Una forza liberal-conservatrice e plurale, una sorta di PdL 2.0 in grado di riaggregare i moderati che non si riconoscono nel sovranismo di Salvini ma al tempo stesso non hanno intenzione di buttarsi tra le braccia di Matteo Renzi.
E’ questo il profilo di Cambiamo, il nuovo soggetto politico a cui ha dato vita l’ex Forza Italia Giovanni Toti e al quale ha aderito anche il movimento “Idea” del senatore Gaetano Quagliariello.
Il governatore della Liguria e l’ex ministro, in questi giorni, stanno girando l’Italia per presentare il nuovo progetto e lanciare una campagna adesioni.
Ieri il tour ha toccato l’Abruzzo, facendo tappa all’Aquila.
In un auditorium dell’Ance pieno, Toti e Quagliariello sono stati accolti da Mimmo Srour, provvisoriamente nominato coordinatore regionale del nascente partito.
Quagliariello, infatti, ha tenuto a sottolineare che “entro ottobre dell’anno prossimo, tutti gli incarichi, a livello provinciale, regionale e nazionale, verranno assegnati attraverso le primarie”.
In Abruzzo, Cambiamo ha già registrato adesioni importanti, tra cui quelle dell’ex sindaco di Montesilvano Francesco Maragno, del vice sindaco di Silvi Marina, già membro di Idea, Fabrizio Valloscura (che sarà, in questi primi mesi, coordinatore della provincia di Teramo) e dell’ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, presente ieri sera in platea. In mezzo al pubblico c’erano anche l’ex assessore comunale dell'Aquila Monica Petrella, l’ex sindaco di Poggio Picenze Nicola Menna, il consigliere comunale dell'Aquila Daniele D’Angelo, l’ex presidente provinciale Ance L’Aquila Gianni Frattale.
“Cambiamo’afferma le stesse cose che Idea dice da quattro anni” ha spiegato Quagliariello “In solitaria, abbiamo affrontato un percorso perché ritenevamo che il centrodestra dovesse allargarsi e anche perché pensavamo che la componente liberale e moderata si stesse rattrappendo troppo. Non abbiamo nulla contro Forza Italia ma quando il Pdl è ridiventato Forza Italia abbiamo pensato che fosse un passo indietro e non un passo avanti. Speriamo che prima o poi anche Forza Italia possa decidersi a mettersi in discussione e a comprendere che in politica tutto si può fare tranne avere un grande passato dietro le spalle”.
Un nuovo partito neocentrista speculare a Italia Viva di Renzi? “La parola neocentrista non mi piace” ha precisato Quagiariello “ma sì, nella nostra testa questa è un’operazione speculare a quella di Renzi, che serve a rilanciare il bipolarismo, a costruire due formazioni moderate, una a destra e una sinistra. Ho paura invece che nella testa di altri ci sia l’idea, attraverso il proporzionale, di fare una conventio ad excludendum, di riproporre un altro arco costituzionale che va dai Cinque Stelle a Renzi mettendo fuori la destra, anche se prende il 35/40%”.
Per quanto Quagliariello pensi che “le idee siano più importanti delle questioni di metodo”, l’adozione di una nuova procedura per la scelta degl organi direttivi segnerà comunque uno scarto importante rispetto al passato: “Una delle ragioni per cui tante persone moderate hanno scelto altre forze di centrodestra e addirittura adesso rischiano di scegliere Renzi è anche perché non c’è stata un’agibilità interna”.
Come primo appuntamento elettorale, Quagliariello ha individuato non la prossima tornata autunnale (quando si voterà in Umbria, Calabria e Emilia Romagna), troppo ravvicinata, ma quella del giugno 2020: “Per quella data saremo presenti nei comuni e nelle Regioni”.
“La nostra volontà” ha affermato Giovanni Toti “è quella di aggregare la parte moderata del centrodestra ma anche le tante persone che in questi anni si sono allontanate dalla politica. E lo vogliamo fare ripartendo dai territori, girando di città in città, dando spazio ai giovani e agli amministratori che spesso nei partiti tradizionali non hanno avuto voce in capitolo”.
Perché un nuovo partito e non fare questa battaglia dentro Forza Italia? “Perché è come giocare un campionato senza avere lo stadio” ha risposto Toti “Se non c’è lo stadio, è difficile scendere in campo. Per selezionare una classe dirigente e mettere a confronto le idee, che comunque camminano sulle gambe delle persone, occorre avere la volontà di mettersi in gioco, magari anche di scontrarsi, Da questo processo virtuoso normalmente in democrazia vengono fuori le idee migliori e le persone migliori per incarnarle. Francamente, all’interno dei partiti del centrodestra, in particolare di Forza Italia, questo avviene sempre meno”.
A Toti, che prima di recarsi all'incontro dell'Ance, ha incontrato il suo omologo abruzzese Marco Marsilio da cui ha ricevuto una riproduzione del rosone della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, non piace, però, l’etichetta di “forza antisovranista” che qualcuno ha già affibbiato a Cambiamo: “Qualcuno deve spiegarmi cosa significa sovranismo. Quello italiano mi sembra piuttosto folkloristico di fronte a quello macroniano o merkeliano, che dettano le regole di questo continente. Noi a volte digrigniamo i denti, altre ci ritiriamo rassegnati in buon ordine ma ad oggi né l’appeasement né l’approccio muscolare hanno cambiato qualcosa in Europa. Quindi, il sovranismo non può essere la strada”.