Mercoledì, 13 Marzo 2019 09:48

Maggioranza non si presenta in Consiglio, opposizioni occupano l'aula: "Vergogna"

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Di nuovo, siamo costretti a parlare di spettacolo indecente, indegno per una città capoluogo di Regione che si prepara a celebrare il decennale del terremoto.

Alle ore 9 era fissato il Consiglio comunale che, tuttavia, non si è svolto per mancanza del numero legale: i consiglieri di maggioranza, infatti, non si sono presentati e, così, il sindaco Pierluigi Biondi e gli assessori comunali, fatta eccezione per Alessandro Piccinini e Francesco Bignotti. 

In realtà, alcuni consiglieri di 'Insieme per L'Aquila', il capogruppo di 'L'Aquila Futura' Roberto Santangelo e la capogruppo di Forza Italia Maria Luisa Ianni erano arrivati a Villa Gioia; tuttavia, hanno preferito non rispondere all'appello stante la protesta dei consiglieri della Lega e del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia che hanno deciso di disertare i lavori stante l'impasse nella ricomposizione della Giunta comunale.

Dopo l'appello alla "chiarezza politica" del deputato e vice coordinatore della Lega Luigi D'Eramo che, ieri sera, aveva rassegnato le sue dimissioni da assessore, e l'affondo del capogruppo dei meloniani Giorgio De Matteis che era tornato a ribadire l'urgenza di un azzeramento dell'esecutivo comunale [qui], stamane i gruppi consiliari hanno aperto, di fatto, la crisi di maggioranza. D'altra parte, in serata il sindaco Pierluigi Biondi aveva nominato Raffaele Daniele (Udc) come vice sindaco e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La decisione, infatti, non è stata condivisa con le forze di maggioranza e, tra l'altro, il primo cittadino ha affidato al capogruppo dell'Udc deleghe pesantissime: in particolare il bilancio, le opere pubbliche, i lavori pubblici, la ricostruzione dei beni culturali, le manutenzioni ordinarie e straordinarie, la sanità, la razionalizzazione della spesa. Non si è messa in dubbio la nomina, sia chiaro, piuttosto il fatto che Biondi non abbia voluto convocare l'attesa riunione di maggioranza, come era stato chiesto da più parti, per fare chiarezza sulla ricomposizione degli equilibri tra le forze politiche e civiche di centrodestra. Di qui, la protesta inscenata stamane con i banchi della maggioranza lasciati vuoti. 

Per dire della confusione che regna a Palazzo Fibbioni, l'assise consiliare non si sarebbe potuta riunire comunque: all'atto di nomina a vice sindaco di Raffaele Daniele, infatti, ci si è dimenticati di fare la surroga in Consiglio comunale che, per questo, non era 'composto' opportunamente.

WhatsApp Image 2019-03-13 at 11.10.08Dunque, i consiglieri di opposizione - nel pomeriggio - hanno occupato simbolicamente l'aula consiliare invitando la cittadinanza a partecipare. "Questa evidente manifestazione di dissenso, anche fisica, potrebbe sembrare una sorta di presa di posizione da 'governo ombra': ma un governo ombra esiste se esiste un governo. Purtroppo, se dovessi declinarlo in termini amministrativi dovremmo essere considerati una sorta di scavalco per vacanza", l'affondo di Americo Di Benedetto; "vacanza politica, dettata dalle recenti elezioni regionali, vacanza amministrativa dettata da una inconsistenza nell'esercizio del ruolo che la città ha assegnato alla maggioranza che oggi, a mio avviso, non esiste più. Per chiedere le dimissioni a qualcuno, questo qualcuno dovrebbe esistere: oggi c'è una totale inesistenza", le parole del consigliere comunale e regionale. "E' dimessa la città, sono dimessi i cittadini: la città è dismessa, non esiste più come luogo di qualità di vita, non esiste più come luogo di programmazione. Stiamo a ridosso di un atto fondamentale per la vita amministrativa, l'approvazione del bilancio, l'atto che definisce l'indirizzo politico: ci prepariamo ad affrontarlo senza l'assessore competente oramai da mesi, senza che nessuno ci abbia messo mano se non la parte tecnica". 

"Oggi abbiamo davvero toccato il fondo", ha aggiunto Di Benedetto: "a volte, quando si tocca il fondo c'è la possibilità di risalire; in questa occasione, non vedo neanche questa possibilità. Siamo sfiniti: chiedo alla città un sussulto di dignità, una indicazione fuori dalle mura di questa assise consiliare. E' tutto finito". 

E se la consigliera Emanuela Iorio ha chiesto esplicitamente le dimissioni di Biondi e di ciò che resta della Giunta, il capogruppo del PD Stefano Palumbo ha ribadito come, stamane, si sia toccato il punto più basso nella storia del Consiglio comunale: "Questa è l'amministrazione della mancanza del numero legale: oggi l’apoteosi, non hanno avuto neanche la decenza di presentarsi. E' inaccettabile. Oggi si sarebbe dovuta discutere la prima delibera del 2019, e siamo a metà marzo: il Consiglio comunale è bloccato dall’inizio dell’anno, chiuso per campagna elettorale fino al 10 febbraio. Purtroppo,  ad un mese dalle elezioni non sono ancora in grado di ricomporre la Giunta. Così non si può andare avanti. Entro il 31 marzo bisognerebbe approvare il bilancio di previsione, strumento cardine su cui costruire l’azione amministrativa: non se ne vede l'ombra. La città è paralizzata, non merita di essere amministrata in questo modo. Biondi chieda scusa alla città e assuma delle decisioni: si dimettano se non sono in grado di governare".

Una presa di posizione durissima, quella delle opposizioni. "Per l'ennesima volta, assistiamo all'anteposizione delle carriere e dei percorsi personali degli esponenti di centrodestra alle questioni che riguardano la città" ha tuonato il consigliere e segretario dem Stefano Albano. "E' così da tempo, lo dicono i fatti: stamane, si sarebbe dovuto discutere dell'antenna di Sassa e, per l'ennesima volta, sono stati 'rimbalzati' i cittadini in aula, proprio oggi che era presente, finalmente, l'assessore Piccinini: e chissà che non si sia presentato consapevole che sarebbe mancato il numero legale; si sarebbe dovuta affrontare la prima delibera del 2019, quella sulla ricostruzione dei centri storici delle frazioni, e non si è potuto discuterla. Per non dire dei consigli comunali sciolti nei mesi scorsi per mancanza del numero legale. Purtroppo, la Giunta non ha lavorato per governare la città ma ha sfruttato i ruoli di governo come trampolino di lancio: vedi chi è voluto diventare deputato, vedi chi è voluto diventare consigliere o assessore regionale. In una situazione drammatica per la città: sulla ricostruzione è stato lanciato un grido d'allarme da una Istituzione che, di certo, non può essere tacciata di essere di parte, parlo dell'Ance, che ha spiegato come si sia passati da un tiraggio di 800/900 milioni l'anno a 300 milioni nel 2018. Intanto, lo sport si sta desertificando e la pianificazione è completamente assente, e non solo genericamente sulle vocazioni della città ma anche rispetto a strumenti precisi come il Prg". 

In una condizione del genere, "i consiglieri e gli assessori di centrodestra stanno pensando soltano alle loro carriere e quando non sono esaudite le loro richieste si ricattano tra loro. Continuano a farsi forza del vento nazionale che spira a destra - la stoccata di Albano - vivendo della luce riflessa dai leader nazionali: questo non li esenterà, però, dalle gravissime responsabilità di aver tenuto bloccata la città per un anno e mezzo. Per questo, lanciamo un appello agli aquilani che non vogliono piegarsi: serve un segnale, è impensabile continuare così".

In questo senso, l'impegno - ribadito dal consigliere Angelo Mancini - è di rendere 'permanente' la protesta, con momenti di confronto con la cittadinanza che si ripeteranno nelle prossime settimane, in Aula e sui territori.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Marzo 2019 23:17

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