Venerdì, 27 Settembre 2019 15:45

Ama, bilancio 2019 in perdita di oltre 700 mila euro. Già 2 milioni dal Comune ma ci saranno tagli per i lavoratori e servirà ricapitalizzare per almeno 900 mila euro

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Era il 6 agosto scorso: ai microfoni di newstown, l’assessore ai trasporti Carla Mannetti chiariva che se l'Ama non avesse chiuso il bilancio 2019 in parità lo avrebbe vissuto come un fallimento personale; ebbene, oggi sappiamo che la società partecipata del trasporto pubblico locale chiuderà il bilancio di quest’anno con una perdita stimata di 728mila euro, in negativo per il quarto anno consecutivo.

E’ emerso in Commissione Bilancio, convocata dal presidente Luigi Di Luzio per l’approvazione dell’addendum contrattuale al contratto di servizio dell’azienda per la mobilità aquilana.

Un passo indietro.

La situazione finanziaria della municipalizzata è drammatica: Ama ha chiuso in rosso gli ultimi tre esercizi – 2016, 2017 e 2018 – accumulando perdite per 2 milioni di euro e ha eroso praticamente tutto il proprio capitale sociale. Tra i motivi della profonda crisi dell'azienda, certo, la decisione della Regione di sospendere, nel 2016, il fondo per il pagamento degli adeguamenti contrattuali del personale, circa 900mila euro annui; tuttavia, ci sono ragioni strutturali alla base delle perdite patite dalla partecipata, che hanno radici più profonde nel tempo e si devono, sostanzialmente, ai mancati investimenti in tecnologia e nuove vetture. Ama ha un parco macchine vecchissimo, l'età media degli autobus è di vent'anni; parliamo di mezzi che debbono essere dismessi perché Euro zero e, dunque, non più a norma.

Ad ottobre scorso, il Comune dell’Aquila ha messo una prima pezza, trasferendo 900mila euro a valere sul bilancio 2018 dell'azienda, con una procedura piuttosto ‘forzata’, a copertura del mancato trasferimento della Regione.

Non è bastato, anzi.

Stamane, la Commissione bilancio ha dato il via libera all’addendum contrattuale al contratto di servizio, già approvato in Giunta: di fatto, con la predisposizione del costo standard di servizio – fissato in 2,17 euro a chilometro – e del Piano economico finanziario, il contratto di servizio è stato integrato per 1 milione e 200 mila euro l’anno, di qui alla scadenza fissata nel 2027, passando da 6.5 milioni a 7.7 milioni (iva compresa). Manca l’ultimo passaggio definitivo in Consiglio comunale, convocato per lunedì 30 settembre.

“L’addendum riporta un corrispettivo aggiuntivo rispetto al precedente contratto di servizio, derivato da calcoli fatti in base ad un costo standard e ad un Pef simulato, commissionato dal Comune dell’Aquila; alle risultanze di tali studi, si è dovuto adeguare il corrispettivo che l’Ente riconosceva all’Ama per i servizi svolti, risultato, alla luce dei calcoli effettuati, non sufficiente”, ha spiegato ai nostri microfoni l’amministratore unico di Ama, Gianmarco Berardi.

Per il 2019, il milione e 200 mila euro è stato già riconosciuto con una variazione al bilancio: tuttavia, non è stato sufficiente per riportare i conti in ordine. Sebbene l’Ente si sia impegnato per 2 milione e 100 mila euro in circa 6 mesi, l’azienda, come detto, chiuderà con un passivo di oltre 700 mila euro.

Non finisce qui.

Vi abbiamo spiegato che il capitale sociale è stato praticamente eroso: dunque, entro la fine dell’anno si dovrà procedere alla ricapitalizzazione, e già si è in ritardo di mesi rispetto al dettato normativo. “Inserendo all’interno del programma contabile l’addendum - ha chiarito Berardi - ho fatto delle simulazioni prospettiche dal 2019 e per gli anni a venire; ebbene, calcolando la perdita di quest’anno, ho stimato l’importo presumibile della ricapitalizzazione che servirebbe all’azienda per proseguire l’attività: dovrebbero bastare 900mila euro circa. Inutile fare oggi dei passaggi burocratici anche pesanti, per ritrovarci il prossimo anno nella stessa situazione: ho cercato di valutare la ricapitalizzazione in funzione degli anni futuri”.

Tuttavia, e Berardi è assolutamente onesto nel dirlo così chiaramente, Ama ha urgenza di cambiare passo: “l’azienda deve migliorare la sua immagine, iniziare a garantire un servizio migliore invogliando i cittadini ad usare il mezzo pubblico, così decongestionando il traffico e inquinando di meno, stante la vetustà dei mezzi attualmente circolanti. Per queste ragioni, basare la ricapitalizzazione su un conteggio puramente matematico a mio parere non sarebbe opportuno”.

In sostanza, i 900mila euro basterebbero per tenersi in linea di galleggiamento. Niente di più. “Entro la fine dell’anno faremo il bando per la sostituzione delle paline e delle pensiline: così, spero che l’immagine dell’azienda possa migliorare. Alcuni nuovi mezzi sono già arrivati, altri arriveranno. Se il Comune, nel suo bilancio, avesse una disponibilità superiore ai 900mila euro stimati che ci consentirebbe di approntare ulteriori investimenti, li accetteremmo volentieri. E’ una valutazione, però, che sta in capo alla politica: ripeto, personalmente mi sono limitato ad un calcolo squisitamente matematico”.

E’ questione di priorità, evidentemente; se l’amministrazione attiva intende davvero migliorare e potenziare il trasporto pubblico locale dovrà garantire all’azienda ben più di 900mila euro.

Ad oggi, comunque, dati i 900 mila euro stanziati nel 2018, l’ulteriore milione e 200 mila euro trasferito nel 2019 (e garantito per gli anni a venire, fino al 2027) e i 900 mila euro che serviranno per la ricapitalizzazione, ci si volesse tenere in linea di galleggiamento, il Comune dell’Aquila, in poco più di un anno, ha ‘assicurato’ all’azienda circa 3 milioni di euro, a fronte di un bilancio che chiuderà in negativo (per il quarto anno consecutivo) di circa 728mila euro e di un servizio assolutamente insoddisfacente.

E’ questa la realtà dei fatti. E non è finita qui.

Servirà infatti una profonda razionalizzazione dei costi che colpirà, anche e soprattutto, i lavoratori. “Purtroppo, la contrattazione di secondo livello è l’estrema ratio: ‘toccare’ i dipendenti non fa mai piacere. Tuttavia, il piano di razionalizzazione istruito ha già valutato i risparmi possibili a livello di carburante, accise, meccanica, officina, pezzi di ricambio e via dicendo. A leggere i futuri ricavi ipotizzati e i costi attuali, abbiamo necessità di recuperare ulteriori risorse tagliando la contrattazione di secondo livello”.

Va detto comunque che, indipendentemente dalla situazione attuale che impone i tagli, seppure l’azienda fosse stata in bonis “sarebbe stato comunque opportuno rivedere i contratti di secondo livello”, ha tenuto a sottolineare Berardi; “infatti, a novembre 2015 è stato firmato il nuovo contratto nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri che già norma gran parte della contrattazione di secondo livello di Ama. Non avrebbe senso tenere una normativa interna già assorbita dalla contrattazione nazionale. In più, la contrattazione nazionale dice che la contrattazione di secondo livello di tipo economico può essere applicata solamente riguardo il premio di risultato. Ecco il motivo per cui avremmo dovuto ritoccarli comunque, anche se non fossimo stati costretti, per allinearci alla normativa nazionale”. Dunque, Berardi ha disdetto formalmente i contratti di secondo livello: dal 1° gennaio 2020 saranno azzerati. “Da oggi al 31 dicembre, però, abbiamo possibilità di incontrarci con le associazioni sindacali per ricontrattare il contratto di secondo livello seguendo le indicazioni del contratto collettivo nazionale. Auspicando di produrre utili in futuro, non è un problema riconoscere ai dipendenti un premio di risultato”.

Ultima modifica il Sabato, 28 Settembre 2019 00:29

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