Giovedì, 08 Agosto 2019 12:36

Ama, approvato bilancio 2018 col parere negativo del collegio sindacale

di 

Si è riunita ieri l’assemblea dei soci dell’Ama, l’azienda partecipata della mobilità che, finalmente, ha approvato il bilancio relativo al 2018; in perdita, come ampiamente annunciato. Si tratta del terzo esercizio finanziario chiuso in negativo: in questi anni, Ama ha accumulato perdite per 2 milioni di euro e ha eroso praticamente tutto il proprio capitale sociale, passato da 3 milioni a 100 mila euro (alla fine del 2018).

Qui sta il nodo.

Ad oggi, l’azienda perde 120 mila euro al mese, e cioè 1 milione e 440 mila euro l’anno circa. E’ chiaro come la situazione sia assolutamente drammatica; non è altrettanto chiara la strategia che l’amministrazione comunale intende mettere in campo.

L’assemblea dei soci di ieri ha raccontato, plasticamente, della profondissima spaccatura tra l’assessore ai trasporti Carla Mannetti, che sta gestendo la partita dell’Ama, e l’amministratore unico Gianmarco Berardi, espressione della Lega. D'altra parte, Mannetti non aveva nascosto, ai nostri microfoni, la divergenza di vedute con Berardi: "Personalmente, ritengo che avendo Ama chiuso in perdita tre esercizi consecutivi si debba attuare con forza un piano di razionalizzazione delle spese; al contrario, l'amministratore vorrebbe un ulteriore, cospicuo contributo - oltre al milione e 200 mila euro già riconosciuto - dal Comune. La penso diversamente: stringiamo i denti, andiamo avanti fino a fine anno e poi valuteremo i risultati. Se l'azienda non dovesse farcela, potremo fare anche altri tipi di riflessione. Non possiamo pensare, però, che il Comune sia una vacca da mungere, in particolare se ci sono i margini per ottenere dei risparmi".

Il problema è che il milione e 200 mila euro a valere sul 2019 garantito dal Comune con la recente variazione di bilancio, così da integrare il contratto di servizio portato a 7 milioni e 700 mila euro a valle della definizione del nuovo costo standard di servizio (fissato a 2,17 euro a km), non basterà a chiudere il bilancio di quest’anno in pareggio.

Detto che l’addendum non è stato ancora portato in Giunta, poi dovrà passare dal Consiglio comunale per l’approvazione definitiva, detto che il milione e 200 mila euro è Iva inclusa e, dunque, l’effettivo trasferimento sarà di meno di un milione, con le perdite che si attestano a 120 mila euro al mese ballerebbero ancora 450 mila euro circa. “Ho predisposto con Ama un piano di razionalizzazione della spesa, stiamo ridisegnando la rete del trasporto che porterà ulteriori risparmi ed ho in mente altri provvedimenti che, evidentemente, non posso anticipare: se non dovessimo chiudere il bilancio di quest'anno in parità lo vivrei come un fallimento. Metterò tutto l'impegno possibile per cogliere il risultato", ha assicurato a news-town l’assessore Mannetti.

Purtroppo, è l’8 di agosto: è credibile che l’amministrazione metta in campo un piano – non ancora definito - capace di dare risultati da qui alla fine dell’anno? Francamente, no.

E’ questo il motivo per cui l’amministratore unico Berardi ha chiesto un ulteriore contributo al Comune dell’Aquila che, tuttavia, l’assessore Mannetti non intende concedere.

D’altra parte, il bilancio 2018 è stato approvato col parere negativo del Collegio sindcale: tre esercizi finanziari in perdita e il capitale sociale eroso imporrebbero, in mancanza di opportune misure correttive – questo è stato l’ammonimento - di procedere con la liquidazione della società e di portare, dunque, i libri in Tribunale. Invece, si continua a navigare a vista col rischio, concreto, che anche il bilancio 2019 chiuda in perdita. Tanto è vero che, ieri sera, è saltata l’assemblea straordinaria che era stata convocata a seguire l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio, e che avrebbe dovuto adottare i provvedimenti previsti ai sensi dell'art. 2447 del codice civile (Riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale).

Sta di fatto che l’articolo 14 del decreto Madia è chiarissimo: si può procedere a ricapitalizzazione solo a seguito dell’approvazione di un piano di risanamento. Non ci sono altre strade. Come può andare avanti un’azienda che non ha più capitale sociale e con i bilanci in perdita?

Per dire della spaccatura oramai evidente tra Mannetti e Berardi, ieri l’amministratore unico ha presentato un suo piano di risanamento che, tuttavia, non è stato discusso non avendone preso visione l’assessore. Ognuno va per la sua strada, in sostanza.

Ora, è chiaro che i nodi stanno venendo al pettine e non ci sono più alibi: bene l’efficientamento dei mezzi, condivisibile la lotta all’evasione, ma l’unica soluzione all’orizzonte è un taglio drastico dei costi e, in questo senso, a leggere il bilancio di Ama si evince come la principale voce in uscita sia il personale.

E qui sta un altro nodo.

L’assessore Mannetti, e con lei il sindaco Biondi, non vorrebbero attuare misure evidentemente impopolari e, in questo senso, avrebbero rassicurato i sindacati. Ma non hanno spiegato come intendano muoversi. Ciò che viene contestato da buona parte dei consiglieri di maggioranza, è che non si sia intervenuti l’anno passato, temendo – sussurrano i maligni – le possibili ricadute elettorali alla vigilia delle elezioni regionali. Così facendo, però, la situazione si è ulteriormente aggravata. Ed ora, non approntare dei tagli significherebbe andare a gravare, ancora, sul bilancio comunale, sottraendo ulteriori risorse ad altri settori, al sociale in particolare, come avvenuto con la variazione di bilancio dei giorni scorsi e, l’anno passato, con il contributo da oltre 900mila euro già concesso ad Ama che, tra l’altro, è ancora oggetto di dibattito (una sorta di ‘surroga’ per l’amministrazione, in attesa di chiarire il contenzioso con la Regione sul mancato trasferimento delle risorse per il pagamento degli adeguamenti contrattuali del personale; un trasferimento straordinario per le opposizioni e che, stante le norme, non sarebbe possibile senza un piano di risanamento).

Arriviamo così al punto politico.

L’amministratore unico Berardi, e la Lega che l’ha indicato, non vogliono restare col cerino in mano: se la Mannetti non dovesse muoversi dall’intenzione di non concedere ulteriori contributi, e se l’amministrazione non dovesse approvare un profondo piano di risanamento, è chiaro che Berardi non avrebbe margini di manovra.

Una situazione esplosiva, che rischia di minare ancor di più i rapporti tra la Lega e Fratelli d’Italia, già ai minimi termini, con ripercussioni inevitabili sulla tenuta della maggioranza.

Ultima modifica il Giovedì, 08 Agosto 2019 17:17

Articoli correlati (da tag)

Chiudi