Rientra, al Comune dell’Aquila, il caso Di Gregorio.
Nei giorni scorsi, il funzionario aveva ingaggiato un duro scontro con l’assessore Carla Mannetti per aver subito, a suo dire, decisioni “persecutorie” e antisindacali.
La vicenda, che vi avevamo raccontato nei dettagli, è, in pillole, questa.
Di Gregorio era stato distaccato, per un periodo di tempo, alla Gran Sasso Acqua, per poter seguire l’avvio del secondo stralcio dei lavori dei sottoservizi. Malgrado la richiesta dell’amministratore della Gsa, Fabrizio Ajraldi, di poterlo trattenere ancora in azienda, era stato richiamato in Comune dall’assessore Mannetti, salvo poi essere spostato, per volontà di quest’ultima, dal settore Mobilità al settore Ricostruzione beni pubblici.
Un trasferimento che Di Gregorio, membro delle Rsu dell’ente, aveva giudicato illegittimo, in quanto non rispettoso del contratto nazionale quadro sulle prerogative sindacali, che stabilisce che “il trasferimento di una unità operativa ubicata in Comune o circoscrizione diversa da quella di assegnazione dei dirigenti sindacali può essere predisposto solo previo nullaosta delle rispettive associazioni sindacali di appartenenza o della RSU qualora il dirigente ne sia componente”.
Da tutto ciò era nato uno scontro abbastanza acceso tra la giunta, e in particolare il sindaco Biondi, e le stesse Rsu, che avevano stigmatizzato il comportamento dell’amministrazione.
Secondo Di Gregorio, inoltre, il trasferimento era solo l’ultimo di una serie di atti punitivi emanati dalla giunta nei suoi confronti, visto che già in precedenza era stato estromesso da molti procedimenti che aveva seguito come Rup e rimosso da altre unità di progetto di cui era a capo.
Ieri, nella quinta Commissione (Garanzia e Controllo), convocata per esaminare il caso, è stata di fatto siglata la pace tra tutti gli attori coinvolti, anche se la svolta c’era stata due giorni fa con una riunione tra Rsu, sindaco, Mannetti, Giuliani e Di Gregorio. Un incontro dove si sono sciolte le tensioni e al termine del quale l’amministrazione si è sostanzialmente impegnata, per il futuro, ad aprire tavoli di concertazione con i dipendenti, prima di adottare atti con possibili ripercussioni sulle mansioni e il ruolo di questi ultimi, e anche a essere più chiara nell’esplicitare le motivazioni di determinate scelte.
Alla fine tutti si sono detti soddisfatti, anche la presidente della quinta Commissione, Elisabetta Vicini: “Quello che è accaduto è un precedente importante: il sindaco, che in un primo momento si era mostrato indispettito dal coinvolgimento della Commissione, ne ha poi riconosciuto l'utilità e questo ha consentito un esame più aperto dei fatti e un'analisi compiuta degli atti, anche in presenza dell'assessore Mannetti. Quest'ultima si è impegnata, per il futuro, ad una maggior trasparenza e alla condivisione con i dipendenti di quelle scelte amministrative i cui effetti incidano sulle professionalità da coinvolgere nei diversi progetti”.