Giovedì, 26 Settembre 2019 00:22

Regione, bagarre in Commissione su proposta di referendum di modifica della legge elettorale: arrivano i carabinieri. Ostruzionismo a oltranza delle opposizioni

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Che bagarre in Regione.

È stato necessario l'intervento dei carabinieri, a colloquio con alcuni consiglieri, per sedare gli animi in Commissione 'Bilancio, Affari generali e Istituzionali' che, nel pomeriggio, era chiamata ad esaminare la proposta della Lega di referendum per la modifica della legge elettorale in senso maggioritario.

Convocata alle 15:30, pochi minuti dopo la vice presidente della Commissione, la capogruppo del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi, approfittando dell'assenza del presidente leghista Vincenzo D'Incecco, arrivato qualche minuto dopo, e della maggior parte dei consiglieri di maggioranza, ha aperto la seduta e, constatata la mancanza del numero legale, chiuso immediatamente i lavori aggiornando la seduta al primo ottobre prossimo, fuori tempo utile per l'approvazione della proposta di refendum abrogativo sulla quale cinque Consigli regionali debbono pronunciarsi positivamente entro il 30 settembre prossimo.

Il blitz ha scombinato i piani della maggioranza che, tra mille difficoltà, in particolare per i mal di pancia di Forza Italia, aveva trovato la quadra sulla proposta che, di fatto, renderebbe l'Abruzzo apripista in Italia; un risultato che la Lega regionale intende intestarsi assolutamente.

Sarebbero volate parole grosse tra D'Incecco e Marcozzi.

D'altra parte, il clima è tesissimo: la Commissione era già saltata, da ieri ad oggi, per l'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle che aveva tenuto bloccati i lavori fino alle 22, con la presentazione di centinaia di emendamenti sul tema del finanziamento da un milione di euro alla Saga e sulle norme per le Ater. Tanto che il presidente Lorenzo Sospiri è stato costretto a rimandare il Consiglio regionale, previsto per ieri, a domani pomeriggio.

"È molto semplice spiegare cosa sia accaduto questo pomeriggio nel corso della I Commissione di Regione Abruzzo. In qualità di vicepresidente della Commissione, constatando l'assenza in aula del Presidente, ho aperto la seduta; vista la mancanza del numero legale, ho rimandato la Commissione al primo ottobre. Queste sono prerogative che dà il regolamento in determinati frangenti e seguirlo alla lettera è un dovere di un buon rappresentate delle istituzioni", ha inteso sottolineare Sara Marcozzi. "Ci sono dei precedenti nella passata legislatura che confermano la bontà dell'azione svolta. La sola differenza col passato è che non c'era stata alcuna forzatura nel tentativo di riaprire una Commissione che, come confermano gli atti, era già stata chiusa. Gli esponenti della maggioranza di centrodestra possono solo recriminare contro sé stessi per non essere stati presenti in aula con puntualità".

Sta di fatto che la maggioranza di centrodestra, in serata, ha deciso di riaprire i lavori della Commissione "forte del parere della Presidenza del Consiglio regionale che – ha spiegato il consigliere regionale salviniano Emiliano Di Matteo - ha certificato l’illegittimità del comportamento della Marcozzi".

Le opposizioni hanno presentato migliaia di emedamenti e la seduta è stata aggiornata alle 23. Dunque, l'assise è stata riconvocata per stamane alle 9: il termine per gli emendamenti è stato fissato alle 10, per i sub emendamenti alle 11:30. Una corsa contro il tempo, per arrivare ad approvazione prima del Consiglio regionale, fissato per oggi pomeriggio, alle 16.

I consiglieri del Partito Democratico, intanto, hanno annunciato di voler perseguire la via legale: "Ricorreremo in tutte le sedi deputate impugnando il provvedimento amministrativo di proposta del referendum sostenendo il grave vizio di legittimità da cui verrebbe travolto. Nel frattempo constatiamo che per questa destra le urgenze e le questioni dell'Abruzzo e degli abruzzesi vengono dopo, molto dopo le convenienze politiche di Salvini e Bellachioma", l'affondo dei dem.

Ad opporsi al provvedimento anche la consigliera regionale dell'Udc, Marianna Scoccia, oramai fuori dalla maggioranza: "coerentemente con la posizione del partito a livello nazionale, mi schiererò, sia in Commissione che in Consiglio, contro la proposta del quesito referendario finalizzato all'affermazione del sistema maggioritario; stiamo difendendo con le unghia e con i denti il sistema proporzionale", le sue parole. "Proporzionale con preferenze: questa è la linea dell'Udc. Basta con i nominati dai partiti".

Ultima modifica il Giovedì, 26 Settembre 2019 12:47

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