Giovedì, 08 Agosto 2019 21:02

Governo al capolinea. Salvini: "Subito al voto". Ma Conte risponde con durezza: "Non spetta a lui decidere i tempi di una crisi politica, spieghi in Parlamento"

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"Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c'è più una maggioranza, come evidente dal voto sul Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori". Nel tardo pomeriggio, Matteo Salvini - dopo un'ora di colloquio con il premier Giuseppe Conte - rompe gli indugi e apre di fatto la crisi di ferragosto, se volessimo usare un'immagine da prima repubblica: "inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane, gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No”. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni".

Subito al voto, dunque: è questa l'intenzione del Ministro dell'Interno. "L’ho ribadito oggi al Presidente Conte: le vacanze non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani".

A stretto giro la replica di Luigi Di Maio. "Qualcuno vuole che il governo cada oggi, 8 agosto. Bene, noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze", l'affondo. "Ad ogni modo, c'è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. Per tornare al voto bisogna comunque passare per il Parlamento. Una volta che si passa per il Parlamento e si riaprono le camere, cogliamo anche l'opportunità per fare subito questa riforma, senza aspettare settembre. Poi ridiamo subito la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi il voto. Noi non abbiamo paura. Noi pensiamo a fare quello che la politica non ha mai avuto il coraggio di fare".

E' chiaro che la volontà della Lega di andare subito alle urne confligge con un'eventuale approvazione del taglio dei parlamentari: se le Camere dovessero dare il via libera alla riforma, infatti, si aprirebbe, almeno, un trimestre bianco che allungherebbe inevitabilmente i tempi e, tra l'altro, andrebbe pure rivista la legge elettorale; insomma, passerebbe diversi mesi prima delle elezioni.

Tuttavia, è stato il Presidente del Consiglio - con una conferenza stampa convocata all'improvviso a Palazzo Chigi, poco prima delle 23 - a contrapporsi frontalmente a Matteo Salvini che, poco prima, aveva salutato la piazza di Pescara con un discorso stanco, poco incisivo, e ridondande sugli argomenti da campagna elettorale che il vice premier, oramai, ha mandato a memoria. D'altra parte, il Ministro dell'Interno non ha voluto affondare il colpo, annunciando, come si poteva immaginare, il ritiro dei ministri del Carroccio.

"Ieri sera e questo pomeriggio è venuto a parlarmi il ministro Salvini, il quale mi ha anticipato l'intenzione della Lega di porre fine all'esperienza di governo, e la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode", le parole di Conte. 

Primo affondo: Conte ha fatto chiaramente intendere che Salvini si sta muovendo per puro interesse politico di parte. 

"Sono stati due lunghi colloqui durante i quali ci siamo confrontati sulle aspettative della Lega, e anche sulla complessa situazione politica, economica e sociale che il paese sta attraversando; al ministro Salvini ho esposto i molteplici progetti di riforma, le varie iniziative di governo in corso di realizzazione che inevitabilmente verranno interrotte. La nota ufficiale diffusa nel tardo pomeriggio dal ministro Salvini invoca un ritorno alle urne per restituire al più presto la parola agli elettori. Ho già chiarito al ministro che farò in modo che questa crisi, da lui innescata, sia la più trasparente della storia repubblicana. Per questo, mi riservo di contattare i presidenti di Camera e Senato affinché adottino le iniziative di propria competenza per permettere alle Camere di tornare a riunirsi. Questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai Parlamentari, come ho subito chiesto". 

Secondo affondo: il premier non intende affatto rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, ma ha sfidato Salvini a portare la questione in Parlamento per spiegare le sue ragioni, per spiegare, cioé, i motivi che lo stanno spingendo a staccare la spina.

"I parlamentari sono i rappresentanti della nazione, di tutti i cittadini; avevo promesso che la trasparenza e il cambiamento sarebbero stati i tratti distintivi di questo governo e vigilerò affinché questi valori siano rispettati fino all'ultimo giorno. Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe, personalmente non considero il confronto tra Governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico, ma la vera essenza della nostra forma di governo, e in particolare di una democrazia parlamentare. Nella stessa occasione ho preannunciato che dal Parlamento ho ricevuto la fiducia e in Parlamento sarei tornato ove fossero maturate le condizioni per una cessazione anticipata del mio incarico". 

Terzo affondo: Conte ha ribadito la centralità del Parlamento, che non è, ha ribadito, un inutile orpello. Altro messaggio chiaro al leader della Lega. Ed ha aggiunto: "Leggo nella nota pubblicata dal ministro Salvini l'invito ai parlamentari a non perdere tempo adducendo pretesti vari, ma a riunirsi quanto prima. Non spetta evidentemente al Ministro dell'Interno convocare le Camere, non spetta al Ministro dell'Interno decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali. Al Minitro dell'Interno spetterà invece, da senatore e leader della Lega, spiegare al paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo inducono ad interrompere bruscamente l'azione del Governo. Confido che questo passaggio parlamentare contribuirà a fare piena chiarezza sulle scelte sin qui compiute e sulle responsabilità che ne derivano. In Parlamento, e quindi a tutti gli italiani, dovremo dire la verità e certo non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche e slogan mediatici". 

Più chiaro di così.

Dunque, l'ultimo affondo: "Non permetterò più che si alimenti la narrativa di un governo dei no; questo governo, in realtà, ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo non era in spiaggia, era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli italiani. Questo governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio degli italiani. Non accetterò più, quindi, che vengano sminuiti la dedizione e la passione con cui gli altri ministri, i vice ministri, i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l'impegno di goerno. E non posso accettare sia svilito il cospicuo lavoro sin qui svolto dai parlamentari".

Un discorso durissimo. 

Di certo, si apre una fase assai complicata per l'Italia ed è difficile, al momento, dettare i tempi della crisi. 

"Le regole istituzionali sono ridotte al ridicolo. I pericoli per la democrazia, in questo momento, non vengono dal rischio di svolte autoritarie o da recrudescenze fasciste ma dalla democrazia ridotta a farsa. Occorre reagire con determinazione", la stoccata di Andrea Orlando, vicesegretario vicario del Partito demcratico. Parla anche Matteo Renzi: "Io dico che questa pagliacciata sulla pelle del Paese ha stancato. Dovrebbero dimettersi tutti e tre: Salvini, Di Maio e il premier se qualcuno si ricorda di avvisarlo".

"Siamo pronti alla sfida. Nelle prossime elezioni non si deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra democrazia, della collocazione internazionale del nostro Paese", ha aggiunto il segretario dem Nicola Zingaretti. "Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al lavoro, insieme, per fare vincere l'Italia migliore".

Ultima modifica il Giovedì, 08 Agosto 2019 23:47

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