"Il sindaco Pierluigi Biondi ha ritirato le dimissioni ma il dato politico evidente è che la coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni nel 2017 e che ha vinto le recenti regionali non esiste più".
Ad affermarlo, in una nota, è il consigliere comunale dell'Italia dei valori/Cambiare insieme Lelio De Santis.
La nota completa
Come ampiamente previsto, il sindaco Pierluigi Biondi ha ritirato le dimissioni, nonostante che non sia stata superata la principale causa delle stesse: il decreto di concessione dei 10 milioni per il bilancio comunale da parte del Governo, che ancora non c'è!
Era evidente che ci fossero ragioni politiche, incomprensioni fra Gruppi consiliari e, soprattutto, la consapevolezza delle notevoli difficoltà nella gestione di diversi settori dell'attività amministrativa.
La nomina ad assessore del dirigente fino a pochi mesi fa Vittorio Fabrizi, da tutti apprezzato per competenza e serietà professionale, è la riprova che il settore della ricostruzione privata e quello dello sport fossero in sofferenza e fuori controllo.
La nuova giunta comunale sembra più tecnica e di fiducia del Sindaco che politica e rappresentativa delle Forze politiche consiliari, alcune delle quali hanno subito preso le distanze in modo chiaro e preoccupante.
Saluto con fiducia il ritorno alla funzionalità piena del sindaco e della Nuova Giunta comunale, stante la gravità dei tanti problemi che aspettano di essere affrontati, ma noto che questo nuovo esecutivo rischia di essere debole per la mancanza di una coesa e convinta maggioranza consiliare.
Il dato politico evidente è che la coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni nel 2017 e che ha vinto le recenti regionali non esiste più nel Comune dell'Aquila, a seguito di operazioni di trasformazione dei gruppi e di cambiamenti di casacca.
Ma il sindaco ha il diritto ed il dovere di governare anche in queste mutate condizioni politiche, avendo preso degli impegni precisi con la comunità aquilana ed il Consiglio comunale deve essere messo in condizione di esercitare il suo ruolo di indirizzo e di controllo, cosa che finora non è stato in grado di fare, spesso per mancanza di atti e di proposte dell'Esecutivo.