Martedì, 14 Maggio 2019 14:48

Gran Sasso, ecco il documento approvato dal Consiglio regionale

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Si è riunito stamane, in seduta straordinaria, il Consiglio regionale convocato dal presidente Lorenzo Sospiri su impulso delle forze di centrosinistra, per discutere della messa in sicurezza del 'sistema Gran Sasso'

Una assise che, di fatto, ha preso atto dell'intesa raggiunta tra il Ministero delle Infrastrutture e Strada dei Parchi per evitare la chiusura del traforo del Gran Sasso: si sta lavorando ad un accordo che sollevi il gestore dalle responsabilità di eventuali reiterazioni del reato d'inquinamento delle falde acquifere; intanto, col decreto ‘Sblocca cantieri’ verrà nominato un commissario straordinario. Resta il nodo delle risorse, però: in questo senso, il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio ha auspicato che il governo, col provvedimento, garantisca almeno le risorse per la progettazione delle opere previste nella delibera assunta dal passato esecutivo regionale, sotto la presidenza di Giovanni Lolli, che stima lavori per 172 milioni di euro per la messa in sicurezza del sistema. E’ chiaro: servirà poi un intervento normativo del Governo che assicuri le risorse necessarie per realizzare i lavori. E su questo, non c’è alcuna certezza.

In serata, è previsto un vertice al Ministero delle Infrastrutture con le parti in causa, Strada dei Parchi e Laboratori del Gran Sasso, cui parteciperanno il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio e il vice presidente Emanuele Imprudente; a seguire, alle 19 saranno auditi i sindaci del territorio, guidati dal primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dal collega di Teramo, Gianguido D’Alberto. Al termine del vertice, è atteso l’annuncio ufficiale che certificherà l’intesa raggiunta e, dunque, il rischio svanito della chiusura del traforo del Gran Sasso. 

Risolta la questione contingente della minacciata interdizione al traffico di un tratto della A24, in Consiglio regionale è andato in scena un pigro balletto sul documento da approvare per impegnare il Governo alla messa in sicurezza del 'sistema Gran Sasso', tra il testo presentato dalla coalizione Legnini e quello depositato dalla maggioranza di centrodestra che, in larghissima parte, erano assolutamente convergenti. A segnare la differenza, la richiesta del centrosinistra che fosse individuato quale Commissario il presidente della Giunta regionale, “al fine di garantire il necessario coordinamento delle attività, la verifica degli interventi e delle iniziative indicate”. In sostanza, ha voluto ribadire Giovanni Legnini innanzi all’assise, la nomina del Commissario, da ultimo richiesta con la delibera di Giunta regionale del 29 aprile scorso, dovrebbe intendersi come “formulata ai sensi dell’articolo 4 del decreto legge 32 del 18 aprile 2019” e, pertanto, salvo i poteri esecutivi ed operativi che saranno attribuiti al nominando commissario straordinario, dovrebbero permanere in capo a ciascuno dei soggetti pubblici “le competenze e gli obblighi previsti a legislazione vigente”; conseguentemente, la proposta era di prevedere che “il Presidente della Giunta Regionale, avvalendosi delle strutture regionali”, provvedesse a “garantire l’individuazione delle modalità di coordinamento e verifica degli interventi e delle iniziative che saranno intraprese e progettate dai soggetti pubblici titolari delle diverse funzioni pubbliche coinvolte”.

Sul punto, si è arrivata ad una spaccatura tra centrodestra e opposizione di centrosinistra, con alcuni consiglieri di maggioranza, e tra gli altri il vice presidente del Consiglio regionale, Roberto Santangelo, che hanno ribadito come il Commissario straordinario dovrà essere nominato dal Governo scegliendo una figura specifica, stante le diverse incombenze già in capo al governatore Marsilio che, da parte sua, non si è sottratto ad una eventuale nomina, se l’esecutivo dovesse chiederglielo, pur ribadendo di non essere appassionato al nome che dovrà avere il commissario piuttosto alle funzioni che gli saranno assegnate e, in particolare, alle risorse che dovranno essere garantite per lo svolgimento delle opere.

Dunque, il documento presentato dal centrosinistra è stato respinto, stante l’astensione dei consiglieri di maggioranza e degli esponenti del gruppo Cinque Stelle, con l’approvazione invece, a maggioranza, del testo prodotto dal centrodestra che impegna il presidente Marsilio a:

  • “sollecitare il Governo in merito all’accertamento della condizione di emergenza connessa alle criticità relative alla interconnessione tra il traforo, i laboratori dell’Infn, le captazioni ad uso potabile e, più in generale, l’acquifero del Gran Sasso;
  • a richiedere al Governo che la nomina di un Commissario straordinario sulla quale il Ministero delle Infrastrutture si è già pronunciato positivamente, preveda l’incarico di definizione dei progetti e realizzazione degli interventi strutturali di completa messa in sicurezza del sistema idrico, con la gestione unitaria del sistema Gran Sasso;
  • a richiedere al Governo che la nomina del Commissario sia contestuale ad un adeguato stanziamento di risorse;
  • a richiedere al Governo e, in particolare, al Mit e a Strada dei Parchi ogni misura atta a scongiurare la chiusura della galleria autostradale del Gran Sasso;
  • a richiedere al Governo ed al competente Ministero dell’Ambiente di voler definire, con una normativa ad hoc, il tema della applicabilità dell’articolo 94 del D.Lgs 152/06 alla specificità del sistema di captazione di acque destinate al consumo umano del sistema idrico del Gran Sasso;
  • a confermare e aggiornare il rispetto del protocollo d’intesa stipulato il 7 settembre 2017; a continuare a garantire, nelle modalità più idonee, forme di trasparenza e partecipazione a tutti i portatori d’interesse coinvolti nella definizione delle iniziative e misure necessarie per le attività di informazione, prevenzione dei rischi, monitoraggi, stati di avanzamento e definizione di procedimenti connessi, tramite il coinvolgimento e la condivisione con tutti i referenti rappresentativi delle istanze del territorio”.

A far discutere, evidentemente, è la previsione di una deroga all’articolo 94 del D.Lgs 152/06, quello che prevede, per intendersi, la "Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano"; sul punto, le associazioni ambientaliste promettono battaglia e già in Consiglio regionale una attivista ha inteso manifestare il suo disappunto avverso l’assessore delegato, Emanuele Imprudente, esponendo uno striscione con su scritto: "In Abruzzo si attua la sicurezza dell’ambiente, derogando alle leggi sull’ambiente. Imprudente di nome e di fatto".

Il centrosinistra: "La maggioranza non si vuole assumere la responsabilità del coordinamento degli interventi urgenti"

"Le proposte dell’opposizione di centrosinistra miravano a definire una posizione di forza dell’istituzione regionale, ma la maggioranza di centrodestra ha scelto di non assumersi alcuna responsabilità, mentre il gruppo dei 5Stelle ha sostenuto che va tutto bene perché 'ci pensa Toninelli'. Il documento dell’opposizione, che ha manifestato la massima disponibilità a giungere ad una soluzione unitaria, chiedeva infatti che fosse la Regione a coordinare le attività e gli interventi da assumere con urgenza per garantire la sicurezza dell’acqua, della salute, dell’ambiente, dei trasporti, della ricerca scientifica, e che si proponesse al Governo di nominare Commissario straordinario per l’esecuzione degli interventi il Presidente della Giunta".

Così i consiglieri dei gruppi Legnini presidente, Partito Democratico e Abruzzo in Comune che parlano di occasione persa "per presentarsi forti di una posizione unitaria al confronto con il Governo per affrontare il finanziamento e la rapida realizzazione degli interventi necessari per la messa in sicurezza dell’acquifero. La scongiurata chiusura del traforo, che non doveva e non poteva comunque essere disposta, non è certo risolutiva di un’emergenza la cui soluzione richiederà molte risorse e un impegno costante di tutte le istituzioni coinvolte".

L’importante lavoro svolto nei due anni scorsi dal vicepresidente Lolli, riconosciuto anche dalla maggioranza, e che ha consentito di far emergere le criticità del sistema Gran Sasso - ribadiscono i consiglieri di centrosinistra - "va proseguito con il metodo e l’impostazione che avevano finalmente consentito di individuare, con il concorso della Commissione Tecnica e la partecipazione di tutte le istituzioni coinvolte, le soluzioni che dovranno essere attuate, oltre che di aprire un percorso di trasparenza e partecipazione nei confronti dei cittadini e delle associazioni. La maggioranza ha scelto di affidarsi invece alle sole decisioni di Roma e alla nomina di un Commissario dai poteri indefiniti, nonostante la precedente gestione commissariale non abbia risolto i problemi e sia stata caratterizzata da molte opacità. Molti timori suscita anche il passaggio del documento approvato dalla maggioranza dove si richiedono deroghe alla normativa di tutela ambientale, senza precisare i limiti e il contesto di azione di un Commissario di cui pure si sollecita la nomina".

Marcozzi (M5S): "Inutile chiedere un impegno al Governo che è già al lavoro"

"La scelta del Movimento 5 Stelle di astenersi dal votare qualsiasi documento in merito alla questione Gran Sasso è molto semplice: il Consiglio Regionale sta chiedendo al Governo di occuparsi di un problema di cui si sta già occupando. Ieri sera, al termine di una riunione, sia il Ministero dei Trasporti che Strada dei Parchi hanno rilasciato dichiarazioni che vanno nella direzione da tutti sperata. È stata scongiurata la chiusura del tratto autostradale dell'A24. Inoltre si sta già operando per salvaguardare sia la salubrità dell'acqua che il lavoro di un istituto di ricerca, l'INFN, del quale non possiamo fare a meno".

Ad affermarlo è il capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che aggiunge: "Dopo sedici anni in cui si sono alternati, sia a livello regionale che a livello nazionale, governi di centro destra e centro sinistra che nulla hanno fatto in merito, finalmente abbiamo un Esecutivo che ci mette la faccia, deposita atti e trova soluzioni. Già nelle settimane scorse il Sottosegretario Gianluca Vacca ha ripetuto più volte la sua volontà di istituire un tavolo di coordinamento tra i ministeri, gli enti locali, e le associazioni del territorio coinvolte nella vicenda. Non solo. Il Movimento 5 Stelle si è occupato direttamente anche della questione commissariamento, depositando alla Camera dei Deputati un emendamento al Decreto Sblocca Cantieri che istituisce la figura di un Commissario, che avrà i poteri necessari per risolvere i problemi di inquinamento e messa in sicurezza. A me non interessa entrare nel merito della scelta del nome del commissario. Può essere nominato anche il Presidente Marsilio. Quello che conta è che faccia rispettare le leggi, svolgendo il suo compito in maniera pragmatica ed efficace".

Per questo – conclude Marcozzi – "il Consiglio Regionale Straordinario odierno è stato superato dal lavoro dei Ministri del Movimento 5 Stelle, che avevano preso in carico il problema ben prima delle richieste del centro sinistra abruzzese, trovando una soluzione a difesa degli interessi dei cittadini".

Lolli: "Nuova giunta regionale prosegua lungo percorso già delineato dalla delibera 33 del 2019"

“Anche se sembra scongiurata la chiusura del traforo (ipotesi che ha già prodotto enormi danni all’Abruzzo) è bene insistere con forza per ottenere i risultati strategici per la completa messa in sicurezza dell’intero sistema: non solo il Commissario, ma le procedure, le responsabilità e soprattutto le risorse dello Stato".

Ad affermarlo è l'ex vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli. "La strada è stata tracciata con tutti i soggetti interessati ed è indicata nella Delibera regionale n.33/2019 che evidenzia i problemi irrisolti e le soluzioni definitive necessarie. La nuova Giunta, dunque, da noi ha ereditato un metodo di lavoro e una sintesi operativa istruita con anni di impegno dagli uffici regionali, dai gestori del servizio idrico, dal Parco, da Ersi, Arta, Asl, Prefetture, Laboratori, Strada dei Parchi, Ministeri, da incontri con Comuni, cittadini e associazioni ambientaliste.  Un percorso già delineato e condiviso che va portato avanti con grande coerenza istituzionale dall’intero Consiglio regionale, dai Comuni e da tutte le forze politiche, economiche e sociali della Regione Abruzzo”.

Ultima modifica il Martedì, 14 Maggio 2019 22:28

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