Domenica, 05 Maggio 2019 17:24

Caio Mussolini all'Aquila per incontro a Collebrincioni, protesta l'Anpi

di 

"Una presenza vergognosa".

Così l'Anpi L'Aquila definisce la partecipazione di Caio Giulio Cesare Mussolini all'incontro elettorale “In Europa per cambiare tutto”, organizzato da Fratelli d'Italia domani sera a Collebrincioni (frazione del comune dell'Aquila), nel ristorante Parkeller, di proprietà del consigliere comunale Daniele D'Angelo, capogruppo di Benvenuto, presente (lo stesso che due anni fa definiì il fascismo "uno stile di vita").

All'incontro saranno presenti anche il portavoce comunale di Fratelli d’Italia Michele Malafoglia, il coordinatore del circolo Amiternum per Scoppito e l'alto Aterno Christian Del Pinto, il vice presidente di Gioventù nazionale Francesco Di Giuseppe, il consigliere comunale del Comune di Barete Settimio Santucci, il consigliere comunale dell’Aquila Daniele D’Angelo e il sindaco dell'Aquila, commissario provinciale di Fdi, Pierluigi Biondi.  

A Caio Giulio Cesare Mussolini, candidato per Fratelli d'Italia alle elezioni europee nella circosrizione Sud, saranno affidate le conclusioni.

L'Anpi, in un nota, protesta, però, per la presenza del pronipote del dittatore fascista, cugino di secondo grado di Alessandra Mussolini, in un luogo altamente simbolico per la Resistenza abruzzese, teatro di uno degli eccidi più tragicamente noti compiuti dai nazifascisti durante la loro occupazione.

Fu proprio a Collebrincioni, infatti, che, all'alba del 23 settembre 1943, vennero catturati, durante un rastrellamento, i nove giovani aquilani (avevano tutti tra i 17 e 21 anni) poi divenuti tristemente noti come i Nove Martiri, la cui uccisione avvenne il giorno stesso alle Casermette (l'attuale caserma Pasquali).

"Non meriterebbe alcun commento una persona dal nome pomposo, un po’ ridicolo e al tempo stesso drammaticamente triste" afferma, in una nota, l'Anpi L'Aquila, alludendo a Caio Giulio Cesare Mussolini; "ma la sua vergognosa presenza a Collebrincioni, domani rinnoverà la memoria del sacrificio dei Nove Martiri aquilani, il nobile martirio di nove giovani che – rifiutando di arruolarsi nell’esercito dell’invasore tedesco – scelsero di combattere per la libertà dell’Italia, ma traditi da qualche ignobile fascista locale furono catturati dai nazisti proprio a Collebrincioni, portati all’Aquila e fucilati alle Casermette il 23 settembre del 1943".

La nota completa del'Anpi

Non meriterebbe alcun commento una persona dal nome pomposo, un po’ ridicolo e al tempo stesso drammaticamente triste. Ma la sua vergognosa presenza a Collebrincioni, domani rinnoverà la memoria del sacrificio dei Nove Martiri aquilani, il nobile martirio di nove giovani che – rifiutando di arruolarsi nell’esercito dell’invasore tedesco – scelsero di combattere per la libertà dell’Italia, ma traditi da qualche ignobile fascista locale furono catturati dai nazisti proprio a Collebrincioni, portati all’Aquila e fucilati alle Casermette il 23 settembre del 1943.

Gli eredi del fascismo, gli eredi di quell’eccidio, troveranno domani - ad accoglierli a Collebrincioni - la memoria viva di quei ragazzi, la storia di nove veri patrioti, il ricordo della loro bontà, del loro coraggio, della dignità con cui si sacrificarono per riscattare l’Italia dalla vergogna fascista.

I Nove Martiri erano:
• Anteo Alleva, 17 anni, apprendista carpentiere;
• Pio Bartolini, 21 anni, manovale;
• Francesco Colaiuda, 18 anni;
• Fernando Della Torre, 20 anni, impiegato;
• Berardino Di Mario, 18 anni, studente;
• Bruno D'Inzillo, 18 anni, studente;
• Carmine Mancini, 19 anni, studente;
• Sante Marchetti, 19 anni, agricoltore;
• Giorgio Scimia, 20 anni, studente.

I Nove Martiri, insieme a tutti coloro che parteciparono alla Resistenza e alla lotta di Liberazione, sconfissero il nazi-fascismo e misero fine alla tragedia in cui Mussolini aveva fatto precipitare l’Italia.
Altro che retorica del ventennio !

Il fascismo è stato la guerra, la disperazione e la miseria per tutti gli italiani, tranne che per i pochi gerarchi, i ricchi, gli industriali e i grandi agrari che il regime ha vigliaccamente protetto;
il fascismo è stato la povertà e la fame quando con l’autarchia rese la gente addirittura priva del pane con cui sfamare i propri figli;
Il fascismo è stato odio verso le persone semplici, i lavoratori, gli operai, i contadini, ha cancellato la libertà, la cultura;
il fascismo è stata la vergogna delle leggi razziali, è stata la vigliaccheria di discriminare, umiliare e uccidere i “diversi”, gli ebrei, gli oppositori politici, i rom, gli omosessuali, i malati di mente, gli anziani e tutti coloro considerati “inutili” e “improduttivi”;
il fascismo è stato il disonore del paese perché ha reso il paese schiavo del Nazismo, servo di Hitler e della sua demenziale follia distruttrice, vile nel suo delirio imperialista in Etiopia, contro la Grecia;
il fascismo è stato il nemico degli italiani, a partire dai giovani soldati mandati a combattere e a morire in Russia senza vestiti, senza cibo, senza medicinali;
il fascismo è stato la distruzione del paese e la pagina più indegna della storia d’Italia.

Per questo la memoria dei Nove Martiri – tra gli aquilani e nei cittadini di Collebrincioni – sarà la più degna risposta alla triste presenza di qualche nostalgico ignorante, che forse avrebbe preferito vivere nella miseria e sotto il tallone nazista, piuttosto che nell’Italia libera e democratica che la Resistenza e il sacrificio dei nove giovinetti hanno contribuito a costruire.

PER SAPERNE DI PIÙ

La ricostruzione dell'eccidio, a cura dello storico Walter Cavalieri.
L'intervista a Filomena "Nena" Nanni, testimone della cattura dei Nove Martiri

Ultima modifica il Lunedì, 06 Maggio 2019 14:44

Articoli correlati (da tag)

Chiudi