"Biondi ha sbattuto negativamente L'Aquila per la terza volta sui quotidiani nazionali, dopo la chat di Salò e le botte in piazza con i suoi cittadini, a causa della sua inettitudine a fare il sindaco".
I consiglieri di opposizione Stefano Palumbo e Stefano Albano (Pd), Paolo Romano e Antonio Nardantonio (Passo Possibile), Giustino Masciocco (Articolo 1), Elisabetta Vicini (Democratici e Socialisti) e Angelo Mancini (L'Aquila Sicurezza Lavoro) intervengono sul caso Festival degli Incontri con una nota molto dura nei confronti del sindaco Biondi.
Oltre a richiamare il primo cittadino alle sue responsabilità nella vicenda, l'opposizione risponde anche a un post che Biondi aveva pubblicato su Facebook, nel quale parlava di operazioni clientelari svolte dalla precedente amministrazione di centrosinistra.
"Se pensa sia vero, è suo compito denunciarle alle autorità competenti" scrivono i consiglieri di minoranza "Suo compito è quello di fare chiarezza non di gettare ombre sulle persone come un qualunque leone da tastiera. Spieghi allo stesso modo, però, i vantaggi di cui hanno beneficiato suoi familiari e affini in termini di incarichi, remunerazioni e viaggi da quando è stato eletto".
La nota completa
"Il Comune curerà tutte la attività di carattere amministrativo, organizzativo e contabile, il monitoraggio dello svolgimento del progetto realizzato dal soggetto attuatore (cioè l'Isa) e garantirà la conclusione delle attività entro il 31 dicembre 2019."
E' scritto nell'accordo tra Mibac e Comune per il Festival degli Incontri. Più chiaro di così.
Ci dica dunque Biondi cosa ha fatto fino al giorno in cui, risvegliatosi dal sogno infranto di nuove elezioni nazionali a cui ambiva partecipare, ha sbattuto negativamente L'Aquila per la terza volta sui quotidiani nazionali, dopo la chat di Salò e le botte in piazza con i suoi cittadini, a causa della sua inettitudine a fare il sindaco.
Un sindaco avrebbe dovuto lasciare traccia scritta delle sue perplessità e richieste di delucidazioni. Un sindaco avrebbe dovuto interloquire nelle sedi opportune a tempo e modo debito, soprattutto, come lui stesso ha rimarcato, se si trattava di gestire la bellezza di 700mila euro di fondi pubblici per un solo festival.
Ricordiamo ancora i toni trionfalistici con i quali li ha accolti dal sottosegretario Vacca, ritenendola evidentemente una ghiotta occasione per gestire ulteriori risorse, oltre i 3 milioni già a sua disposizione per la gestione di quello che è diventato un vero e proprio eventificio.
Un sindaco che ricordiamo, è anche assessore alla Cultura e che in conferenza stampa ha dichiarato di ignorare chi fosse la Barbagallo, scelta come direttore artistico per le comprovate esperienze nella organizzazione di un Festival internazionale.
E visto che concordiamo con il primo cittadino sul fatto che gli aquilani non abbiano la sveglia al collo, spieghi a noi e a loro, nei dettagli, con quale oculatezza ha speso e a chi ha destinato, anche tra persone a lui vicine, i 400mila euro gestiti direttamente dal Comune sul decennale.
L'operazione trasparenza la chiediamo per tutto il decennale, Perdonanza e Festa della Rinascita comprese.
Se quanto poi insinuato dal sindaco in un post sui social su illecite operazioni clientelari da parte di amministratori di sinistra risponde al vero, è suo compito denunciarle alle autorità competenti.
Suo compito è quello di fare chiarezza non di gettare ombre sulle persone come un qualunque leone da tastiera. Spieghi allo stesso modo però i vantaggi di cui hanno beneficiato suoi familiari e affini in termini di incarichi, remunerazioni e viaggi da quando è stato eletto. Un pubblico ufficiale, quale lui è in virtù del suo ruolo, non può permettersi superficialità.
Se ritiene che la De Simone e la Barbagallo siano incompetenti, marchettare e bugiarde è suo dovere, anche qui, denunciarle. Ma se, come riteniamo, il monitoraggio del Festival è in capo al Comune e se la querelle sugli ospiti sarebbe un fraintendimento, chiarisca Biondi con il suo presidente di Regione e la sua segretaria nazionale di partito che invece si sono lanciati in pubbliche e imbarazzanti invettive.
Si scusi col neo ministro alla Cultura definito incredibilmente un professionista delle giravolte politiche da chi è scappato da Casa Pound per candidarsi con una nuova verginità tra le fila di Fratelli d'Italia. E cominci a dire alle istituzioni culturali della sua città che i fondi del Governo Renzi che si è ritrovato a gestire finora finiranno l'anno prossimo e che la guerra insensata che ha dichiarato al nuovo Governo non le aiuterà di certo in futuro.