Domenica, 04 Agosto 2019 19:09

Sanità: oltre le polemiche sulla rete ospedaliera, un 'favore' alle cliniche private

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Imperversano le polemiche sul riordino della rete ospedaliera regionale. 

Sul piede di guerra i territori delle aree interne della provincia dell'Aquila e di Teramo che chiedono all'assessore alla sanità Nicoletta Verì di far procedere in sincronia l'iter per la funzionalizzazione dei presìdi ospedalieri volto alla costituzione di due hub Dea di secondo livello abruzzesi; al momento, infatti, si sta procedendo speditamente per la funzionalizzazione dei nosocomi di Pescara e Chieti, col processo che attiene agli ospedali di L'Aquila e Teramo che, al contrario, si è arenato, con la Commissione delegata a valutarne la fattibilità che si è riunita soltanto una volta dal giorno della sua costituzione, oramai più di due anni fa.

La sensazione che traspare - e l'ha messo nero su bianco il sindacato Anaao - "è che si vogliano fare, in una piccola regione come l’Abruzzo, due realtà sanitarie diverse, una di serie A e una di serie B". Un atteggiamento non giustificato da alcun tipo di elemento demografico o sanitario".

Per il resto, non ci sono novità sostanziali rispetto al piano che era stato avviato dalla precedente amministrazione di centrosinistra, a dispetto delle promesse da campagna elettorale. 

Oltre alla mobilitazione dei territori, Verì deve fare i conti anche con il Ministero della Sanità che, di fatto, ha frenato gli entusiasmi per l'uscita dal commissariamento, non accettando piani intermedi e rimandando ogni valutazione sul piano di riordino a dopo l'estate, allorquando l'esecutivo regionale dovrà presentare un documento unitario e definitivo. Di fatto, il tavolo di monitoraggio - pur avendo sottolineato come i conti per le annualità 2017 e 2018 siano in ordine e che sono stati raggiunti i risultati auspicati sui Lea, i livelli essenziali di assistenza - si aspettava un atteggiamento più cauto dalla Regione che, al contrario, intende perseguire la via del potenziamento dei nosocomi di Atessa, Penna, Popoli e Ortona da presidi territoriali di assistenza a nosocomi di base, col mantenimento dei pronto soccorso, con la definizione degli ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano come Dea di I° livello e la richiesta di deroga alla chiusura del punto nascita di Sulmona. Tra l'altro, in Commissione sanità è stata approvata una mozione che impegna la Giunta a potenziare anche il nosocomio di Sulmona.

Una fuga in avanti, per il tavolo di monitoraggio. 

C'è un altro aspetto, però, che fino ad ora è rimasto nell'ombra e che attiene al rapporto, tradizionalmente critico in Abruzzo, tra sanità pubblica e privata.

In sostanza, con la delibera di Giunta 348 del 18 giugno scorso, la Giunta regionale ha, di fatto, allentanto le regole che erano state fissate dopo lo scandalo 'Sanitopoli'. In che modo? E' stata cancellata la norma che obbliga le cliniche private a fornire alle ASL i dati giornalieri sui ricoveri e le dimissioni dei pazienti; inoltre, viene prevista una oscillabilità del 20% del fatturato che non avrà più carattere "occasionale ed eccezionale": in altre parole, si aumentano le prestazioni senza "motivate esigenze" e senza dover chiedere l'autorizzazione alle ASL.

A denunciarlo è stato Maurizio Acerbo, già consigliere regionale, segretario nazionale del partito della Rifondazione comunista.

"Regna il silenzio da parte di maggioranza e opposizioni in Consiglio Regionale rispetto alla modifica delle regole per le cliniche private", l'affondo; "la nuova giunta è partita con un regalo alla sanità privata. Già con la giunta D'Alfonso si erano riallargati i cordoni della borsa, ora si torna all'antico. Passati 10 anni da Sanitopoli, abbiamo la sensazione che sia pienamente tornata la subalternità della politica ai privati che combattemmo quasi sempre isolati ai tempi dei piani sanitari definiti a tavolino con i titolari delle cliniche", le parole durissimi di Acerbo.

Le regole fissate a suo tempo, d'altra parte, erano state impugnate dalle cliniche private che, tuttavia, avevano perso in Consiglio di Stato. 

"E invece, è arrivata la delibera della giunta Marsilio nel silenzio generale. Neanche una conferenza stampa per presentarla e spiegarne contenuti e ragioni. Sulla delibera - ha aggiunto Acerbo - non si sono registrate prese di posizione delle opposizioni in Consiglio. Viene da domandarsi: PD e M5S sono distratti, non l’hanno letta o la condividono? Non vi sono stati nemmeno tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali. Eppure la materia è assai importante per le cittadine e i cittadini abruzzesi".

Già oggi l'invalicabilità del tetto di spesa annuo è pura utopia: "i tetti di spesa vengono sistematicamente travalicati e quando le ASL fanno opposizione ai pagamenti i giudici riconoscono sempre il credito vantato. Il venir meno dell'autorizzazione a travalicare il tetto mensile (con la scusa di snellire le procedure amministrative) associato alla caduta dell’obbligo per le cliniche di fornire alle ASL i dati giornalieri sui ricoveri e sulle dimissioni dei pazienti è un lasciapassare per comportamenti non virtuosi e al rapido superamento del budget assegnato", il grido d'allarme di Acerbo.

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