Lunedì, 24 Febbraio 2014 18:32

Renzi, fiducia in Senato. Scuola, economia, lavoro: "Servono scelte radicali"

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"Ok Senato, ora Camera. Poi si lavora". Con un tweet alle 7 di questa mattina, Matteo Renzi ha dato il 'buongiorno' dopo aver incassato - nella notte, intorno all'una - la fiducia del senato: 169 i voti al nuovo esecutivo. In altre parole, nessuna defezione inattesa. La maggioranza, però, non si allarga e il margine per il giovane premier è tutt'altro che rassicurante. Così come la freddezza di Palazzo Madama - e della maggioranza, in particolare - nel primo passaggio parlamentare del Governo. Alle 10, si torna in aula: Renzi, infatti, chiederà la fiducia alla Camera. Il voto - scontato - arriverà intorno alle 16.

È "paese" la parola che il premier Matteo Renzi ha posto al centro del discorso di ieri al Senato.

                                                       RENZI

Il più giovane primo ministro della storia della Repubblica italiana - nell'intervento durato 68minuti - ha parlato anche dell’importanza dell'"essere" e del "fare" oltre che di "fiducia". Perché "questo è il tempo del coraggio, che non esclude nessuno e non lascia alibi a nessuno", ha sottolineato. "Servono scelte radicali, se falliamo è colpa mia".

Si è presentato così a senatrici e senatori, per chiedere una fiducia garantita dai numeri. Citando Gigliola Cinquetti: non ho l'età, ha incalzato, neanche per sedere sugli scranni di quest'aula. "Ci avviciniamo a voi in punta di piedi, con il rispetto che si deve a quest’Aula. Ci avviciniamo con lo stupore di chi si rende conto della grandezza e del valore che questo luogo rappresenta". Poi, il presidente del Consiglio ha toccato i punti più importanti del suo programma di governo, "perché pensiamo che l’Italia abbia una necessità urgente di uscire dalla crisi". Un governo politico, ha rivendicato, "e lo dimostra la presenza al suo interno di tre segretari di partito"

"Arrivare al 2018 - ha evidenziato Renzi - ha un senso solo se avvertiamo l’urgenza di un cambiamento radicale". Dunque, che sia l'ultima volta che un governo chiede la fiducia in Senato. "Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio che si trova su questi banchi a chiedere la fiducia" ha spiegato, annunciando che la riforma del Senato partirà dal Senato stesso a marzo. Per Renzi, il numero di parlamentari è eccessivo e bisogna "superare l’attuale conformazione, mantenendo fermo il no al voto di fiducia e bilancio e la possibilità di svolgere l’incarico senatoriale non come figlio di un incarico elettivo, ma, come nel caso tedesco, come rappresentazione di un legame con il territorio".

Poi, la riforma del titolo V della Costituzione: "La sovrapposizione dei compiti ha troppo spesso reso ingovernabile il Paese". Obiettivo: arrivare in luglio avendo svolto i compiti a casa. Inizia il semestre di presidenza europea, una occasione da non perdere per il segretario del Partito Democratico: "A volte si considera l’Europa come la madre dei nostri problemi. Per me e per il mio partito non è così. Nella tradizione europeista sta la parte migliore della nostra società".

L'argomento a cui Renzi dedica più spazio è la scuola, il vero 'punto di partenza'. "Chi di noi tutti i giorni ha incontrato insegnanti, educatori, mamme, sa perfettamente che c’è una richiesta straordinaria: restituire il valore sociale agli insegnanti, e questo non ha bisogno di riforme, denaro, commissioni di studio. Ma del rispetto per chi va quotidianamente nelle nostre classi e si assume il compito struggente di essere un collaboratore alla creazione di una creatività. Ci sono fior di studi che dicono che un territorio che investe sull’educazione cresce in maniera proporzionale". Quindi, l'impegno: "Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco nelle scuole per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un Paese".

Evidemente, si attendevano indicazioni precise di politica economica. Già discusse - assicura Renzi - con il ministro Padoan: "Lo sblocco totale dei debiti della Pubblica amministrazione, attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti. La costituzione di fondi garanzia, anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti, per le piccole e medie imprese che non riescono ada accedere al credito. E poi, terzo punto, la riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili legate alla revisione dell spesa che porterà nel corso dei primi mesi a vedere dei risultati immediati e concreti". Un programma di governo che andrà di pari passo con il 'Piano lavoro': "Partiremo entro il mese di marzo con la discussione parlamentare del piano che modificherà uno strumento universale a sostegno di chi perde il posto di lavoro e interverrà attraverso regole normative anche profondamente innovative". Con l'idea di migliorare anche la capacità attrattiva del paese: "Dobbiamo intervenire nella capacità di attrarre investimenti in questo Paese che negli ultimi anni è fortemente diminuita. Un Paese vivo, aperto, curioso non ha paura di attrarre investimenti. Il posto di lavoro così si crea".

Tra le priorità - come annunciato nella conferenza stampa tenuta in Quirinale subito dopo aver ricevuto il mandato di formare il nuovo esecutivo da Napolitano - anche la riforma del Fisco: "Invieremo a tutti i dipendenti pubblici e ai pensionati direttamente a casa, magari attraverso uno strumento di tecnologia, la dichiarazione dei redditi precompilata. Una proposta concreta e puntuale, che può immediatamente mostrare come cambia il rapporto tra cittadini e fisco". Infine, il nodo probabilmente più caldo: la giustizia. Per Renzi, bisogna superare "venti anni di scontro ideologico sul tema", perché ormai "non credo che nessuno convincerà l’altra parte della sua opinione". Quindi si va oltre: "A giugno metteremo all’attenzione del Parlamento un pacchetto organico di revisione della giustizia che non lasci fuori niente. Partendo dalla giustizia amministrativa: negli appalti pubblici lavorano più gli avvocati che i muratori, i Tar possono discettare di tutto e un provvedimento di un sindaco è comunque costantemente rimesso in discussione. Il secondo passo sarà quello di toccare i tempi lunghissimi della 'giustizia civile'. L’ultimo passaggio sarà quello per la riforma della 'giustizia penale', che spesso rischia di arrivare troppo tardi e colpire male".

Qui puoi leggere il discorso integrale di Matteo Renzi

Ultima modifica il Martedì, 25 Febbraio 2014 08:58

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