marsilio. Il risultato di Forza Italia? Mi dispiace per alcune persone che hanno lavorato il buona fede ma ci sono stati anche comportamenti di grosso disinteresse e di atteggiamento mortificante. Oggi comunque è il momento di esultare per questi 6mila voti, un traguardo straordinario, al quale non si arriva da soli ma con una squadra, una comunità e una rete di rapporti costruiti in tutta la provincia”.

Dentro Forza Italia la delusione è palpabile, anche se non esternata. Il partito ha ben poco da festeggiare: Salvini e Fratelli d'Italia hanno sottratto diverse migliaia di voti, tenendolo sotto il 10%. Un risultato al di sotto delle attese, anche considerando l'impegno profuso in prima persona da Silvio Berlusconi. Anna Lisa Di Stefano, candidata nella provincia dell'Aquila e premiata con 1097 voti, vede il bicchiere mezzo pieno: "Sono contenta per la vittoria del centrodestra e di Marco Marsilio. Sono soddisfatta anche del mio risultato personale, che sarà una base su cui costruire un percorso poltico futuro".

Un vincitore senza se e senza ma è invece Emanuele Imprudente, che, con 8794 preferenze, è il candidato più votato in provincia dell’Aquila: “Un risultato eccezionale” osserva Imprudente “Un risultato fortemente voluto e cercato: durante la campagna elettorale avevamo percepito il desiderio di cambiamento delle persone, la loro volontà di credere nella proposta di Matteo Salvini e della Lega. La città mi ha mostrato un affetto incredibile: le 5200 preferenze che ho raccolto solo all’Aquila stanno a indicare che il lavoro fatto in questo anno e mezzo è stato riconosciuto. Così come è stato premiato il lavoro che ho svolto come coordinatore provinciale della Lega. La mia è stata una candidatura condivisa, di sintesi, che ha unito le varie zone della provincia. 8794 voti sono un risultato storico, credo che mai nessun candidato aquilano lo avesse raggiunto prima d'ora”.

Imprudente dovrà lasciare il suo posto di assessore comunale ma è molto probabile che per lui si apriranno le porte della giunta regionale. Dove, tra l’altro, potrebbe sedere anche un altro aquilano, Gianfranco Giuliante, responsabile regionale dei dipartimenti della Lega. Secondo alcune indiscrezioni, Giuliante, che è stato già assessore regionale con Gianni Chiodi, potrebbe essere chiamato da Marsilio come membro esterno.

Tra gli sconfitti, invece, chi mastica amaro è Pierpaolo Pietrucci, che non riesce a centrare la rielezione malgrado le oltre 4mila preferenze ottenute, che ne fanno comunque il candidato più votato del Pd a livello provinciale. Pietrucci non nasconde di essersi sentito non del tutto supportato dal partito: “Alchimie della peggiore politica e una legge elettorale bizzarra mi terranno fuori dal consiglio regionale” commenta “Sarò lontano dal consiglio regionale ma non dalla politica, quella bella, fatta per strada tra la gente. Ho il cuore affranto per la possibilità che mi è stata negata di dare a miei, ai nostri figli la possibilità di costruire qui un progetto di vita. Non potrò farlo con gli strumenti istituzionali, ma lo farò con l’impegno civile e politico che mi brucia dentro, con la consapevolezza che non tutto quello che è rinviabile è perduto”.

Chi invece, nonostante la sconfitta della coalizione, può sorridere, è Americo Di Benedetto, che in consiglio andrà, forte delle oltre 4mila preferenze incassate nella lista Legnini Presidente, della quale sarà peraltro l’unico esponente a Palazzo dell'Emiciclo. Un’elezione, la sua, che arriva due anni dopo la rocambolesca sconfitta alle comunali, e che ha il sapore del riscatto e della rivincita personali. Malgrado l’esponente del Passo Possibile rifiuti questa lettura: “Se avessi dovuto candidarmi per questo motivo sarei rimasto a casa. Chi mi ha votato lo ha fatto non per contrarietà ma per vicinanza e affetto e perché ha riconosciuto la serietà e la credibilità della mia proposta politica”. Anche se poi aggiunge: “E’ evidente che questa competizione elettorale pone fine alla leggenda metropolitana che ha voluto far passare la mia candidatura di due anni fa come una candidatura debole e che ha voluto far credere che, se ho perso le elezioni, è stato perché non ho trainato più di tanto. Malgrado al primo turno ottenni una vittoria importante della mia lista, si è continuato a parlare sempre e solo del ballottaggio. Ora però bisogna guardare avanti. Ognuno dovrà cercare, per il ruolo che ha, di lavorare per migliorare le condizioni di vita dell’Aquila e dell’Abruzzo”.

“Siamo di fronte a una vittoria della destra molto netta anche al di là di quello che ci aspettavamo” osserva Fabio Ranieri, candidato nella lista Progressisti per Legnini “Una vittoria dovuta soprattutto a un crollo verticale dei Cinque Stelle, che dovrà farli ragionare sul loro sostegno e la loro partecipazione in questo governo. Sapevamo che la nostra era una partita in salita, si trattava di scalare l’Everest visto il vento che soffia nel mondo e nel Paese. Era difficile pensare che potessimo fare più di così. Va ringraziato Giovanni Legnini per avere, con generosità, forza e qualità, messo in campo una coalizione ampia e un progetto che ha parlato dei problemi dell’Abruzzo. Noi, come sinistra, avevamo fatto una lista aperta con la quale abbiamo provato a intercettare un voto di opinione. Dall’Aquila ci è arrivato un segnale positivo, siamo la terza forza del centrosinistra dopo il Pd e la lista di Legnini Presidente. Potevamo certo fare di più anche se competevamo con liste e candidati che hanno speso nella campagna elettorale più energie e anche più risorse. Non mi accodo, tuttavia, alle analisi consolatorie, continuo a pensare che per battere questa destra serva un progetto alternativo, una ricostruzione completa della sinistra e un’alleanza più larga, non papocchi che uniscano tutto il possibile in funzione antisovranista. E penso che una svolta sia necessaria anche all’Aquila”

Ultima modifica il Martedì, 12 Febbraio 2019 11:27

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