"Un secco no alla proposta leghista di autonomia differenziata delle Regioni. Questo l'oggetto di una mozione che abbiamo appena depositato e che chiediamo al presidente Tinari di portare in discussione in Consiglio comunale il prima possibile".
Lo affermano, in una nota, i consiglieri comunali del Pd Stefano Palumbo e Stefano Albano.
"Riteniamo, infatti - spiegano i consiglieri dem - che sia un nostro dovere rilanciare l'iniziativa parlamentare dei deputati del Pd, ostacolando con ogni mezzo a nostra disposizione quella che autorevoli economisti e giuristi non hanno esitato a definire la "secessione dei ricchi". Si tratta infatti di una riforma in base alla quale ai cittadini delle regioni più ricche sarebbero riconosciuti più diritti al welfare, in barba al principio redistributivo di solidarietà economica e rispetto alla quale il nostro territorio uscirebbe gravemente penalizzato".
"L'economista sulmonese Aldo Ronci, utilizzando i dati che la Ragioneria generale dello Stato ha pubblicato il 17 gennaio scorso, relativi all'anno 2017, ha effettuato una stima di quello che potrebbe essere il minor apporto di risorse alla nostra Regione in ambito di istruzione e sanità, qualora l'autonomia differenziata dovesse essere approvata, e ha calcolato che subiremmo una decurtazione di trasferimenti da parte dello Stato pari a 250 milioni di euro per la sanità e 140 milioni di euro per l'istruzione".
"L'Abruzzo vedrebbe dunque, complessivamente, minori entrate per circa 400 milioni di euro - proseguono Albano e Palumbo - a vantaggio esclusivo delle regioni più ricche del nostro paese, ovvero quelle del Nord. Un federalismo fiscale che, senza stabilire preventivamente i fabbisogni standard, i livelli essenziali delle prestazioni e un fondo perequativo a compensazione del gap strutturale fra nord e sud, finirà per dividere l'Italia in due, impoverendo e isolando le regioni del mezzogiorno, a cominciare dalla nostra, provata, negli ultimi anni, anche da tre terremoti devastanti e alle prese con una ricostruzione lunga e difficile".
"Dopo decenni di tentativi andati a vuoto, insomma, la Lega Nord, sotto la nuova maschera del sovranismo nazionale e i riflettori accecanti puntati sulla Ong di turno, sta per realizzare l'agognato disegno secessionistico del Settentrione. Lotteremo - concludono i consiglieri - con ogni mezzo per impedirlo".