L’Autonomia Differenziata, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri del DDL Calderoli, avvenuta il 2 Febbraio 2023, è diventata realtà. La FLC CGIL della Provincia dell’Aquila è stata impegnata a respingerla sin dal 2018, anno in cui l’allora Governo Gentiloni sottoscrisse un’intesa con alcune regioni settentrionali: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
"Chiedevano - si legge nella nota del sindacato - la regionalizzazione di ben 23 materie, tra cui sanità ed istruzione. Sin d’allora abbiamo detto no ad una misura che sconvolge, in tema di istruzione, l’unità della scuola italiana che deve garantire a tutti e tutte lo stesso standard educativo e deve permette la rimozione degli ostacoli formativi mettendo in campo ogni adeguata misura correttiva".
"Con l’Autonomia Differenziata si annulla il dettato costituzionale contenuto negli articoli 3, 9, 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana e si tende ad una frammentazione dei saperi di cui la qualità della trasmissione dipenderà dalle risorse economiche delle singole Regioni. Le Regioni avranno, così, la possibilità di decidere autonomamente su Organici, Concorsi, Programmi e Stipendi. Quest’ultimo punto riporta il nostro Paese indietro di cinquant’anni, paventando la possibilità che si torni alle Gabbie Salariali il cui superamento è stata una conquista delle lotte operaie degli anni settanta del secolo scorso".
"Attualmente - prosegue la nota -, gli stipendi del personale scolastico sono tutelati dal CCNL che, in questo modo, verrebbe superato permettendo ad ogni Regione di stabilirne l’entità sulla base delle risorse interne. Non ci vuole un genio per capire che a Regione ricca corrisponderebbe stipendio ricco e scuola più ricca; mentre, al contrario, a Regione povera corrisponderebbe stipendio povero e scuola povera. Percorsi educativi e formativi più poveri. Inoltre, immaginiamo che, essendo la mobilità del personale di carattere nazionale, arriveremmo in breve tempo alla corsa verso stipendi migliori, migliori condizioni di lavoro e, in generale, migliore qualità della vita in altre regioni con maggiori risorse".
"L’Autonomia Differenziata, perciò, è divisiva ed aumenta le disuguaglianze socio economiche già nettamente segnate tra le regioni del sud e quelle del nord. Ma aumenta anche il divario, sempre più ampio, tra i centri urbani, le periferie e le aree marginali del nostro martoriato Paese. Diciamo fortemente no. Lo facciamo anche attraverso una raccolta firme per una LIP (legge di iniziativa popolare) che ha bisogno di 50.000 firme per poter essere accolta. Chiediamo che su tale argomento sia diffusa un’informazione che arrivi a tutti i cittadini e le cittadine compiutamente e correttamente".
La FLC CGIL della provincia dell’Aquila teme che la combinazione dell’Autonomia Differenziata e delle novità apportate dalla legge di bilancio 2023 sarà distruttiva per il sistema scolastico della nostra provincia su cui insistono scuole che, già da anni, soffrono di impoverimento dell’utenza per ragioni legate allo spopolamento, alla carenza di servizi della aree interne, in altre parole, all’abbandono della politica. Se riteniamo che, nell’impianto globale, la legge di stabilità sia deludente e non investa sui settori della conoscenza, confermando una annosa politica di disinvestimento nell’idea che la scuola e l’istruzione dei cittadini e delle cittadine sia una spesa da contenere, le scelte fatte per la riduzione delle Dirigenze Scolastiche e dei DSGA, attraverso l’innalzamento del numero degli iscritti e delle iscritte sancirà definitivamente la morte delle nostre aree interne, toccando anche scuole situate nei 3 comuni più grandi: L’Aquila, Avezzano, Sulmona.
Nel giro di pochi anni, attraverso un sistema che prevede un media regionale degli iscritti e delle iscritte posta in un range tra 900 e 1000 (attualmente, per mantenere l’autonomia, sono necessarie 600 iscrizioni che scendono a 400 nelle scuole situate nei comuni montani) in Regione Abruzzo nel 2034 (anno in cui si compirà il dimensionamento che partirà dal 2024) avremo 147 istituzioni scolastiche contro le attuali 196.
Non è difficile capire che la Provincia dell’Aquila, l’unica interna e la più grande tra le 4 province abruzzesi, sarà quella maggiormente penalizzata. Attualmente in provincia dell’Aquila ci sono 47 istituzioni scolastiche, per un totale di 34952 iscritti/e, così distribuiti: Distretto 1, L’Aquila e comuni limitrofi, 12606 iscritti/e; Distretto 2, Avezzano e Marsica 15285 iscritti/e; Distretto 3 Valle Peligna 5287 iscritti/e; Distretto 4, Alto Sangro, 1772 iscritti/e.
Senza alcuna deroga e senza alcun riguardo per le particolarità e le complessità del territorio, applicando sul numero totale degli iscritti e delle iscritte una media regionale di 950 avremo 36 istituzioni scolastiche al posto delle attuali 47. Delle attuali 47, ben 29 si situano attualmente al disotto dei/delle 900 iscritti/e previsti/e dalle nuove norme, ma anche al di sotto dell’attuale media regionale di 850. Questo vuol dire che si giungerà ad accorpamenti territoriali che condurranno alla creazione di istituti mostri che, vista la particolarità geo morfologica della nostra provincia, dovranno necessariamente coprire territori ampi, spesso montani, mal serviti e con una pessima viabilità.
"Chiediamo - conclude il sindacato - che la politica si mobiliti per evitare un ulteriore passo verso la desertificazione delle nostre aree marginali e lo schiacciamento della nostra provincia da una media regionale che non tiene conto dell’ampiezza e della complessità del territorio aquilano. Chiediamo, poiché si dovrà rivedere l’intero assetto delle istituzioni scolastiche e si dovrà necessariamente procedere ad accorpamenti, l’apertura non più rimandabile di tavoli comunali e provinciali al fine di pianificare il futuro delle scuole della nostra provincia. Confermiamo la nostra assoluta contrarietà alla Autonomia Differenziata e alle misure stabilite dalla Legge di Stabilità contro le quali si aprirà una lunga stagione di mobilitazione nazionale e locale".