Una farsa, un tentativo “patetico” ddi venir fuori da una crisi di maggioranza di cui egli stesso è corresponsabile. Una “vergogna”, che racconta un fallimento, oltre che politico, anche amministrativo.
L’opposizione non fa sconti a Pierluigi Biondi.
Le sue dimissioni, dicono in coro i consiglieri di minoranza, che hanno voluto tenere una conferenza stampa unitaria - o quasi unitaria: erano assenti i rappresentanti del Passo Possibile e Elisabetta Vicini – non sono un gesto sacrificale fatto per il bene della città.
Al contrario, i 10 milioni mancanti per il bilancio sono solo un pretesto usato dal sindaco per “uscire dall’angolo in cui si è messo”, come dice il capogruppo del Pd Stefano Palumbo. Una morsa in cui lo hanno stretto i partiti della sua maggioranza, rispetto ai quali lu dovrebbe svolgere una funzione di sintesi e che invece lo stanno “stritolando”.
“La questione del bilancio” afferma Palumbo “l’avevamo sollevata già a novembre. In quell’occasione, Biondi ci rispose che aveva avuto rassicurazioni dal governo sul fatto che quei soldi sarebbero stati inseriti in Finanziaria, cosa che però poi non è avvenuta. Dopodiché, si è aperta la voragine della campagna elettorale, durante la quale il Comune ha smesso di esercitare il proprio ruolo e la propria funzione. Insieme agli altri consiglieri di opposizione, ho presentato allora un nuovo ordine del giorno, che impegnasse il sindaco a sollecitare di il governo, suggerendo di portarlo in aula e votarlo prima del 10 febbraio, per poter sfruttare la presenza dei leader nazionali venuti qui a fare passerelle elettorali e vincolarli a impegni formali. L’odg è approdato in aula solo il 19 febbraio ed è stato bocciato dalla maggioranza e dallo stesso Biondi con la motivazione che era superfluo. Perciò quando ieri ho sentito le parole pronunciate da Biondi in conferenza stampa sono stato spiazzato dalla sua falsità. Un vero sindaco avrebbe approvato e fatto approvare quell’ordine del giorno. Se ciò fosse accaduto, saremmo stati accanto a lui, ieri, a sostenere e difendere gli interessi della città. Dico di più. Un mezzo sindaco avrebbe avuto almeno l’appoggio della sua maggioranza. Invece la solitudine di Biondi è stata la rappresentazione plastica di un sindaco che ormai non si sa bene chi rappresenti e in nome di chi parli. Il suo è stato un tentativo maldestro di uscire dall’angolo in cui lo stanno stritolando i partiti di maggioranza. Le garanzie sul bilancio Biondi avrebbe dovuto chiederle tramite D’Eramo, parlamentare e assessore che in un anno di doppio incarico non ha ottenuto risultati né sull'uno né sul'altro fronte. Questi due anni di amministrazione sono stati fallimentari su tutto e ora Biondi prova a scappare scansando le responsabilità e buttando la palla in tribuna. Tutto ciò avviene alla vigilia dell’approvazione del bilancio di previsione e del decennale, che oltre che un momento di commemorazione dovrebbe essere anche un’occasione per pianificare e immaginare la città del futuro. Invece si stanno distribuendo solo fondi a pioggia come oppio per dire che tutto va bene. Anche se i 10 milioni arriveranno” conclude Palumbo “saranno solo una pezza a colori rispetto a una pianificazione che non c’è stata e che richiederebbe tempo per essere costruita adeguatamente. Vergogna è l’unica parola possibile che possiamo usare per sintetizzare quanto sta avvenendo. Chiediamo dunque a Biondi di prendere atto di questo fallimento e decidere se farsi da parte per davvero”.
“I nodi sono venuti al pettine” ha rincarato la dose Stefano Albano “Biondi dimostra che ha una maggioranza e una giunta concentrate solo sulle carriere personali dei singoli e non sulla missione di governare la città. E il primo ad aver costruito questo sistema è stato proprio lui, avallando i percorsi personali dei suoi assessori e fornendo lui stesso questo esempio, come quando ha provato a candidarsi a presidente della Regione. In questi anni la giunta Biondi ha dato prova di inadeguatezza politica, istituzionale e amministrativa, come dimostrano l’allarme dato dall’Ance sul tiraggio della ricostruzione e anche i risultati ottenuti dagli assessori che se ne sono andati, vale a dire Liris, Imprudente e D’Eramo. Riguardo D’Eramo, l’ultimo atto approvato dal suo settore, quello dell’ urbanistica e della pianificazione, è della primavera 2017, quando era ancora sindaco Cialente. Quanto a Liris e Imprudente, basti guardare a che punto sono la ricostruzione delle scuole, la gestione del Progetto Case o il livello della raccolta differenziata”.
“Biondi in questa storia non è la vittima ma il carnefice” ha attaccato Giustino Masciocco, capogruppo di Articolo 1 “La verità è che nel centrodestra sono divisi per bande, mancano solo i passamontagna. Sono ladri politici, rubano le speranze della città. Del resto, se un mese prima delle elezioni c’erano 5 candidati sindaco di centrodestra perché tutti si odiavano tra di loro, non è che la vittoria li abbia riappacificati. Biondi è rimasto con il cerino in mano quando uno, D’Eramo, è diventato deputato e Liris e Imprudente consiglieri regionali, uno addirittura anche vice presidente e assessore. Avendo subito queste conseguenze, ora vuole scegliere gli assessori ma non ne ha la forza. E mi stupisce che Raffaele Daniele non abbia capito che quella che Biondi gli ha offerto dandogli la poltrona di vice sindaco e tutte quelle deleghe era una polpetta avvelenata. Quelle operazioni si fanno alla luce del sole e non nottetempo”.
“Sono due anni che andiamo con consigli comunali e commissioni disertate da consiglieri, assessori e anche dal sindaco” ha dichiarato Carla Cimoroni della Coalizione sociale “Quante volte in commissione abbiamo assistito a discussioni che avvenivano non su delibere ma su generici ordini del giorno o su mozioni presentate dalle opposizioni. Questo è segno di mancanza di rispetto per la città e per i consiglieri, sia quelli di maggioranza che di opposizione, e di non disponibilità al confronto. E’ la rappresentazione di quello che diciamo da tempo, del disegno originario di Biondi, che non pensava di andare a fare il sindaco ma di usare la consiliatura per fare carriera. Credo che a questo punto non ci sia più possibilità di rimettere in piedi la giunta o di aggiustare la situazione. Queste persone, che in questi due anni hanno dimostrato disamore e mancanza di rispetto per la città, non possono fare altro che dimettersi”.
“Spero che la decisione di Biondi sia definitiva” ha affermato Angelo Mancini (L'Aquila Sicurezza Lavoro) che pure, in passato, quando era sempre all’opposizione, non esitò a schierarsi in difesa di Cialente quando quest’ultimo si dimise dopo il deflagrare dell’inchiesta Do ut des “Nel centrodestra molti degli eletti ancora non hanno capito che per fare gli amministratori bisogna studiare e avere un minimo di cultura. Ieri è stato allucinante il modo in cui Biondi si è permesso di trattare i giornalisti, non accettando di rispondere alle domande. Ormai non ha più rispetto per niente e nessuno. Il sindaco ha elencato quelle che secondo lui sono i risultati ottenuti in questi due anni ma in realtà non è stato fatto nulla. Sulle partecipate, poi, non è stata fatta nessuna riforma, c’è stata solo la solita spartizione di posti nei cda, arrivando anche a nomine di familiari dei consiglieri di maggioranza. Per non parlare dei nuovi criteri di assegnazione degli alloggi Case, altro risultato rivendicato da Biondi. Quello fu un atto mostruoso a livello amministrativo, il sindaco bloccò una graduatoria e un concorso già fatti, mandando una lettera al dirigente. Nel suo discorso, Biondi non ha detto una parola sul lavoro, sui tanti aquilani che sono andati o stanno andando via da questa città, sul sociale, lo sport e sulle condizioni in cui versa il centro storico, diventato ormai terra di nessuno. Biondi si metta d’accordo con se stesso e decida cosa fare. Qualche giorno fa aveva detto che nel rimpasto di giunta sarebbero state rispettate le percentuali dei partiti usciti vincitori dalle elezioni del 2017, ieri invece ha detto che gli servono nuove professionalità: delle due l’una”.
“Il bilancio non c’entra nulla” ha chiosato infine Lelio De Santis “è un pretesto per nascondere divisioni oggettive, che non sono di oggi ma vengono da lontano. I contrasti tra le varie anime della maggioranza si sono palesati. Amministrare significa affrontare e risolvere i problemi, mettere gli interessi generali davanti a quelli di bottega. Se Biondi vuole dimettersi lo faccia in modo definitivo. Altrimenti, faccia una giunta seria, di persone per bene, capaci e professionalmente in grado di dare quelle risposte che lui e la sua giunta fino ad oggi non sono state in grado di dare”.
Le assenze del Passo Possibile e di Elisabetta Vicini
Alla conferenza stampa, come detto, non hanno partecipato né gli esponenti del Passo Possibile né la consigliera del gruppo Socialisti e democratici per le frazioni, Elisabetta Vicini.
"Prima di convocare la conferenza stampa" afferma quest'ultima "avrei voluto che ci fosse stato un momento di confronto, che fosse stata concordata e condivisa una linea comune da adottare come opposizione a livello politico. Siamo tutti d'accordo che quello a cui stiamo assistendo sia un atto di forza compiuto da Biondi unicamente per regolare i conti con la sua maggioranza, uno sciacallaggio politico. Ma come minoranza, dovremmo riflettere sul momento delicato che la città sta attraversando. Non sono sicura che un commissariamento sarebbe la cosa migliore".
"Non abbiamo partecipato alla conferenza stampa" spiega il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano "perché volevamo prima fare un passaggio interno, confrontarci con gli altri aderenti al nostro movimento in un'assemblea interna e solo dopo aver affrontato questa discussione prendere una posizione pubblica".
Dietro questa prudenza, è il pensiero strisciante che ha preso a farsi largo in alcuni pezzi del centrosinistra, potrebbe nascondersi la tentazione del Passo Possibile di correre in aiuto di Biondi qualora quest'ultimo dovesse decidere di rompere gli schemi e fare una giunta aperta anche a figure dal profilo tecnico o a personalità non appartenenti al centrodestra. Ma Romano nega: "Finora siamo stati convintamente all'opposizione, questa possibilità non è stati mai discussa dentro il nostro movimento".