Al termine di un'estenuante maratona di 72 ore consumatasi in commissione Bilancio, durante la quale non sono mancati momenti di autentica tensione, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge con cui si chiede di modificre l'attuale legge elettorale tramite referendum costituzionale.
Il provvedimento, presentato dalla Lega su ordine di Matteo Salvini, prevede in sostanza di ridimensionare fortemente, quasi di abolire, la quota proporzionale del Rosatellum per tornare a un sistema uninominale.
Con il voto, arrivato intorno alla mezzanotte, l'Abruzzo è la sesta regione - le altre sono Piemonte, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sardegna - che ad avanzare la richiesta.
A dire il vero, il consiglio è andato anche oltre, approvando una risoluzione rivolta al presidente della Regione con cui si chiede "di integrare il quesito referendario con una nuova normativa elettorale basata su collegi uninominali, una diversa quota proporzionale e un premio di maggioranza per le coalizioni con una legge costituzionale che introduca l'elezione diretta del presidente della Repubblica".
"Il proposito" ha detto l'autore della risoluzione, Daniele D'Amario (FI) "è avanzare due proposte di legge di iniziativa regionale: una in materia elettorale che preveda il mantenimento di una quota significativa di proporzionalità fra i voti espressi e i seggi risultanti; l'altra di natura costituzionale per l'elezione diretta del Capo dello Stato". Il Consigliere Di Forza Italia ritiene necessario che la legge elettorale nazionale sia orientata a un principio maggioritario che favorisca il bipolarismo e la stabilità di governo nella legislatura e che scoraggi comportamenti trasformistici, garantendo massimo del pluralismo e della rappresentatività"
Per la verità, il Carroccio, guidato dal parlamentare Giuseppe Bellachioma, sperava di chiudere i giochi prima, di modo che l'Abruzzo fosse una delle prime regioni proponenti il referendum - la costituzione stabilisce infatti che un referendum costituzionale possa essere chiesto da 500mila cittadini o da cinque consigli regionali. Ma prima le indecisioni di Forza Italia (passata da una posizione di iniziale contrarietà al sostegno dell'iniziativa leghista) e poi l'ostruzionismo a oltranza fatto dalle opposizioni, in particolare dai Cinque Stelle (che l'ha ribattezzato però 'costruzionismo'), in commissione Bilancio, hanno rallentato l'iter facendo sì che al traguardo arrivassero prima altri.
Dopo aver dato battaglia in commissione, le opposizioni, una volta in aula, non hanno partecipato al voto finale, con il quale sono stati eletti anche i consiglieri delegati per il deposito della proposta referendaria presso la Corte di Cassazione (saranno Fabrizio Montepara e Roberto Santangelo).
L'assemblea ha approvato anche il provvedimento che stanzia fondi supplementari (poco più di 1 milione di euro) alla Saga, la società strumentale della Regione che gestisce l'aeroporto di Pescara.
Le reazioni
Se il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo D'Incecco, si è dichiarato "estremamente soddisfatto per l'esito della votazione", i Cinque Stelle affermano che grazie al loro intervento "sono state ristabilite le priorità del Consiglio regionale, che sono e sempre devono essere i cittadini abruzzesi. Il centro destra, la Lega in particolare, ha fatto di tutto per utilizzare questa istituzione come un mero strumento a completa disposizione della propaganda di partito, anteponendo un quesito referendario, dichiarato inammissibile da molti costituzionalisti, alle esigenze della nostra terra. Noi non lo abbiamo accettato adesso e mai lo accetteremo, perché per noi la frase 'Prima gli abruzzesi' non è solamente uno slogan propagandistico come lo è stato, alla luce dei fatti, per il centro destra. È la vera essenza del lavoro che siamo onorati di svolgere ogni giorno".
"Grazie al nostro 'costruzionismo" ha detto Sara Marcozzi "che ha costretto i consiglieri di maggioranza a lavorare fino a notte inoltrata all'interno delle Commissioni, abbiamo messo il centro destra con le spalle al muro, costringendoli ad affrontare all'apertura del Consiglio Regionale la legge sull'Aeroporto d'Abruzzo e a rimandare alla prossima seduta utile il provvedimento sull'Ater, in modo da portare in fondo una discussione approfondita e fare gli interessi dei cittadini. Solamente al secondo e ultimo punto all'ordine del giorno del Consiglio, la maggioranza ha ottenuto di votare la richiesta di referendum, senza la nostra presenza in aula per la sua evidente incostituzionalità e per i vizi di forma con cui si è svolta la discussione in Commissione. Il fatto che la modifica dell'ordine dei lavori arrivi solamente dopo il raggiungimento dell'obiettivo a livello nazionale in tema di legge elettorale, la dice lunga sulle loro reali priorità".
"Mi auguro" ha affermato Marcozzi "che da adesso sia ancora più chiaro alla maggioranza in Regione Abruzzo che il MoVimento 5 Stelle non starà a guardare mai nessun sopruso e nessuna forzatura ai regolamenti regionali. Voglio ringraziare tutti i colleghi consiglieri del M5S, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi, Barbara Stella, Giorgio Fedele, Francesco Taglieri e Marco Cipolletti, per il grande lavoro svolto in commissione in questi giorni. Noi continueremo sempre a combattere per ristabilire le vere priorità per i cittadini. La Lega in Abruzzo doveva essere l'apripista di questo quesito referendario, ma grazie alla nostra intransigente opposizione si ritrova a essere l'ultima, e a questo punto inutile, ruota del carro. Anzi, l'ultima ruota del Carroccio".