Giovedì, 23 Maggio 2019 13:34

Asm, procedimento di vigilanza Anac: incarico a Federico inconferibile

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La quinta Commissione del Consiglio comunale dell'Aquila "Garanzia e Controllo" è stata convocata per giovedì 30 maggio, alle 15 in prima convocazione e alle 15:30 in seconda, per discutere sull'avvio del procedimento di vigilanza da parte dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) relativo alle ipotesi di inconferibilità dell'incarico di amministratore unico dell'Asm a Paolo Federico, già in più occasioni segnalate dalla minoranza.

"Il documento dell'Anac comporta necessariamente che l'organismo consiliare effettui una valutazione approfondita ed urgente del caso, anche al fine di valutare le memorie che l'Amministrazione intende produrre a sostegno del suo operato", spiega la presidente Elisabetta Vicini. "Se l'Autorità dovesse adottare delle sanzioni, infatti, la nomina verrebbe dichiarata nulla, con ogni conseguenza in ordine agli atti già compiuti, oltre alle responsabilità economiche a carico dell'Ente e alla sospensione dal potere di conferire altri incarichi".

Della presunta inconferibilità dell'incarico a Paolo Federico avevamo già scritto: l'amministratore unico di Asm, in effetti, è sindaco di Navelli dal giugno 2015, comune che per la raccolta dei rifiuti si affida al consorzio Cogesa di cui l'azienda aquilana ha acquisito di recente una quota; dunque, in seno all'assemblea dei soci Federico avrebbe la possibilità di esprimere due voti. Non solo. Federico è stato consigliere provinciale fino ad aprile 2017, dal 19 giugno dello stesso anno è commissario straordinario liquidatore della comunità montana 'Montagna di L'Aquila' oltre che presidente del Consorzio forestale Campo Imperatore dal 25 agosto 2017.

Ebbene, il 17 aprile scorso l'Anac ha inviato una pec al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, all'amministratore unico di Asm Paolo Federico, all'assemblea dei soci e ai membri del Cda del Consorzio forestale, informando dell'avvio del procedimento di vigilanza "relativo a presunte ipotesi di inconferibilità ai sensi dell'articolo 7 del d. Lgs 39/2013". In particolare, l'Autorità nazionale anticorruzione ha puntato l'attenzione sull'incarico di commissario straordinario ricoperto da Federico presso la comunità montana 'Montagna di L'Aquila' e di presidente del Consorzio forestale Campo Imperatore che, di fatto, rileverebbero i motivi di inconferibilità. A farla breve, il sindaco del capoluogo non avrebbe potuto nominarlo amministratore unico della società partecipata dal Comune.

E allora, leggiamolo l'articolo 7 del d. Lgs 39/2013: "a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della provincia, del comune o della forma associativa tra comuni che conferisce l'incarico, ovvero a coloro che nell'anno precedente abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune superiore ai 15mila abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa Regione che conferisce l'incarico, nonché a coloro che siano stati presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di province, comuni e altre forme associative della stessa regione, non possono essere conferiti gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a 15mila abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione".

Iniziamo dall'incarico di commissario straordinario liquidatore della comunità montana 'Montagna di L'Aquila' che Federico ricopre da giugno 2017: Anac spiega nell'istruttoria che si tratta di una forma associativa tra comuni pari complessivamente a 27.210mila abitanti, di un ente d'ambito distrettuale che esercita le funzioni amministrative in materia sociale per una popolazione di circa 36mila abitanti risultando affidatario, appunto, dei servizi socio assistenziali. Pertanto, riveste la natura di pubblica amministrazione benché sottoposto a gestione commissariale. In questo senso, aggiunge l'Autorità, i commissari esercitano funzioni amministrative. 

Ciò premesso, l'incarico risulta ascrivibile nella definizione di "componente di organo di indirizzo politico", di cui all'articolo 1 comma C lettera f del citato d. Lgs 39/2013. In altre parole, Federico sarebbe stato inconferibile avendo fatto parte, nell'anno precedente, di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione (15mila abitanti, ndr), nella stessa Regione che conferisce l'incarico.

Passando all'incarico di presidente del Consorzio forestale Campo Imperatore, l'Anac chiarisce come si tratti di un ente di diritto privato in controllo pubblico; il consorzio è una società mista pubblico privata avente quale oggetto sociale la gestione tecnico economica dei terreni degli aderenti - i proprietari pubblici e privati - anche ai fini della valorizzazione e della salvaguardia ambientale e dell'incremento occupazionale locale.

La disciplina di settore - il d. Lgs 3 aprile 2018 n. 34 - prevede i consorzi quale forma di gestione associativa delle proprietà forestali pubbliche e private che le istituzioni sono chiamate a sostenere per promuovere e tutelare l'economia forestale; lo stesso Testo unico, all'articolo 10, chiarisce che "le regioni promuovono l'associazionismo fondiario tra i proprietari dei terreni pubblici e privati nonché la costituzione e la partecipazione ai concorzi forestali". Ebbene, appare evidente che i consorzi forestali svolgano un servizio finalizzato allo sviluppo del patrimonio agro-silvo-pastorale per conto delle PA. Inoltre, è prevalente - nel caso del Consorzio forestale Campo Imperatore - la partecipazione pubblica al capitale sociale, detenuto in maggioranza da enti locali della Regione.

Quindi, Federico sarebbe stato inconferibile essendo stato "presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di province, comuni e altre forme associative della stessa regione".

Per questi motivi, l'Anac ha avviato il procedimento di vigilanza avvertendo i destinatari della comunicazione che avrebbero avuto 20 giorni, dalla ricezione della stessa, per presentare eventuali memorie scritte, documenti, deduzioni o pareri; il termine di conclusione del procedimento è stato fissato in 120 giorni. Non sappiamo ancora se il sindaco dell'Aquila e l'amministratore unico di Asm abbiano effettivamente risposto. Sta di fatto che la vicenda è piuttosto grave. 

E vi spieghiamo perché. All'articolo 17 del d. Lgs 39/2013 leggiamo che "gli atti di conferimento di incarichi adottati in violazione delle disposizioni del presente decreto e i relativi contratti sono nulli": significa che se venissero confermati gli appunti dell'Anac, la nomina di Paolo Federico ad amministratore unico di Asm sarebbe nulla.

E se così fosse, ci sarebbero delle pesanti sanzioni, previste all'articolo 18 dello stesso decreto. In particolare, "i componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli sono responsabili per le conseguenze economiche degli atti adottati; i componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli non possono per tre mesi conferire gli incarichi di loro competenza". In sostanza, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi non solo risponderebbe economicamente di eventuali conseguenze economiche arrecate dalla nomina ma potrebbe essere sospeso fino a 3 mesi dal potere di conferimento di incarichi di sua competenza.

Non solo. Come ha sottolineato giustamente la presidente della Commissione "Garanzia e controllo" gli atti compiuti da Paolo Federico nella sua qualità di amministratore unico di Asm sarebbero nulli, compreso il bilancio approvato nei giorni scorsi con un utile di 10 mila euro.

Davvero un bel guaio. 

L'approvazione del bilancio di Asm

Come detto, nei giorni scorsi l'assemblea dei soci di Asm ha approvato il bilancio della partecipata che porta un utile di 10mila euro. "Si tratta di un valore non particolarmente alto - hanno riconosciuto il sindaco Pierluigi Biondi e l'assessore delegata alle partecipate Fausta Bergamotto - ma non dimentichiamo che questa società adempie a dei servizi molto impegnativi e soprattutto costosi nell'ambito dell'igiene urbana, che vanno dalla raccolta dei rifiuti, ordinaria e differenziata, alla gestione della piattaforma degli ingombranti di Bazzano, alla pulizia da erbacce e rifiuti lungo i cigli delle strade". Per questo, il sindaco e l'assessore hanno voluto ringraziare "l'amministratore unico, Paolo Federico, per il significativo lavoro che sta svolgendo, allo scopo di rendere i servizi sempre migliori per i cittadini e per la cura del territorio aquilano grazie anche alla proficua collaborazione attivata con il settore Ambiente del Comune dell'Aquila".

Tuttavia, il capogruppo del PD in Consiglio comunale Stefano Palumbo ha sottolineato, in realtà, come "il risultato conseguito con l'approvazione del bilancio 2018, chiuso per il quarto anno consecutivo in attivo, non può che essere attribuito al suo predecessore Francesco Rosettini, che è stato a capo dell'azienda comunale fino a settembre dello scorso anno. L'amministrazione, come suo costume, rivendicando i risultati, omette di ringraziarlo ben sapendo che è merito della sua gestione anche l'attivazione della piattaforma per la selezione dei rifiuti, l'apertura alle convenzioni con i Comuni del comprensorio e l'iter per la realizzazione del nuovo centro di raccolta", l'affondo di Palumbo.

Ciò nonostante, inutile negarlo, la qualità complessiva del servizio erogato da Asm è ancora carente, "con criticità strutturali che il nuovo contratto di servizio, come del resto i precedenti, affronta in maniera inadeguata, in particolare rispetto all'esigenza di consolidare l'azienda in funzione della riforma regionale in atto sulla gestione dei rifiuti. L'unica novità apprezzabile è l'estensione del contratto che, da annuale, diventa pluriennale (per tre annualità, più ulteriori due), mettendo l'azienda nelle condizioni di poter pianificare azioni ed investimenti di medio termine, ma che apre necessariamente ad un'ulteriore considerazione. Il costo del contratto di servizio con Asm, pari a 14,5 milioni di euro è, infatti, ancora oggi, coperto in quota parte dal trasferimento straordinario da parte del Governo (siamo passati da 6 milioni del 2014 a 2,7 milioni del 2019), e per la restante dal gettito Tari. Non avendo, però, alcuna garanzia sul trasferimento straordinario il rischio a cui si va incontro, per i prossimi anni, nel caso di mancato trasferimento o di drastica riduzione dello stesso, come fatto intendere chiaramente dal sottosegretario Crimi, è quello di dover inevitabilmente aumentare la tariffa sui rifiuti, per coprire i 14,5 milioni annui che, sulla base del contratto di servizio, ci impegniamo, come ente comunale, a trasferire all'Asm nei prossimi 5 anni".

Un rischio che, è bene ne siano tutti consapevoli, grava sui cittadini aquilani - ribadisce Palumbo - "che si ritroverebbero, così, a dover pagare di più un servizio identico a quello attuale. Mi permetto, allora, di suggerire tre azioni da intraprendere al fine di scongiurare un pericolo inaccettabile. Innanzitutto, partendo dai dati sulla ricostruzione e dai tempi imposti dalla legge per l'esecuzione dei lavori, non è difficile fare una proiezione sul numero di immobili che torneranno ad essere agibili nei prossimi anni e conseguentemente sul gettito Tari che produrranno. È necessario, poi, mettere in atto una seria azione di recupero dell'evasione – elusione sulla Tari. Uno studio del Sed, di cui l'amministrazione è in possesso da mesi, stima si possa recuperare agevolmente almeno 1 milione di euro all'annuo. Solo dopo aver messo in campo le prime due azioni sarà possibile dunque, anzi necessario, battere i pugni e chiedere al Governo di fare la sua parte, attraverso un impegno formale sul trasferimento straordinario necessario per i prossimi anni".

Ultima modifica il Giovedì, 30 Maggio 2019 17:50

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